Paint Creek, tra i ranch del Texas è nata la stella di Perry

Paint Creek, tra i ranch del Texas è nata la stella di Perry

PAINT CREEK (TEXAS). – Accanto alla scuola di Paint Creek, un villaggio del Texas centrale adagiato tra i campi di cotone, c’è un cartello in cui il pirata-mascotte della squadra di football, dice: «Nessun sogno è troppo grande per una scuola così piccola». Almeno uno studente di quella scuoletta, sorta in una zona tanto periferica da non avere neppure un codice di avviamento postale, ha preso il motto alla lettera.

Prima è riuscito a farsi eleggere tra le file dei democratici alla Camera dei rappresentanti del Texas nel 1984, poi è passato ai repubblicani diventando Commissario all’Agricoltura dello Stato nel 1990 e successivamente governatore del Texas nel 2000, quando George W. Bush è stato eletto presidente. Adesso, con all’attivo tre mandati da governatore, Rick Perry punta alla Casa Bianca. E stando ai sondaggi ha ottime chance di essere lo sfidante di Barack Obama alle elezioni del 2012.

Sotto il pirata-mascotte della squadra di football della Paint Creek school, il motto dell’istituto: “Nessun sogno e’ troppo grande per una scuola così piccola”.

L’edificio della presidenza della Paint Creek School

Per capire meglio questo signore di 61 anni dalla determinazione granitica, la parlata semplice e l’andatura da vecchio sceriffo western, basta venire a Paint Creek, la terra di modesti ranch e fattorie in cui è cominciato il suo sogno americano: una zona lontana anni luce dagli eleganti palazzi di Washington, in cui il tempo è ancora oggi ritmato dal lavoro nei campi, dai rintocchi delle campane e dalle marce in pantaloni corti degli scout.

«Da bambino Ricky (Perry) era una pellaccia, un discolo, aveva l’argento vivo addosso», racconta a Linkiesta, Wallar Overton, un settantaduenne rubizzo e corpulento, figlio del caposcout che aveva in custodia Rick nelle uscite con i lupetti. «Ricky si cacciava nei guai, non lo potevi trattenere. Sua madre dice sempre che è grata agli scout perché l’hanno inquadrato. Se non ci fossero stati, uno così avrebbe rischiato d’imboccare una brutta strada e magari sarebbe finito in galera».

Una notte di novembre del 1961, Perry e un’altra dozzina di lupetti erano accampati a Nord di Paint Creek. A un certo punto, il caposcout non vedeva piu’ Rick e l’amico Bob Earles, allora chiese al figlio di dare un’occhiata. «Si erano infilati nel torrente, cercavano di acchiappare gamberi d’acqua dolce», ricorda Overton. «Ordinai loro di uscire fuori dall’acqua se non volevano buscarsi una polmonite. Ricky disse: “Io la non la becco la polmonite, ho su le mutande; invece Bob non ha neanche quelle!”».

Wallar Overton, 72 anni, amico d’infanzia del governatore del Texas, Rick Perry, concede una dimostrazione di come tiene a bada il bestiame. A fianco con Don Ballard, 65 anni, preside della scuola di Paint Creek ricordano i vecchi tempi nell’ufficio del dirigente scolastico.
Prendere l’iniziativa è sempre stata la caratteristica più spiccata di Perry. Con l’amico del cuore Bob, quando era ancora alle scuole elementari escogitò un piano per movimentare una giornata invernale: issare un pupazzo di neve sul tetto della scuola e tirarlo addosso alle ragazze della squadra di basket femminile appena fossero uscite dalla palestra. Diversamente dai piani, il pupazzo rinfrescò la pelata del preside, il primo malcapitato a varcare la porta.

Tra i banchi Perry non è mai stato un primo della classe. Le pagelle erano mediocri. Ma, a modo suo, brillava: risultava simpatico a tutti. Una mezza leggenda con la maglia granata numero 17 della squadra di football, Perry venne eletto “ragazzo più simpatico della classe” e rappresentante dell’associazione “Futuri Agricoltori d’America”. I suoi scherzi goliardici divertivano i coetanei maschi, il sorriso pronto affascinava le ragazze, i suoi modi gentili – e un po’ ruffiani – ammaliavano le loro madri.

