Sono una piccola libraia indipendente, molto specializzata. E questo mi ha finora permesso di sopravvivere, ma con grandissima fatica. Cerco di spiegarvi come funziona: il prezzo del libro è imposto all’origine, in quanto il cliente finale non ci paga l’Iva che è assolta dall’editore ed è del 4%. Il libraio non può, per legge, aumentarlo. L’Iva assolta all’origine e così bassa è già un piccolo vantaggio perché così facendo i libri costano il 16% in meno rispetto agli altri prodotti. Sul prezzo di copertina, al piccolo libraio indipendente, l’editore o il distributore, riconosce uno sconto che va dal 19% per la scolastica, al 25 / 30% per i titoli di varia. Ovvero se un libro costa 10,00 € a me restano 3,00 €, con i quali devo pagare affitto, stipendi, bollette, tasse, camera di commercio ecc ecc. Oltre a questi sconti in fattura mi trovo le spese di trasporto e le spese di incasso.
La mia libreria è a Venezia, qui abbiamo avuto fino a poco tempo fa una Mondadori che praticava sistematicamente sconti e promozioni del 25% e una Feltrinelli a Mestre che vende i titoli Feltrinelli con il 30% (io quelli li compro con il 28% di sconto, più spese… Mi converrebbe andare ad acquistarli in libreria a Mestre). Faccio una domanda: credete che Mondadori o Feltrinelli siano così disattenti ai loro interessi da “smenarci” il 30%? Semplicemente aumentano il prezzo del 30% per poi fare lo sconto.
In un sistema alla francese il prezzo dei libri è diminuito, perché il prezzo vero in realtà è quello già scontato. Il libraio ha in teoria il diritto di resa, ma non ci danno i soldi indietro: la resa equivale ad un credito in libri e quindi vorrei anche sfatare questo equivoco. La resa è un costo e non un vantaggio.
La ragione principale della legge Lang, la famosa legge francese del 1981, si basava su un principio che nessuno ha mai citato: garantire la pluralità di cultura e di voci. Le librerie di catena ormai hanno solo una piccola scelta di titoli, più che altro i bestseller, e si fanno pagare dagli editori a metro quadro di vetrina per esporre i titoli in vetrina o a metro lineare per fare le “pile” di libri vicino alla cassa. Naturalmente si parla di cifre che solo i “grandi” possono permettersi. Inoltre, come vi sarà certamente capitato di vedere, la maggior parte degli addetti in queste librerie non è particolarmente esperto e si limita a “guardare in computer” per vedere se un titolo è presente o meno. Se il titolo manca spesso vi sentirete dire: è esaurito, anche se spesso non è vero. La scelta dei titoli proposti è dunque pilotata da mere ragioni commerciali.
Se è vero che in Italia si pubblica troppo e si legge poco (e vi ricordo che in italiano leggiamo solo noi e quindi le tirature sono basse), è anche vero che ci sono piccoli editori indipendenti che con coraggio pubblicano autori e temi di nicchia, ma di grande valore culturale. Questi titoli non li troverete mai nella librerie di catene o nei centri commerciali. Così come, difficilmente, troverete i titoli di catalogo di editori più grandi. E cosa dire dei piccoli centri o delle piccole città: con lo sconto selvaggio le librerie di queste realtà spariscono, lasciando completamente sguarnita la scelta culturale di lettura. Si capisce bene dunque che lo sconto selvaggio, già proposto da Mondadori, Feltrinelli, Mel etc, aggravato dall’arrivo di Amazon uccide la pluralità culturale. Io dico sempre ai miei clienti: non sopravviverò se venite da me solo per i titoli che non trovate altrove (vedi i volumi molto tecnici o quelli stranieri), ma quando avrò chiuso questi stessi titoli non li troverete da nessuna parte.
Un’ultima nota economica: invece di lamentarsi che i libri costano tanto, perché non frequentare di più le biblioteche? Io fornisco tre biblioteche comunali: ogni anno preparo una bibliografia su un tema scelto dalla biblioteca e poi fornisco i libri. Non è vero che la biblioteca è una concorrente del libraio: anzi è un volano per la lettura, e anche per le vendite. E un’ultima nota commerciale: abbiamo davvero bisogno di romanzi e saggi cartonati con sovra coperta? Cosa dobbiamo fare con i libri? Arredare casa o averne sempre uno con noi in borsa da leggere appena possibile? Vi siete mai accorti che in Francia (ma anche in Germania, Spegna, Danimarca, dove ci sono legge alla francese, etc) i libri di lettura sono tutti pocket? Lo sapete che il cartonato con sovra coperta quasi raddoppia il prezzo di fabbricazione?
Se al lettore preme la cultura e la pluralità di voci deve stare con i librai indipendenti e capire che questo costo massimo del 15% alla fine non aiuta quelli come me, ma solo le grandi catene contro Amazon. Il lettore colto e sensibile deve stare con il piccolo libraio che lo consiglia, che conosce tutti i libri che ha a scaffale, che segue i piccoli editori, che crea un piccolo salotto culturale nella sua libreria, che trasmette la passione per la lettura e il suo mestiere. E insieme dobbiamo lottare contro i veri poteri lobbistici di chi cerca di farci tacere: andate in libreria a sfogliare e scegliere i libri, andate in biblioteca, comprate solo i tascabili, scegliete anche la poesia o i saggi, ordinate dal vostro libraio di fiducia i titoli che vi interessano, promuovete la lettura e il piacere di leggere, regalate libri ai vostri figli e nipoti, battagliate perché nelle scuole dei vostri figli non si cambino i libri ogni anno e rendetevi conto che lo sconto è uno specchietto per allodole!
Vi ringrazio per la pazienza e mi scuso se sono stata un po’ lunga, ma mi rendo conto che troppo spesso in questi dibattiti sfugge il vero nocciolo della questione, che nel nostro caso non è la sopravvivenza di quattro piccoli “commercianti”, ma della cultura in un paese, il nostro, dove è bistrattata e maltratta a tutti i livelli.
Cristina
Per approfondire:
Sconti in libreria? Da domani, scordateveli
Entra in vigore il primo settembre un decreto che vieta ai librai di operare sconti superiori al 15 per cento. Il disegno è stato approvato in modo bipartisan su proposta del Senatore del Pd Riccardo Levi. Mentre si parla di libertà economiche e d’impresa, insomma, i partiti son tutti d’accordo nel limitarne una, semplice semplice, dei commercianti.