«Il governo sta violentando le regole per garantire l’impunità a 37 leghisti». A lanciare l’accusa è il presidente dei deputati dell’Italia dei Valori Massimo Donadi. Secondo Donadi l’esecutivo, «sotto la pressione della Lega», avrebbe preparato l’ennesima legge ad personam. Si tratta di un decreto legislativo – al vaglio della commissione bicamerale per la semplificazione – che reintroduce nell’ordinamento militare il reato di «associazione di carattere militare con scopi politici», già abrogato nel 2010. «Un’illegalità palese», che secondo le accuse del capogruppo dei dipietristi avrebbe come unico scopo quello di annullare definitivamente il processo in corso a Verona a carico di 37 militanti leghisti della Guardia Nazionale Padana.
Per denunciare «il colpo di mano» del governo i vertici dell’Italia dei Valori hanno convocato una conferenza stampa a Montecitorio. La vicenda, ricostruita da Donadi, risale a un anno fa, quando il ministro della Semplificazione legislativa Roberto Calderoli, «approfittando della delega per cancellare le leggi vecchie, tra tante norme tagliò anche il reato per cui i 37 leghisti erano a processo». All’epoca, secondo Donadi, il governo parlò di un “errore formale”. Anche perché era stato abrogato un reato «senza aver mai ricevuto la delega dal Parlamento». Eppure, accusa oggi il deputato, quell’errore «non venne mai corretto».
Nel 2010, come prima conseguenza di quella svista, il processo di Verona sulla Guardia Nazionale Padana si ferma. Non sussistendo più il reato di «associazione di carattere militare con scopi politici», il magistrato non può proseguire. «Il tribunale di Verona – continua Donadi – impugna così davanti alla Corte Costituzionale il decreto con cui si cancellava la norma». La pronuncia della Consulta è attesa tra pochi giorni, il 5 ottobre.
«E così – denuncia il leader dell’Idv Antonio Di Pietro – la Lega sta provando a battere sul tempo la Corte Costituzionale facendo approvare dal governo un decreto che reintroduce il reato in questione». Se il reato cancellato viene reinserito nell’ordinamento qual è il problema? «In effetti sembrerebbe una cosa buona – spiega ancora Donadi – ma non lo è». Anzitutto si tratta di un procedimento in violazione della legge. «Se era illegale aver cancellato il reato, oggi è ancora più illegale reintrodurlo. E poi il Parlamento non ha mai delegato il governo a fare nuove norme penali». Le conseguenze principali – sempre stando alla denuncia dell’Idv – sarebbero per il processo di Verona. «La legge italiana prevede che se io ero imputato per un reato che viene abolito e successivamente reinserito, non sono più perseguibile per quel reato», spiega Donadi. Insomma «grazie al principio del “favor rei” l’effetto è quello di cancellare per sempre il processo».
L’Italia dei Valori non crede a un errore in buona fede. Per Di Pietro si tratta di «un modo mafioso di governare e di gestire il potere». «Il governo poteva sanare la situazione – spiega Donadi – semplicemente facendo pubblicare un’errata corrige in Gazzetta Ufficiale». Una procedura già adottata in passato. «Quando con il taglia-leggi Calderoli aveva erroneamente cancellato i Tribunali per i minori, il governo aveva risolto la questione precisando in Gazzetta che la norma era stata abrogata per errore». Lo stesso accorgimento, oggi, permetterebbe la prosecuzione del processo di Verona.
L’Italia dei Valori promette battaglia. «Abbiamo già depositato alla Camera – conclude Donadi – la richiesta di sollevare un conflitto di competenza tra Parlamento e governo, visto che la funzione legislativa, secondo la Costituzione, spetta alle Camere».