E sull’inglese siamo tutti un po’ Ignazio La Russa

E sull’inglese siamo tutti un po’ Ignazio La Russa

La figuraccia di La Russa

La classifica EF di conoscenza dell’inglese

L’Inglese in Italia – 49.05 – Basso livello

(tratto da: Report EF EPI 2011)

L’inglese nel sistema scolastico
Il sistema scolastico italiano è in fase di significativa riforma, che riguarderà anche la didattica dell’inglese nella scuola pubblica. Attualmente, tutti i bambini italiani iniziano ad imparare l’inglese al primo anno della scuola primaria. A questo livello l’inglese è insegnato da docenti generici, senza una formazione specializzata in inglese. Durante la scuola media (11-13 anni) gli studenti possono aggiungere una seconda lingua straniera come materia elettiva. All’età di 14 anni, gli studenti scelgono che indirizzo di specializzazione seguire alla scuola superiore. A meno che non decidano di specializzarsi in lingue straniere, gli studenti delle scuole superiori italiane studiano l’inglese per una media di 3 ore a settimana e in alcuni casi le lezioni di inglese terminano in seconda superiore, 3 anni prima della fine del ciclo scolastico.

L’esame di maturità italiano prevede prove di inglese, ma gli studenti non sono tenuti a superare questa parte dell’esame per potersi diplomare; per di più, la maggior parte delle università non richiede la conoscenza dell’inglese per l’ammissione. Il Liceo Classico, un ramo di specializzazione che di solito è scelto da studenti che pianificano una carriera in campo gestionale, diplomatico o politico, ha latino, greco, italiano e filosofia come materie obbligatorie. Solo di recente le 2 ore settimanali di insegnamento dell’inglese previste per i primi 2 anni sono diventate 3 per tutti i 5 anni.

L’italiano è sempre stato l’unica lingua di insegnamento nelle università e nella maggior parte delle facoltà gli studenti non frequentano corsi di lingua inglese. Alcune facoltà istituite più recentemente, per esempio quelle di comunicazione e giornalismo, richiedono invece lo studio dell’inglese.

Gli investimenti in ricerca non sono attualmente molto cospicui. Le borse di studio erogate per studiare all’estero riguardano più spesso progetti di ricerca in settori scientifici, piuttosto che lo studio della lingua. Molti studenti fanno domanda per borse di studio Erasmus o Socrates quando sono disponibili, o ricorrono a programmi di studio all’estero privati pagandoli di tasca propria.

L’inglese sul posto di lavoro
L’Italia è l’ottava più grande nazione esportatrice del mondo. Esporta soprattutto prodotti alimentari e di moda, e prodotti chimici. I suoi principali partner commerciali sono la Germania e la Francia. L’Italia è inoltre il quinto paese più visitato al mondo e il turismo di tipo culturale e naturalistico è un settore molto significativo per l’economia locale. Tuttavia, i luoghi di lavoro in Italia non sono generalmente molto internazionali, e anche quando lo sono, l’italiano è la lingua parlata normalmente. Le aziende che hanno rapporti internazionali hanno dipartimenti specifici dedicati alle relazioni con l’estero e all’uso delle lingue, nei quali vengono occupati laureati in lingue straniere o in traduzione einterpretariato. I dipendenti che lavorano al di fuori di questi dipartimenti non sono tenuti a conoscere l’inglese, anche se nelle direzioni delle grandi aziende generalmente lo si parla abbastanza correntemente.

Cultura e atteggiamento nei confronti dell’inglese
Gli italiani in generale considerano l’inglese uno strumento versatile, ma sono molto più attaccati alla propria lingua madre, che considerano ricca e importante, e all’idea di Europa e della storia europea. Sono frequenti i dibattiti pubblici su come la cultura italiana e il sistema scolastico possano aprirsi maggiormente all’uso delle lingue straniere, senza per questo indebolire il patrimonio culturale italiano.

Ad esempio, i film in lingua originale non sono molto graditi al pubblico, non solo perché è più facile guardare film in italiano, ma anche perché l’industria del doppiaggio cinematografico è considerata di qualità estremamente elevata, oltre che un’importante fonte di fondi per sostenere l’industria italiana del cinema.

L’uso inevitabile di molti lemmi ed espressioni in inglese nell’italiano parlato non è visto come una minaccia per la lingua, ma piuttosto come un necessario processo di modernizzazione. Gli italiani mostrano un alto grado di interesse nelle culture di lingua inglese, in particolare nel settore dello spettacolo e della politica mondiale. Viaggiano all’estero con la stessa frequenza degli altri europei e sono generalmente incuriositi dall’arte, dalla storia e dalla cultura di altri luoghi. La capacità di riuscire a comunicare mentre si è all’estero è considerata un obiettivo auspicabile.

Gli italiani riconoscono che il loro livello nazionale di inglese è inferiore rispetto a quello di molti altri paesi europei ed è spesso oggetto di scherno nell’opinione pubblica. Video di personaggi pubblici che parlano un pessimo inglese sono spesso fenomeni virali.

Guarda anche:

VIDEO – L’inglese maccheronico di Rutelli

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