Fulminato sulla via di Maranello, il Wall Street Journal incorona Luca Cordero di Montezemolo «Re d’Italia». Il magazine del quotidiano statunitense oggi in edicola dedica una lunga intervista-racconto al presidente della Ferrari. Meglio, «all’imprenditore multimiliardario e al campione della cultura italiana». Un predestinato al trono italico. Tanto da far riflettere con ammirazione il titolista newyorchese: «Sarà pronto a rinunciare alla sua bella vita per salvare il suo Paese?».
Basta leggere le prime righe per capire che l’autore dell’articolo non corre il rischio di querele. Più che un ritratto, il Wsj dedica a Montezemolo un cammeo. «Non è facile resistere al suo fascino» ammette il giornalista Joshua Levine dopo avere incontrato l’imprenditore. «Con i suoi capelli ondulati ma non troppo lunghi, il naso aquilino e il raffinato abito grigio…». Un uomo nobile, per carità. Ma molto alla mano. Perché nonostante provenga da una ricca famiglia piemontese (con un albero genealogico pieno di generali e e cardinali) Montezemolo non è solito utilizzare il suo titolo di Marchese. Il risultato, stando a quanto racconta il giornalista, è che in Italia Montezemolo è considerato al pari di un idolo. «La gente lo ferma per la strada», «Tutti vogliono parlare con lui». Ma lui non si monta la testa. È uno degli uomini d’affari di maggior successo del Paese, eppure «gira senza guardie del corpo».
Il lungo articolo è corredato di alcune apologetiche fotografie. Un grande ritratto di Montezemolo durante una visita all’ambasciata francese di Roma («dove ha ricevuto la Légion d’Honneur nel 2005»). E poi in udienza da Papa Benedetto XVI, con Niki Lauda, l’avvocato Agnelli, sul suo yacht. Immancabili le immagini a bordo di una Ferrari e lungo una pista di Formula Uno.
Per arrivare al confronto con Silvio Berlusconi bastano poche righe. Un confronto impietoso, of course. «Montezemolo rappresenta un’Italia impeccabile, in chiaro contrasto con Berlusconi, un premier da opera buffa che molti italiani vorrebbero vedere rimpiazzato dallo stesso Montezemolo». A giudicare dall’entusiasmo del Wall Street Journal, per la discesa in politica è questione di giorni. «Un recente sondaggio – spiega l’autore dell’articolo – ha evidenziato che il 60 per cento degli italiani considera positiva per l’Italia un’eventuale candidatura di Montezemolo». La politica è quasi una missione. Il giornale americano racconta con incredulità il senso dello Stato dell’imprenditore. «Mentre l’Italia deve fare i conti con la crisi finanziaria, Montezemolo ha annunciato pubblicamente che dovrebbe pagare più tasse, come dovrebbero fare i concittadini più benestanti». Per avere conferma dell’alto profilo pubblico del presidente della Ferrari, il magazine chiede conferma ad Andrea Romano (il direttore dell’associazione montezemoliana Italia Futura). Il giudizio è incredibilmente positivo: «Un uomo affidabile e serio. Uno che non potrebbe mai venire trovato in un bunga-bunga».
Difficile tralasciare le imprese imprenditoriali di Montezemolo. E infatti il Wsj non lo fa. Si parte dai successi in Ferrari (vendite e profitti in crescita, nonostante la crisi), per passare ai trionfi con Cinzano, Azzurra, la Formula Uno. Persino l’ottima organizzazione dei mondiali di calcio di Italia ’90. Levine si sofferma sulla nuova avventura di Ntv, la prima linea ferroviaria ad alta velocità privata in tutta Europa. Un ambizioso investimento che vedrà la luce tra un anno.
Particolarmente toccante il reportage del Wsj da Maranello. Dopo aver visitato il complesso industriale della Ferrari, rimanendo colpito dagli «eleganti palazzo in vetro e acciaio» che Montezemolo ha commissionato ai principali architetti in circolazione, il cronista visita la mensa. E qui le prime sorprese. Montezemolo è un uomo d’affari di successo, ma ha anche un gran cuore. Alle pareti non ci sono fotografie di automobili. «Questi ragazzi – spiega Montezemolo all’incredulo giornalista – costruiscono macchine tutto il giorno. L’ultima cosa che vogliono vedere quando mangiano sono altre macchine». Il cibo, manco a dirlo, «is really very good». All’esterno, alcuni impiegati siedono addirittura su delle panchine. «All’architetto ho dato istruzioni chiare – rivela il presidente della Ferrari a un giornalista sempre più stupito – Fai quello che vuoi, ma voglio uno spazio dove dopo pranzo sia possibile prendere un caffè, sedersi, fumare una sigaretta».
Un imprenditore pieno di entusiasmo e passione. Ma non un despota. L’articolo racconta una piccola storia esemplare. Quando l’anno scorso la Ferrari perse il campionato nei minuti finali del Gran Premio di Abu Dhabi, Montezemolo si infuriò. Nella sala dove stava assistendo alla corsa («è troppo nervoso per seguire le gare in tribuna o nel paddock») scagliò una sedia verso il televisore. Ebbene, nonostante la rabbia, poco dopo Montezemolo chiese di incontrare tutta la squadra. «Li ringraziò uno per uno, dicendo a tutti di essere orgoglioso di loro». Forse ha ragione il giornalista del WsJ. «Non è facile resistere al fascino di Luca Cordero di Montezemolo».