BERLINO. – È andata meno peggio di quanto ci si potesse immaginare. Ma è comunque andata male per la cancelliera tedesca Angela Merkel, nell’ultimo appuntamento, il settimo, del “superanno elettorale”. La Cdu, il suo partito, guadagna due punti alle elezioni della città stato di Berlino, e raggiunge il 23,2% ma con ogni probabilità rimarrà all’opposizione. Tragico, invece, il risultato dei soci liberali, che con un magro 2 % restano fuori dal parlamento locale. Vince per la terza volta consecutiva la socialdemocrazia dell’Spd, con 28,5%, e governerá, molto probabilmente, con i Verdi (17,5%). La capitale tedesca del futuro sarà meno rossa: dopo dieci anni Die Linke, la sinistra, passa all’opposizione. E un po’ più arancione: per la prima volta il Partito Pirata entra in Parlamento sfondando la porta con il 9% e tutti i 15 candidati seduti.
“Capire Berlino” con questo slogan semplice stampato su tutta la capitale, Klaus Wowereit, sindaco da 10 anni, quello che «sono gay e va bene così», ha battuto nelle ultime settimane ogni angolo della città, ha stretto migliaia di mani, si è fatto fotografare con signore anziane e bambini, ha strizzato un occhio alla “party people”, ai turisti, agli investitori stranieri, alla nuova borghesia. Ha fatto la spola tra est e ovest, ha dato pacche sulle spalle agli immigrati e alla fine ha vinto, ancora, e per la terza volta consecutiva. Perché «Io sono Berlino», come dice ridendo, sornione, Wowi.
Però la sua vittoria, annunciatissima, non è protagonista oggi nella capitale. Altri attori fanno e faranno notizia nei prossimi giorni. Primi tra tutti i giovani del Piratenpartei, il partito pirata, che non solo sono riusciti ad entrare nel Parlamento locale, per la prima volta in Germania, dalla loro nascita nel 2006. Se si confermano i risultati parziali di oggi pomeriggio i pirati, con il loro 9% avranno a disposizione nell’emiciclo più seggi di quanti ne possono coprire con i loro 15 candidati. Allo stesso modo protagonisti, ma negativi, sono i liberali dell’FDP, che a livello federale affiancano la cancelliera al Governo, e che nella capitale hanno registrato una sconfitta storica passando dal 7,6 al 2%, un risultato che sarebbe insoddisfaciente anche per i Grauen, i pensionati.
Klaus Wowereit ha accolto il risultato ballando al ritmo della musica techno nella Kulturbrauerei (ex birrificio trasformato in centro culturale) nel quartiere di Prenzlauer Berg. Cravatta bianca e rossa, pettinatura a scodella, corone di fiori, un orso di peluche: «ho visto le altre feste elettorali e la nostra è sicuramente la migliore». «Klaus Wowereit e la Spd di Berlino sono una cosa sola», ha detto poi Wowi, «facciamo politica a ovest e est, coinvolgendo tutti gli elettori, non importa da dove vengano. Per questo siamo stati premiati». Ha poi parlato ai microfoni della Zdf delle possibili coalizioni: dopo dieci anni finisce il viaggio con Die Linke, e i soci più ovvi sarebbero i Verdi, ma cosi facendo il sindaco avrebbe una maggioranza risicata. L’altra possibilità sarebbe una Grossekoalition a livello locale con la Cdu: una scelta che i suoi elettori certo non gradirebbero.
Mentre i giochi si decidono (per sapere la composizione della coalizione bisognerà aspettare le prossime settimane), il dato certo è che due partiti di sinistra, Die Linke e il Piratenpartei, siederanno all’opposizione: «Ci impegneremo per un nuovo modo di fare politica, più sincero. Siamo preparati per entrare in Parlamento, abbiamo scritto un programma e ora gli altri dovranno leggerlo», ha detto il leader arancione Andreas Baum, 33 anni, jeans, scarpe da ginnastica e felpa con la zip nera, ai microfoni della Zdf.
I pirati hanno vinto grazie a un programma scritto attraverso internet e votato direttamente da tutti gli iscritti al partito e una campagna elettorale che ammiccava ai giovani con messaggi come «Chiedi ai tuoi figli perchè votano i pirati». Tra i punti del programma c’è la difesa di internet dalla sorveglianza, una maggiore trasparenza istituzionale, più partecipazione ma anche temi sociali ed ecologici. I critici dei pirati mettono in risalto la composizione molto maschile del partito (solo una dei 15 candidati è donna) e la scarsa preparazione dei candidati (in un’intervista Andreas Baum ha cifrato in «molti molti milioni» il debito pubblico di Berlino, quando si parla invece di 63 miliardi). Certo è, secondo gli analisti, che sono loro afar traballare la coalizione rosso-verde, raccogliendo soprattutto voti di verdi delusi.
A livello federale, per il Governo di Angela Merkel alle prese con il pantano dell’Euro, il messaggio di queste elezioni è chiaro. L’euroscetticismo e il populismo non è la strada che vogliono gli elettori. La sconfitta dei liberali si legge in questo senso, dopo che, proprio questa settimana, il vicecancelliere dell’Fdp Philipp Rösler si era smarcato dalla politica europea di Merkel parlando di «insolvenza controllata della Grecia». Doveva essere un gesto forte verso i suoi elettori ma è stato un fiasco, e Berlino lo dimostra. È un messaggio importante, proprio in vista della votazione nel Bundestag degli aiuti alla Grecia e dell’ampliamento del fondo di salva stati Efsf, il prossimo 29 settembre. In gioco c’è la moneta unica e l’Unione Europea.Tutto questo significa lennesima sconfitta elettorale di Merkel, la settima consecutiva questanno, con i liberali che a Berlino non raggiungono nemmeno il 5% di sbarramento. Le elezioni nella capitale sono quindi un colpo basso a una coalizione che si sta sgretolando e che potrebbe fallire proprio a fine mese.