Al quarto tentativo arriva la manovra “meno peggio”

Al quarto tentativo arriva la manovra “meno peggio”

Ritorno del contributo di solidarietà del 3% sopra i 500 mila euro. Che diventano poi 300 mila nel giro di poche ore. Il numero dei tassabili – stande a cifre governative – passa da 11 mila a 34 mila. Forse i conti non tornavano e qualcuno lo ha segnalato da Bruxelles, Francoforte e dintorni? C’è poi, nella versione di oggi, un aumento dell’età pensionabile delle donne dal 2014. Sale di un punto percentuale l’Iva, e raddoppia il contenuto di solidarietà per i parlamentari. Tra le manovre insufficienti e sprovviste di misure strutturali che abbiamo visto presentare dal governo finora, quella di oggi è senz’altro la meno peggio.

L’aumento della tassazione per i redditi più alti, se sarà confermato l’ammontare a poche decine di milioni di gettito all’anno, è una misura demagogica e – come dice questa cifra – certo non in grado di incidere sulla struttura dei conti.

Sono invece condivisibili i provvedimenti sull’aumento di un punto dell’Iva e sull’innalzamento dell’età pensionabile (postdatato alla prossima legislatura), perchè garantiscono un gettito sicuro e prendono ad esempio modelli europei seri come quello tedesco. Sono questi punti che avevano trovato voce e sostegno anche su queste pagine.

Mancano del tutto indicazioni precise sulla lotta all’evasione fiscale, con tanto di simbolico – probabile – annullamento della carcerazione per i grandi evasori. Tace anche, la manovra, sulla riduzione seria della spesa improduttiva, sia dello stato centrale che degli enti locali. Manca insomma quell’ampio respiro e prospettiva di cui avremmo bisogno.

In ogni caso, se è – e lo è – la manovra “meno peggio” che abbiamo visto ci chiediamo come mai ci abbiamo messo un mese per arrivarci, bruciando decine di miliardi di euro in borsa e dando l’immagine di un paese che balla serenamente sull’orlo del baratro. La risposta, forse, sta in Europa: tutto iniziò con una lettera della Bce, che chiedeva misure credibili mentre si impegnava ad acquistare i nostri titoli di stato. Tutto finisce (forse) adesso, con una Bce che giovedì si riunisce per definire le condizioni alle quali potrebbe continuare questa politica di sostegno.

Insomma, la maestra sta tornando in classe e noi ci siamo messi un po’ in riga. 

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