Sembrava fatta. Chiusa. Definita. Sembrava che dopo Mario Draghi, sul seggio più alto della Banca d’Italia, dovesse sedersi Fabrizio Saccomanni, direttore generale di Palazzo Koch. Sembrava, insomma, che si continuasse senza tentennamenti nella linea della “successione interna”. Del resto, il suo avversario principale, Vittorio Grilli, sembrava destinato a pagare la debolezza del suo principale sponsor, Giulio Tremonti, del cui ministero è direttore generale.
E invece oggi pomeriggio, con certa insistenza, il nome di Grilli è tornato a galla. Come un’ipotesi che potrebbe ancora giocarsi le sue chance. Voci infondate o antipasto per un clamoroso colpo di scena? Vedremo. Certo è che, proprio oggi, Tremonti è tornato a Roma e ha incontrato prima Napolitano e poi Berlusconi, con Gianni Letta a fare da arbitro di una conversazione quantomeno complicata.
Proprio il Colle avrebbe sempre guardato con freddezza alla nomina di Grilli, perchè non rispettosa del “protocollo” che premia la successione interna e perchè anche – forse – le ultime vicende di Tremonti potevano pesare di riflesso sul pur incolpevole Grilli. E tuttavia, dalla parte del direttore generale del Tesoro, stanno nomi pesanti e autorevoli della finanza italiana. Personalità che, anche al Colle, sono considerate quelle di interlocutori affidabili e ineludibili. Uno su tutti: quello di Giuseppe Guzzetti, guida immarcescibile della più importante Fondazione bancaria italia, quella Cariplo che è azionista forte della più importante banca nazionale, cioè Intesa Sanpaolo.
Se i giochi sono davvero riaperti lo capiremo presto. Formalmente, la nomina del Governatore avviene per mano del Presidente della Repubblica, ma su proposta del Presidente del Consiglio. Scegliere Grilli, dopo aver vinto le resistenze importanti che tale nomina potrebbe presentare, significherebbe per Berlusconi sancire (o almeno provarci) un patto di legislatura con Tremonti. Significherebbe acconsentire a un rafforzamento del ministro più odiato dal consiglio dei ministri, in cambio – forse – di un diverso atteggiamento sui conti pubblici.
Certo è che domani, Bankitalia vede riunito il suo Consiglio. E a Palazzo Koch non è ancora arrivato il nome del prossimo Governatore che (quasi) tutti aspettavano e consideravano cosa fatta.