Dall’ombra in cui si tesse, alla ribalta giudiziaria che svela le trame appena tessute. È stato questo il percorso di Luigi Bisignani, lobbista oscuro ai più e potentissimo che, nei mesi scorsi, è diventato conosciutissimo a mezzo intercettazioni pubblicate nell’inchiesta sulla P4. Di lui per qualche settimana abbiamo creduto di sapere tutto. Poi, come capita spesso in Italia, Bisignani è scivolato sempre più lontano dalle prime pagine fino a scomparire, lontano lontano.
In questo silenzio a noi viene un dubbio: ma non è che ha ricominciato a lavorare? In epoca di continue votazioni su autorizzazioni a procedere per parlamentari inquisiti in inchieste che perlatro lo vedono coinvolto – vedi alla voce Marco Milanese – non stupirebbe se Bisignani avesse ripreso in mano il telefono e la una certa capacità di “moral suasion”. Probabilmente se n’è accorto anche Giulio Tremonti, contro cui è partita una campagna infamante perchè il ministro andava al Fmi monetario internazionale mentre si votava l’autorizzazione a procedere per il suo ex braccio destro e coinquilino Marco Milanese. Oggi Tremonti sfida la sua maggioranza e dice: “Mi sfiducino”. Ala poltrona eventualmente lasciata libera dal fiscalista ambirebbe in primis Lamberto Dini, dicono nei corridoi di Roma.
Quello che è stato testimone di nozze di Bisignani? Quello.
24 Settembre 2011