Una discarica per i rifiuti indifferenziati in piena Costiera amalfitana, tra le pendici verdissime dei monti Lattari e l’azzurro del Tirreno, in uno dei territori più belli e noti del mondo, protetto dal 1997 dall’Unesco con il titolo di patrimonio dell’umanità, in quanto “eccezionale esempio di paesaggio mediterraneo”. Quella che può sembrare una boutade estiva rappresenta invece una proposta concreta della Provincia di Salerno, che a breve potrebbe trovare attuazione.
A farsene promotore è stato lo stesso presidente dell’ente, Edmondo Cirielli, già noto, da deputato, per una delle tante leggi salva Berlusconi e, più di recente, per essersi battuto per la costituzione del “Principato di Salerno”, una nuova regione separata da Napoli e dal resto della Campania. Fermamente intenzionato a evitare nuove situazioni di emergenza sul proprio territorio, come quella che ha investito alcuni comuni salernitani all’inizio dell’estate, il presidente della Provincia ha deciso di appellarsi al “senso di responsabilità” dei comuni della provincia, nessuno escluso. L’idea – illustrata in una lettera datata 30 giugno e inviata dallo stesso Cirielli ai sindaci della “Divina” – è quella di «dividere idealmente il territorio provinciale in cinque ambiti omogenei, per ciascuno dei quali dovrà essere individuata un’area avente le caratteristiche tecniche idonee ad ospitare i rifiuti di quella parte specifica del territorio». Tante micro discariche, dunque, invece di una sola o due di grosse dimensioni. «Al fine di evitare per il futuro il ripetersi di situazioni emergenziali quale quella che stiamo affrontando in questi giorni – si legge nella stessa missiva – ritengo indispensabile approntare con urgenza le necessarie misure, relative all’individuazione di nuovi siti di discarica idonei a garantire la regolarità nella gestione dei rifiuti solidi urbani, in attesa del definitivo completamento della prevista filiera impiantistica».
L’elemento di novità nella proposta è che tra gli “ambiti” individuati dall’ente ve ne è anche uno del tutto nuovo, il numero 2, comprendente esclusivamente i 13 comuni della Costiera amalfitana, che fino ad oggi rientravano nel Consorzio di bacino “Salerno 2”, comprendente l’area metropolitana della città di Salerno. Un nuovo settore di solo un centinaio di chilometri quadrati in cui rientrano siti celebri come Positano, Ravello, Furore, Amalfi e Vietri sul Mare, e comprendente non oltre 40 mila abitanti, ovvero meno del 5 per cento dell’intera popolazione della provincia di Salerno.
Come prevedibile, la richiesta avanzata da Cirielli ha scatenato la dura opposizione dei sindaci della zona che su questo tema hanno fatto fronte comune, sottolineando le specificità del proprio territorio dal punto di vista naturale e idrogeologico, oltre che sotto il profilo storico-culturale. In sintesi i rappresentanti dei comuni della Costiera affermano che vi sono “troppi vincoli” per poter realizzare una discarica e chiedono, pertanto, di inserire il proprio territorio in uno degli altri quattro in cui dovrebbe essere divisa la Provincia. «Non capiamo perché non si possa rivedere la formazione dei sub-ambiti territoriali abbinandoci ad una delle altre quattro aggregazioni», ha spiegato nelle scorse settimane il sindaco di Cetara Secondo Squizzato, ricordando che gli altri ambiti individuati riguardano popolazioni complessive fra i 250mila e le 400mila unità e si riferiscono a territori di estensione di gran lunga maggiore. A detta del primo cittadino cetarese «è facile verificare che in costiera non ci sono le condizioni territoriali e di economicità per l’attivazione di un sito che possa accogliere una discarica anche se limitata al conferimento dei rifiuti residui prodotti sul nostro territorio».
Decisamente contrari sono gli operatori turistici della zona. Secondo Genny Gagliano, presidente della Federalberghi Salerno, «non esistono le condizioni per creare un impianto di questo tipo. E non è nemmeno immaginabile il danno che ne deriverebbe in termini di immagine per coloro che operano nel turismo, un’azienda di importanza fondamentale per tutta la provincia di Salerno». E a esprimere preoccupazione sono anche gli ambientalisti. «Non mi sembra assolutamente possibile – afferma Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania – Non vedo dove potrebbe sorgere una discarica in Costiera, e in ogni caso la sua costruzione rappresenterebbe un grave danno dal punto di vista ambientale. La Provincia deve fare ogni sforzo per evitare uno scempio di questo tipo».
La Provincia, dal canto suo, accusa i sindaci “ribelli” di “irresponsabilità” e, nonostante le polemiche scatenate, sembra decisamente intenzionata ad andare avanti. Esattamente un mese fa, il 15 luglio, l’assessore all’Ambiente Antonio Fasolino ha convocato i rappresentanti delle comunità interessate dal progetto, invitandoli a individuare un sito idoneo a ospitare la discarica. Tra le ipotesi che sono circolate informalmente, c’è quella di Tramonti, comune di 4mila abitanti a pochi passi dalla celeberrima Ravello. E lo stesso assessore provinciale è tornato nei giorni scorsi sull’argomento per evitare equivoci: «Non accetto barricate e no a priori – ha detto – Stare in posti di primaria importanza, in piccoli paradisi, significa già godere di una posizione favorevole che non esclude dal doversi fare carico del problema dello smaltimento della spazzatura prodotta».