È nota e condivisibile la posizione di Banca di Italia che si astiene dall’intervenire sui mercati, per spingere i governi verso una politica economica più appropriata e per non dare un messaggio allarmistico. Ma data la gravità della crisi, è giunto il momento in cui gli svantaggi di un intervento da parte di Banca d’Italia risulterebbero irrilevanti rispetto ai benefici. Oltretutto, quando i governi agiscono “sotto urgenza”, anche governi più solidi del nostro, raramente risultano efficaci.
Un’emissione di Banca d’Italia collateralizzata dalle riserve, con contestuale acquisto di titoli di Stato italiani, secondo noi sarebbe la soluzione per tenere sotto controllo il costo del debito pubblico. Di seguito, riportiamo le ragioni di quest’affermazione.
In primo luogo, non esistono le condizioni per ottenere dall’Europa un sostegno rapido e con le dimensioni necessarie. Banca d’Italia per qualità, quantità e liquidità degli attivi é l’unica istituzione in grado di intervenire rapidamente per bloccare il possibile forte aumento del costo del debito pubblico causato dalla riduzione della domanda di titoli italiani. Infatti, le riserve di Banca d’Italia, 105 miliardi di oro e 24 miliardi di titoli, sarebbero sufficienti per collateralizzare un’emissione di 400 miliardi che così potrebbe ottenere un rating AAA. Un intervento di 400 miliardi avrebbe un’altissima possibilità di successo e ridurrebbe il costo del debito su tutta la curva delle scadenze.
Il mercato in questo momento ha fame di titoli di alta qualità al punto che é disposto ad accettare anche tassi d’interesse molto bassi. Non ė un caso che numerose multinazionali americane solide, come Johnson & Johnson e Microsoft, pur non avendone la necessità emettono obbligazioni per approfittare del basso costo dell’ indebitamento.
In secondo luogo, non è trascurabile il potenziale profitto realizzabile attraverso questa manovra, in quanto il costo del debito così collateralizzato sarebbe di 50-70 centesimi superiore a quello tedesco. Ipotizzando che gli acquisti vengano realizzati ad uno spread medio di 250- 270 punti base, l’operazione genererebbe all’ emittente un differenziale positivo di 200 punti base.
Infine, il debito pubblico italiano è un attivo molto rilevante se non il principale di tutte le banche italiane e delle grandi banche tedesche e francesi. Pertanto, la salvaguardia dei titoli di stato risulta vitale non solo per l’ Italia ma anche per l’ Europa. In questo momento, i principali potenziali acquirenti di titoli italiani si trovano nelle condizioni di dover ridurre la propria esposizione all’Italia (stress test). Conseguentemente, un intervento a salvaguardia del debito italiano solidificherebbe non solo i bilanci delle banche italiane ma anche di quelle europee. Anche i risparmiatori, disorientati sia dal cattivo andamento del mercato, sia dal possibile ulteriore incremento dell’imposizione fiscale, potrebbero riprendere a sostenere i titoli di stato.
In sintesi, siamo convinti che sia assolutamente indispensabile e urgente questa operazione da parte di Banca di Italia poiché un intervento da parte dell’ Europa non avrebbe la stessa rapidità e incisività e sarebbe comunque meno efficiente perché meno mirata. Tale modello di intervento potrebbe essere adottato anche dalle altre banche centrali di paese Eu in difficoltà come per esempio Portogallo e Spagna. Una simile manovra agirebbe da volano sul miglioramento delle condizioni economiche dell’Europa.
*amministratore delegato di Camperio Sim. Questo report è stato pubblicato lo scorso 12 settembre.