De Magistris preferisce l’utopia e vara Spazzatura zero

De Magistris preferisce l’utopia e vara Spazzatura zero

«È passato troppo tempo dal nostro primo avvertimento all’Italia sulla questione rifiuti. Nulla è stato fatto, e ora abbiamo bisogno di vedere risultati a breve termine». Joe Hennon, portavoce del commissario europeo all’ambiente Janez Potočnik, è come il cicalìo della sveglia del mattino: ricorda all’Italia che l’emergenza rifiuti di Napoli è questione nazionale. Anzi, europea: senza qualcosa di concreto arriverà il ricorso alla Corte di giustizia Ue insieme a sanzioni pecuniarie. Per ora la Commissione europea ha deciso l’invio all’Italia di una lettera (l’ennesima) di messa in mora «affinché trovi soluzioni efficaci a breve e lungo termine per la gestione dei rifiuti in Campania, regione che su questo fronte è stata al centro di ripetute crisi che destano non poche preoccupazioni in quanto ormai da vari anni stanno mettendo in pericolo la salute umana e l’ambiente».
«Fra gennaio e giugno 2011 – continua la lettera – le autorità italiane hanno presentato varie bozze di piani di gestione dei rifiuti, che dovevano delineare il quadro entro cui costruire gli impianti necessari per conformarsi alla sentenza. Dalla valutazione di tali piani risulta però che una grande maggioranza delle installazioni previste sono lungi dall’essere realizzate e che la tempistica indicata dalle autorità italiane è spesso troppo vaga».

L’impiantistica in questo caso ha un nome e cognome: termovalorizzatore a Napoli. L’inceneritore osteggiato dalla giunta comunale di Luigi de Magistris è uno dei colli di bottiglia nel rapporto fra istituzioni italiane. Governo, Regione Campania e Provincia di Napoli lo vogliono, il sindaco Luigi de Magistris e con lui una buona parte della cittadinanza, in particolare quella sul cui territorio (Napoli Est) dovrebbe ricadere l’impianto, hanno annunciato battaglia per impedirne la realizzazione. Dice Tommaso Sodano, vicesindaco con delega ai rifiuti: «Il piano regionale è incapace di rispondere alle richieste dell’Ue non prevedendo immediate soluzioni e proponendo unicamente l’utilizzo di inceneritori, che risultano sovradimensionati rispetto alle necessità e il cui avvio non potrebbe avvenire prima del 2016. La nostra decisione di individuare partners stranieri per inviare i rifiuti fuori dalla Campania è ampiamente condivisa e supportata dall’Ue proprio perché rappresenta una risposta concreta alla risoluzione del conferimento dei rifiuti».

Già, i rifiuti via mare. Oggi è il primo ottobre: il 18 luglio de Magistris dichiarava: «In settimana chiuderemo l’accordo con un Paese estero. Stiamo definendo i particolari dell’accordo. All’inizio ci sarà una nave a settimana e poi due al mese». L’accordo non c’è e le navi non sono ancora partite. Qual è il problema? Presto detto: le autorizzazioni per salpare con un cargo battente bandiera partenopea e pieno di monnezza, diretto nel Nord Europa. Non sono facili da ottenere.
A Dagospia Tim Kezer, portavoce del colosso olandese AVR – Van Gansewinkel, quello con cui Napoli vuole imbarcare la monnezza, ha spiegato che ci sono stati sì contatti «ma al momento non è stata ancora presa nessuna decisione». Anche al Parlamento europeo qualcuno mostra il suo scetticismo: è l’olandese Cornelis de Jong, del gruppo confederale della Sinistra unitaria europea. In un’interrogazione chiede se la Commissione è a conoscenza del fatto che la direttiva europea in materia di smaltimento «stabilisce che la rete deve permettere lo smaltimento dei rifiuti in uno degli impianti appropriati più vicini, grazie all’utilizzazione dei metodi e delle tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell’ambiente e della salute pubblica». Un modo per dire: gli italiani non ce l’hanno un impianto a casa loro capace di smaltire?

Aspettando che partano i bastimenti, il Comune di Napoli vuole il sogno. Lunedì la giunta de Magistris firmerà la cosiddetta delibera «Rifiuti Zero» che prende il nome dalla strategia «zero waste» studiata dal docente universitario americano Paul Connett e adottata in piccoli comuni Italiani (al momento il più grande in Italia ad aver sposato il piano «rifiuti zero» è La Spezia, 93mila abitanti). «L’obiettivo perseguito con l’adozione della delibera è quello di arrivare a una produzione di rifiuti pari a zero». Nel frattempo serve l’aiuto delle regioni italiane: riprenderanno i conferimenti di immondizia campana in Puglia. E il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da due giorni nella sua città natale, pare non avere altra preoccupazione che questa: anche stamani, durante un incontro col sindaco de Magistris la prima domanda è stata quella sulla situazione igienico-sanitaria della sua città.

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