Perry in terza elementare in un album scolastico e in basso, al centro con altri boy scout di Paint Creek e a destra al raduno di scout della contea di Haskell. Perry è il bambino al centro che tiene il cartello bianco.
Mentre studiava, aiutava il padre nell’azienda agricola e allevava bestiame da esposizione, Perry si allenava a raggiungere gli obiettivi desiderati, non lasciando nulla al caso. Alle elementari, per esempio, aveva deciso di voler essere eletto re di Halloween, una carica decretata in classe a scrutinio segreto. A scanso di equivoci il giorno prima delle votazioni compro’ una borsa di caramelle gommose dalla tabaccaia di fronte alla scuola e le distribuì ai compagni. Fu incoronato re con un plebiscito.

«Quella fu la prima grande vittoria di Ricky», se la ride Overton, «e la conquistò con delle caramelle-bustarelle. Quando Rick si mette in mente qualcosa lo realizza. Crea un piano e non smette di spaccarsi la schiena finché il progetto non è realizzato. Che sia diventare il re di Halloween, ottenere la medaglia scout al valore o governatore del Texas». Altre vittorie seguirono. Ma proprio questo pragmatismo del fine che giustifica il mezzo gli rimproverano molti dei suoi paesani, ancora inferociti da quando dopo aver contribuito a eleggerlo nelle file dei democratici nel 1984, solo sei anni dopo ha cambiato casacca fiutando maggiori opportunità con i repubblicani.

Da sinistra: Perry eletto “ragazzo più simpatico della classe” alle superiori; il governatore del Texas con la casacca granata della squadra di football della sua scuola nel 1966; Perry eletto “matricola più simpatica” in prima media
In questa zona di cascine riarse dal sole in cui le precipitazioni medie annue sono appena 5 cm e sbarcare il lunario è sempre stata una battaglia non scontata, le preferenze sono sempre andate al partito democratico. E la famiglia Perry è stata protagonista di quella tradizione. Arrivati alla fine dell’800 quando in queste pianure denominate “Big Empty”, “Grande vuoto”, non c’era nulla a parte cani della prateria, i Perry da braccianti divennero mezzadri e poi il padre del governatore, Hoyt, riuscì a comprare un modesto appezzamento coltivato a cotone. In parte per spirito di servizio, in parte – suggeriscono maliziosamente in paese – per rimpinguare le scarne entrate della fattoria, il padre si candido’ e ottenne, tra le file dei democratici, la carica di commissario della contea di Haskell di cui Paint Creek fa parte. Un ruolo importante e ossequiato da queste parti, sopratutto perché il commissario ha tra le sue mansioni quella di far costruire e sistemare le strade. Hoyt Perry mantenne il posto per 28 anni.

È facile intuire lo sconcerto della piccola comunità texana quando Ricky – ultimogenito di una famiglia di democratici doc, tanto di umili origini che la madre ancora alle superiori gli faceva i vestiti a mano compresa la biancheria intima -decise di vendere l’anima al diavolo, annodandosi alla camicia la cravatta rossa dei repubblicani. «È un voltagabbana», sbotta un coltivatore locale, il ruvido cinquantasettenne Steve Alsabrook, ancora con il dente avvelenato per quella decisione di quasi trent’anni fa. «Perry ha visto che i repubblicani avevano una marea di soldi, e allora che ha fatto? Vi si è buttato a pesce». Sondando gli umori alla trattoria Double “A” Drive-In e spulciando i resoconti dei giornali locali il risentimento di Alsabrook sembra prevalente: se Perry diventasse in effetti il candidato alla presidenza dei repubblicani qui non raccoglierebbe molti consensi. Non lo voterebbero neppure amici d’infanzia come Overton o il preside della scuola Don Ballard, che pure gli riconosce qualche merito.

«È l’unico politico che conosco a non essere nato con un cucchiaio d’argento in bocca», spiega Ballard a Linkiesta. «Perry viene dal nulla, è esattamente come tutti noi, è cresciuto sfacchinando nel ranch. I genitori sopravvivevano appena, non erano certo benestanti. È bello vedere qualcuno riuscire nella vita».

La leggenda di Perry aleggia discreta tra i corridoi della Paint Creek school dove gli studenti vengono chiamati pirati per via della mascotte della squadra di football. Il corsaro più famoso, il governatore, ha l’onore di una foto-ritratto, proprio accanto a quella del preside storico dell’istituto, H. P. Morrison, il serioso signore incappato nello scherzo del pupazzo di neve. Uscendo dall’allenamento di basket, Katrina Burger, una biondina minuta e spigliata dell’ultimo anno spiega perché Perry, a prescindere dalle idee politiche, per gente come lei è un modello: «Ha dimostrato che la dimensione della tua scuola non conta. Conta solo la determinazione».

Un’aula della scuola e, a destra, la palestra in cui campeggia il pirata-mascotte della Paint Creek School
Fotografie di Damiano Beltrami

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