E solo per l’Autobrennero il governo riscopre il mercato

E solo per l’Autobrennero il governo riscopre il mercato

La gara per la gestione dell’autostrada che va da Modena al Brennero va avanti. Il Tar del Lazio ha infatti negato la sospensiva presentata con un ricorso da Autobrennero Spa, società che gestisce i 314 chilometri dell’A22, contro la gara indetta da Anas per il rinnovo della concessione in scadenza il 24 aprile 2014. Un ricorso pesante, quello presentato dalla società Autobrennero (Sab) non solo per la parcella da 80 mila euro pagata agli avvocati Claudio Guccione e Marcello Clarich, che ne hanno curato la redazione, ma soprattutto perchè in ballo c’è un affare da 15 miliardi di euro (valore che si ottiene semplicemente moltiplicando l’attuale volume di ricavi realizzato da Sab per il numero massimo di anni della nuova concessione), che dovrebbe portare nelle casse dello Stato poco meno di 600 milioni di euro nei prossimi 8 anni.

Un effetto, l’istanza di Sab, l’aveva raggiunto, visto che era stata sospesa l’efficacia del bando di gara, che indicava il 28 ottobre come termine ultimo per presentare le manifestazioni di interesse a partecipare alla gara stessa: il Tar del Lazio aveva ritenuto sussistente “il grave ed irreparabile danno derivante al ricorrente […] in relazione al termine del 28.10.2011 per la presentazione delle manifestazioni di interesse”. Si era trattato di un primo round a favore di Sab, a danno di Anas, ma soprattutto del Governo “nemico”, che aveva voluto ostinatamente la gara, così come indicava da tempo l’Unione Europea. Il ricorso di Autobrennero spa era stato presentato al fine di guadagnare tempo nella costituzione di una cordata con cui partecipare alla gara o, nella migliore delle ipotesi, di costringere Anas a riscrivere il bando, magari tagliandolo su misura di Sab. L’attuale gestore aveva cercato di appigliarsi a cavilli tecnico-giuridici, visto che il Cda di Autobrennero Spa anche nel corso di una recente riunione aveva giudicato il bando stesso corretto e rispettoso delle disposizioni in materia nonché del Codice degli Appalti.

I soci di Autobrennero, quelli più forti, ossia le province autonome di Trento e Bolzano, si sentono da tempo discriminati per il trattamento “speciale” riservato ad Autobrennero da parte del Governo, che in tempi recenti ha avuto atteggiamenti più accomodanti nei confronti di altri concessionari in scadenza, non pretendendo di imporre la gara. Le proroghe rilasciate alle concessioni autostradali dell’Autocamionale della Cisa, dell’autostrada Brescia-Verona- Vicenza-Padova, del passante autostradale di Bologna, della società Autostrada tirrenica, a fronte della realizzazione di nuovi investimenti, avrebbero dovuto costituire, a detta di Sab, un precedente di grande importanza per andare nella direzione di prorogare anche a Sab la concessione. Invece il Governo, forte di alcuni pronunciamenti della Commissione europea, ha voluto il bando nel cui articolato contenuto balzano agli occhi alcuni aspetti davvero singolari.

In primo luogo spicca il fatto che al vincitore della gara si richiede di pagare 70 milioni di euro già dal 2011, ossia due anni e mezzo prima di subentrare al vecchio concessionario; si dà per scontato che sarà Sab a vincere la gara? Oppure, come si dice negli ambienti vicini alla società, la previsione è solo dettata dall’emergenza di Tremonti e soci di fare cassa? Quest’ultima spiegazione non regge alla prova dei conti: infatti se così fosse stato, la cifra indicata da Anas nel bando come valore della concessione (568 milioni di euro) avrebbe potuto essere maggiormente in linea con stime realistiche del valore stesso (5 miliardi) e conseguentemente l’esborso annuale del nuovo concessionario avrebbe potuto essere decisamente più sostanzioso. L’ulteriore elemento di riflessione concerne il meccanismo di attribuzione dei punteggi con cui viene individuata l’offerta economicamente più vantaggiosa: v’è un insolito sbilanciamento a favore dei requisiti di natura economico- finanziaria (60 punti su 100), si richiedono inoltre garanzie fideiussorie pari a circa 2 miliardi mentre la pesatura degli elementi di di natura tecnica (manutenzione, sicurezza, qualità del servizio di esazione del pedaggio) è molto bassa (30 punti su 100).  

L’autostrada del Brennero (Flickr – photolupi)

Una simile previsione non sembrerebbe favorire l’attuale concessionario, ma gestori decisamente più robusti, come ad esempio Autostrade per l’Italia dei Benetton o l’asutriaca Asfinag. Al di là delle “imperfezioni” del bando di gara, il ricorso al Tar è soprattutto un atto di forza di Sab nei confronti di Anas e soprattutto dei ministri Tremonti e Matteoli, “rei”, a giudizio dei soci pubblici – con in testa quelli trentini ed altoatesini che detengono il 53,6 per cento del capitale – di non aver accolto le pressanti richieste degli scorsi mesi tese a non procedere alla gara. Durnwalder e Dellai, presidenti delle province autonome di Bolzano e Trento, non hanno mai nascosto il fatto che avrebbero preferito una proroga della concessione o al peggio un affidamento in house ad una nuova società a capitale interamente pubblico, evitando così di mettere sul mercato una “gallina dalle uova d’oro”, che ha chiuso anche il 2010 con un utile pari a 64,3 milioni di euro e che gode di ottima salute.

