De Magistris arruola a Napoli il prefetto (donna) anti-tangenti

De Magistris arruola a Napoli il prefetto (donna) anti-tangenti

NAPOLI – Un prefetto anti-mazzetta a guardia dei dipendenti del Comune di Napoli. Il Municipio partenopeo assomiglia sempre più a un ufficio giudiziario: l’ex pm Luigi de Magistris, diventato sindaco, punta tutto sul controllo e il rigore degli atti amministrativi: dopo aver nominato assessore alla sicurezza il pubblico ministero Giuseppe Narducci, capo di gabinetto il comandante dei carabinieri Attilio Auricchio e riconfermato a guida della Polizia Municipale un altro carabiniere, Luigi Sementa, arriva col ruolo di direttore generale Silvana Riccio, già prefetto di Rieti ma soprattutto già direttore dell’Ufficio dell’Alto Commissario per il contrasto della corruzione e delle alte forme di illecito nella Pubblica Amministrazione, attualmente prefetto fuori ruolo alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il nuovo city manager del Comune è stata anche capo della Segreteria tecnica del Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri con Massimo D’Alema(2000). La decisione di nominare un prefetto anti-corruzione a capo dell’azienda-Comune, fa il paio con un’altra decisione di Luigi de Magistris: l’istituzione di un nucleo di persone con poteri speciali di verifica e “intervista” dei dipendenti comunali, incaricati di fare «auditing interno», ovvero ascoltare cos’accade a Palazzo San Giacomo, verificare i problemi e con la qualifica di polizia giudiziaria, segnalare eventuali abusi al servizio disciplinare comunale nonché all’autorità giudiziaria e alla Corte dei conti.

È sempre più chiaro che il primo cittadino, stretto fra problemi macroscopici come quello dei rifiuti (non ancora partite le annunciate navi all’estero, non ancora partita l’estensione della raccolta differenziata porta-a-porta) e decisioni altrui come la possibilità di ospitare un’ulteriore tappa della 34esima America’s Cup World Series Events, dopo aver perso la prima regata, assegnata dagli americani a Venezia, pigia l’acceleratore verso la direzione dell’innovazione comunale e del rigore degli atti.

I problemi non mancano, anche la giunta va a due velocità: da una parte ci sono gli assessori politici che hanno ben chiaro il loro scopo e soprattutto quanto e come chiedere alle semivuote casse civiche, dall’altra ci sono i novizi, ovvero coloro i quali sono alla prima concreta esperienza amministrativa e si stanno guardando ancora intorno. Conflitti di competenze ad esempio tra gli assessorati a Politiche giovanili (Giuseppina Tommasielli) e Welfare (Sergio D’Angelo) sui come utilizzare fondi ministeriali per i giovani. Ma ci sono tensioni anche con l’assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo, che ha fatto calare la scure su tantissime voci di spesa: le poche risorse disponibili vanno ad ambiente, sicurezza e politiche sociali, per ordine del sindaco. 

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