Chi ci segue sa che, su Linkiesta, non siamo così attenti a descrivere la classe dirigente del paese in base a come emerge dalle nostre intercettazioni. Non abbiamo inseguito Ruby, nè quel i “si dice” su quanto detto da Berlusconi su Angela Merkel. Siamo invece attenti – proviamo a esserlo sempre – allo stato di salute del paese, della nostra economia, della nostra società.
Nell’ultimo terribile anno il nostro paese ha perso posti di lavoro, si è allontanato dalla Germania e dall’Europa, ha visto il suo debito esplodere e il suo prodotto interno lordo contrarsi ancora. Questi e molti altri dati trovate nelle nostre infografiche.
Sappiamo bene che non è solo colpa del governo italiano, nè solo di quello attuale. Sappiamo bene che la crisi ha radici internazionali, ovviamente. Ma sappiamo anche che – proprio in quest’anno, forse il più duro del durissimo quadriennio iniziato nel 2007 – l’Italia ha pagato il crescente vuoto di credibilità del nostro governo e del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Sui mercati internazionali ma anche nel sistema produttivo italiano.
Per questo è arrivato il momento di una svolta, di un cambiamento di rotta radicale che non può arrivare con Silvio Berlusconi al governo. La maggioranza parlamentare che lo sostiene ne prenda atto, se ha un minimo di rispetto per il paese. Dica all’Italia – e allo stesso Berlusconi – che così non possiamo davvero più andare avanti. Perchè, mai come in questi momenti, serve un governo che – semplicemente e seriamente – pensi soltanto a governare.