La concessione dell’A22 fa gola a molti, in Italia ed all’estero, per i profitti che garantisce senza troppi sforzi. Vi è poi da considerare che l’attuale concessionario è impegnato in progetti infrastrutturali di un certo rilievo, indissolubilmente legati alla prospettiva di garantire un continuum gestionale della concessione per l’A22. Sab è capogruppo, con una quota pari al 51%, di un raggruppamento di imprese che ha partecipato e vinto la gara indetta dalla Regione Emilia Romagna, per la concessione e costruzione della Cispadana: una infrastruttura di circa 70 chilometri, che collegherà l’A22 all’altezza di Reggiolo-Rolo a Ferrara e per la cui realizzazione è stato stimato un costo di circa 1,2 miliardi di euro. Sab, sempre in qualità di capofila dello stesso pool di imprese coinvolte nel progetto Cispadana, ha partecipato alla gara per la riqualificazione funzionale del tratto Ferrara-Porto Garibaldi, infrastruttura che rappresenta il completamento del corridoio Cispadano fino al mare Adriatico e la cui costruzione ha un costo stimato di poco inferiore a 650 milioni di euro; a luglio l’ATI Autobrennero ha ottenuto il migliore punteggio relativamente all’offerta tecnica e nelle prossime settimane dovrebbero essere aperte le offerte economiche. Così per l’attesissima autostrada Campogalliano-Sassuolo (costo stimato da Anas: circa 450 milioni di euro), che collegherà l’A22 con il distretto della ceramica, Sab ha partecipato al bando per la sua progettazione, realizzazione e gestione e nei prossimi mesi, attraverso una procedura ristretta, Anas sceglierà il concessionario. 

Con progetti di questa portata, a cui va aggiunto quello a più lunga scadenza per l’Eurotunnel (7,5 miliardi il costo dell’infrastruttura per la parte italiana, di cui 470 accantonati con il “fondo ferrovia” da Sab), gli utili di Sab potrebbero crescere in modo consistente, con evidente beneficio per le casse pubbliche altoatesine e trentine. Anche per questo motivo né Dellai, né Durnwalder hanno intenzione di rinunciare a quella che considerano “cosa loro” e di accontentarsi, in caso di vittoria della concessione sull’A22 da parte di un altro raggruppamento, che a Sab vengano attribuiti, così come previsto dal bando di gara, circa 900 milioni di euro, quale valore di subentro. Cosicchè Sab, di fronte alla prospettiva che il Tar respinga il ricorso, da settimane sta conducendo un forcing teso a costituire una cordata partecipata da primari istituti di credito quanto mai necessari per i 2 miliardi di garanzie fideiussorie e da imprese nel settore delle costruzioni, visto che Sab non ha i requisiti del costruttore utili ai fini della gara. Nel raggruppamento promosso dai soci pubblici trentini, altoatesini e dagli altri enti locali con quote minori – a cui, nella newco da costituire in caso di di aggiudicazione, rimarrebbe almeno il 70% – si da ormai per certa la presenza di Intesa San Paolo, Unicredit, Banca Popolare di Verona (già socia di Sab con il 2%). I principali partner del settore delle costruzioni sarebbero invece Pizzarotti, la cooperativa reggiana Coopsette, quella modenese CMB.

Pare dunque sfumata definitivamente la possibilità di un’alleanza tra Sab e Serenissima (che detiene il 4,2% di Sab), nonostante nelle settimane scorse il sindaco di Verona Flavio Tosi – collega di partito di Attilio Scheck, Presidente della Brescia-Padova assai inviso a Dellai – abbia provato a convincere Dellai e Durnwalder dell’opportunità di dar vita ad una partnership tra i due concessionari. Serenissima potrebbe però tornare in gioco nel raggruppamento a cui starebbe lavorando Vito Gamberale, già membro del Cda di Sab e suo azionista indiretto con il 7.82% attraverso Infracis, di cui Gamberale stesso detiene il 26% con F2i. L’ex a.d. di Autostrade, presente attraverso Infracis in Autovie Venete, Autocamionale della Cisa, Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, starebbe puntando al coinvolgimento, non solo di Serenissima, ma dei principali industriali del nord-est presenti nel capitale di Cis, come Tosoni, Bolla e Tognana.

La strada della partecipazione alla gara per il rinnovo della concessione sull’A22 appare però per Gamberale in salita, considerando anche il fatto che gli abituali partner finanziari dell’ex numero uno di Autostrade per l’Italia come Unicredit, Banca Intesa, Pizzarotti, avrebbero, come detto, già scelto di correre in pool con Trento e Bolzano. Sulla gara per il rinnovo della concessione per l’A22 potrebbe però spuntarla Asfinag, società austriaca interamente pubblica, che gestisce tutti i 2 mila chilometri di autostrade in Austria e che ha chiuso l’esercizio 2010 con un fatturato di 3 miliardi di euro ed un utile di 339 milioni di euro. Asfinag, per la sua solidità finanziaria e perchè non è solo progettista e gestore, ma anche costruttore di grandi arterie stradali, potrebbe decidere di correre da sola, dopo che non sono andati fino ad ora a buon fine – come a Linkiesta ha rivelato un noto amministratore altoatesino – i tentativi di persuadere Asfinag ad entrare nel raggruppamento capeggiato da Trento e Bolzano.

La partita è comunque solo all’inizio ed i tempi, nel caso in cui il Tar del Lazio dovesse respingere il ricorso di Sab, sono destinati comunque ad allungarsi, visto che negli ambienti vicini a Sab è certa la determinazione di Dellai e Durnwalder di presentare un’ulteriore istanza al Consiglio di Stato. Sempre che, come ci rivela l’amministratore altoatesino, nel frattempo non scoppi una crisi di governo e si aprano dunque gli spazi politici per convincere Anas a riformulare in senso decisamente più favorevole ad Autobrennero il nuovo bando di gara.
 

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