BOLZANO – Pensando a una città per le cui strade si possono incontrare nel giro di pochi giorni Claudio Abbado, Laurie Anderson, Martha Argerich e William Kentridge forse non pensereste immediatamente a Bolzano. E invece l’estate bolzanina (da metà agosto a fine settembre, ) ospita un calendario ricco e mai banale che affianca grandi star e giovani musicisti.
Innanzitutto ospita da molti anni le prove e i primi concerti delle tournée estive delle principali orchestre giovanili europee, fondate entrambe da Claudio Abbado: quest’anno la European Union Youth Orchestra è stata diretta dal suo direttore principale Vladimir Ashkenazy, mentre la Gustav Mahler Jugendorchester si è presentata con il sommo Sir Colin Davis e con il ventottenne David Afkham, protegé di Bernard Haitink che ha folgorato tutti. Abbado stesso verrà con la sua orchestra Mozart e Maria João Pires il 25 settembre con un programma Mozart/Schubert da non perdere, anche perché per qualche misteriosa ragione le sinfonie di Schubert non le fa più nessuno. Ma due giorni prima, alle Officine FS di Bolzano, c’è anche Laurie Anderson, che come Kentridge è ospite della rassegna di arte e musica contemporanea Transart.
Per imporsi tra i festival estivi, a Bolzano manca una maggiore concentrazione di eventi. Ma ci sono anche aspetti positivi: l’atmosfera non è quella surriscaldata di una vetrina di star ma quella tranquilla e un po’ familiare di un luogo dove la musica la si fa, complici anche gli appuntamenti di musica antica e i concerti della Gustav Mahler Akademie, e la distribuzione degli appuntamenti nelle chiese, nelle piazze e qualche volta anche al bar e nel parco dell’Hotel Laurin dove i festivalieri si riuniscono per le chiacchiere, i drink e le sigarette notturne.
Il 2011 è anche l’anno delle finali del Concorso pianistico intitolato a Ferruccio Busoni, che si sono concluse il 2 settembre (i video di tutte le prove sono visibili su www.concorsobusoni.it). Il più prestigioso tra i concorsi pianistici italiani ha schierato una giuria di livello assoluto, presieduta da Martha Argerich (vincitrice nel 1957), con tra gli altri i pianisti Lilya Zilberstein (vincitrice nell’87 e protagonista di un emozionante concerto inaugurale in coppia con Argerich), Menachem Pressler, Nicholas Angelich e Pietro de Maria e il compositore Giorgio Battistelli.
Sicuramente in un momento in cui il mercato musicale affronta difficoltà economiche e una trasformazione epocale delle strategie di comunicazione, il ruolo dei concorsi, fossero anche lo Chopin di Varsavia, è andato riducendosi. Il direttore artistico del Busoni, Peter Paul Kainrath, rilancia puntando su una linea intransigente e “alta”: al prestigio della giuria e alla difficoltà delle prove (quest’anno dopo le prove solistiche i candidati dovevano sostenere due esibizioni con orchestra a distanza di due giorni eseguendo nella prima un concerto di Liszt, nella seconda un grande concerto romantico a loro scelta) si aggiungono iniziative come la presentazione di nuove pagine pianistiche commissionate ad alcuni dei maggiori compositori contemporanei, tra cui Furrer, Hosokawa, Wuorinen.
E la giuria ufficiale è stata affiancata da quella della stampa (per l’Italia c’era il critico del Sole, Carla Moreni). L’edizione 2011 si è presentata come un progetto culturale ambizioso, anche se il risultato della competizione, un po’ a sorpresa, è stato un nulla di fatto. Il favorito della vigilia, l’ucraino con studi al Curtis Institute Antonii Baryschevskyi (1988), non ha convinto nella prova finale e si è aggiudicato solo un secondo posto ex aequo con la russa Anna Bulkina (1986); bronzo per Tatiana Chernichka (1984), allieva di Elisso Virsaladze a Monaco.
La non assegnazione del premio non è una novità a Bolzano: accadde alla prima edizione nel 1949 (e tra i candidati c’era Alfred Brendel) e da allora è successo altre trenta volte. E se da un lato testimonia della serietà del Concorso, dall’altro pone il problema della selezione dei candidati: il mercato oggi offre a un giovane di talento altre strade e qualche scorciatoia meno impegnativa di una competizione così serrata. In questa edizione del Busoni comunque la qualità media dei candidati è stata elevata: fin dalle prime selezioni la giuria ne ha selezionati 14 invece dei 12 previsti dallo statuto. E nel corso di una settimana di finali molti avrebbero scommesso nell’incoronazione di un vincitore che potesse riaffermare il valore di criteri competitivi e strettamente musicali nella promozione dei giovani artisti. Ci si riprova nel 2013.