Lo scorso 8 ottobre alcune truppe della Forza di gendarmeria europea sarebbero partite dalla caserma “Generale Chinotto” di Vicenza in direzione Igoumenitsa, città sulla costa a nordovest della Grecia, per poi essere trasferite alla base di Larissa, dopo aver attraversato tutto il Paese in direzione est, e da lì ripartire verso i Balcani. La notizia è trapelata su numerosi blog, alcuni a carattere nazionalista, per poi finire su Wikileaks. Fonti giornalistiche greche hanno confermato a Linkiesta che alcuni testimoni oculari avrebbero visto militari e veicoli sbarcati al porto di Igoumenitsa, portare delle borse recanti l’effigie dell’esercito comunitario, per poi muoversi a est. Il campo militare di Larissa, recentemente evacuato, pare sia l’unico in grado di ospitare una forza internazionale, per questo in rete si è parlato di una simile destinazione. Sta di fatto che, secondo le ricostruzioni della blogosfera, le truppe dell’esercito comunitario sarebbero state inviate per circoscrivere eventuali violenze durante gli scioperi programmati per il 19 e 20 ottobre prossimi.
Alcune persone a conoscenza dei fatti, invece, spiegano che si tratta di un’esercitazione dell’Eurogendfor (che riunisce truppe di Olanda, Romania, Francia, Spagna, Portogallo e Italia) assieme ad alcuni soldati originari della Repubblica Ceca e facenti parte della Seebrig, la forza di pace multinazionale “Sudest europa” che agisce sotto l’egida Onu. Insomma, pare si tratti di un’operazione di routine, già programmata da tempo. Nulla di strano, se non fosse che da settimane nella capitale greca si susseguono le serrate e le manifestazioni di piazza, non sempre pacifiche. Tanto che, un black bloc intervistato oggi da Repubblica avrebbe ammesso di essersi “allenato” in piazza Syntagma in vista della marcia degli indignados di sabato scorso a Roma.
Giovedì scorso, con una nota diffusa a tarda notte, la polizia ha negato «la presenza di forze europee di gestione della crisi», bollando come «irresponsabili» i siti web che hanno pubblicato le indiscrezioni. Tuttavia, venerdì, due parlamentari del partito Comunista hanno formulato un’interpellanza nei confronti del ministro della Protezione dei cittadini, chiedendogli se i militari europei fossero realmente arrivati nel Paese per aiutare le forze dell’ordine ateniesi a sedare eventuali situazioni di tensione, ma il ministro, finora, non ha risposto, nonostante uno dei suoi portavoce, sempre giovedì notte, abbia confermato ai giornalisti la presenza della brigata “Balcani” della Seebrig. Intanto, il Procuratore di Atene, Eleni Raikou, ha accusato una stazione radio indipendente della città per aver diffuso notizie prive di ogni fondamento.
Il mistero sull’eurogendarmeria, però, rimane. Per quale motivo è passata per la Grecia in direzione Kosovo, o Bosnia? Si tratta davvero di un’esercitazione o c’è di più? Alcuni sostengono che i rumors legati ai militari comunitari siano stati creati per mettere pressione ai corpi di polizia greci, accusati di troppa indulgenza nei confronti dei manifestanti e idealmente loro vicini in quanto pubblici dipendenti, e quindi bersaglio dei tagli del Governo nell’ambito del piano di austerity, conditio sine qua non per ricevere gli aiuti Ue-Fmi. Oggi, sui media locali non ci sono nuovi sviluppi, se non che l’esercito ellenico sarà utilizzato per fronteggiare l’emergenza rifiuti ad Atene. Per via degli incessanti scioperi degli operatori ambientali, infatti, la città sta soffocando, e il sindaco ha deciso di affidare il servizio ad una compagnia privata, scortata da camionette dell’esercito, scrive oggi Ekathimerini.
Anche a non voler appoggiare indimostrabili teorie del complotto, rimane un dato: al Consiglio europeo del prossimo 23 ottobre, la lobby bancaria riunita nell’International institute of finance presenterà un taglio al valore nominale dei bond greci del 55 per cento. Un livello ben oltre il 30%, convenzionalmente considerato “default”. La ristrutturazione forzata del debito greco, insomma, potrebbe essere ben più profonda e radicale di quanto annunciato. E i cittadini greci potrebbero avere una reazione incontrollata a tagli ulteriori richiesti loro da Bruxelles dopo il meeting cruciale della prossima settimana.