«Sa che le dico? È per colpa di questa gente che noi del Pd non vinciamo mai». Il deputato Sandro Gozi, capogruppo in commissione Politiche europee, si sfoga al telefono. Ce l’ha con i colleghi di partito Mario Pepe e Giorgio Merlo, «due dirigenti grigi, insipidi». Solo poche ore prima i due parlamentari lo avevano deriso in un comunicato stampa, ironizzando sull’«intelligenza» delle sue proposte politiche. Mentre l’Italia si divide sulla manovra, in casa Pd volano gli stracci.
La baruffa democrat inizia alle prime ore del pomeriggio. Sandro Gozi, in vacanza all’estero, pubblica un comunicato in cui critica le scelte dell’esecutivo. La manovra, così com’è, non va bene. Il parlamentare vicino a Ignazio Marino avanza una serie di proposte: abolizione tout court delle province, fusione dei comuni sotto i 15mila abitanti, taglio del 75 per cento dei finanziamenti ai partiti («una scelta radicale ma necessaria»). E, soprattutto, soppressione del Senato. Proprio così: «Perché il bicameralismo – chiarisce – ormai è un cadavere novecentesco».
Passano due ore e arriva la replica. Non del governo, ma del Pd. Un comunicato sarcastico, quasi offensivo, firmato dai colleghi Pepe e Merlo. Due esponenti non proprio di secondo piano. Il primo è vicepresidente della commissione Affari regionali, il secondo della Vigilanza Rai. «Vogliamo seguire il fantastico on. Gozi, ahimè del Pd», scrivono ironicamente. Una lunga presa in giro in cui si ipotizza di «eliminare del tutto la democrazia parlamentare e tutte le articolazioni istituzionali». Un comunicato provocatorio che si chiude così: «Auguri on. Gozi per la sua intelligente proposta!».
Il botta e risposta si trasforma in una lite da condominio. «Chissà quanti voti hanno preso questi due – alza la voce Gozi – Insieme non fanno le mie preferenze». Sul comunicato, nessuna marcia indietro. «Ribadisco la mia posizione. Sono convinto che le province debbano essere eliminate, tutte. Sul Senato forse ho esagerato un po’. Ma è un organo che ha bisogno di essere modernizzato. Le critiche di Pepe e Merlo? È ovvio che con dirigenti di questo tipo il Pd non andrà molto lontano».
Più che una polemica, una persecuzione. «Vuole sapere la verità? – racconta Gozi – Non è la prima volta che succede una cosa del genere. A Merlo piace molto replicare alle mie dichiarazioni». Sul partito democratico si alza l’ombra del mobbing. «Credo che la sua fissazione nei miei confronti nasca dal fatto che abbiamo posizioni diverse. Lui è un democristiano, mi sembra. Segue Franceschini. Io invece sono vicino a Ignazio Marino. Non è difficile capire che gente come me dà fastidio a dirigenti grigi come loro». Il tutto, ovviamente, alla faccia di una linea politica chiara e condivisa.