AUSTIN (TEXAS). – Una recente domenica sciami di Suv dai vetri oscurati rombavano nel parcheggio già alle nove di mattina. Benché sia esteso come quello di Gardaland, mezz’ora dopo non si trovava più neppure un posto. Alcuni golf cart guidati da inservienti d’origine messicana facevano freneticamente la spola per trasportare i fedeli dalla porta dell’auto a quella della mega-chiesa, in grado di ospitare anche 3mila fedeli. Ex habitué della Terrytown United Methodist Church, la stessa frequentata anche da George W. Bush quando era governatore del Texas, Rick Perry è passato sei anni fa alla megachurch evangelica Lake Hills, una struttura che al profano sembra un mastodontico centro congressi high-tech, non un luogo di culto.
Qui i parrocchiani vengono accolti da uno stuolo di volontari microfonati e signori della sicurezza in pettorine fosforescenti gialle con scritto “sceriffo”. Si muovono circospetti, con la pistola nella fondina. Il metal detector non c’è, ma chi ha uno zaino o una borsa grande deve sistemarlo in uno spazio apposito. Il motivo lo spiega con il sorriso sulle labbra un cortese volontario: «A noi i terroristi non piacciono». Prima di sedersi tra le panche della chiesa, papà e mamme, mollati i figli al catechismo, si riuniscono nell’angolo bevande per salutarsi e raccontarsi le ultime notizie. Quasi tutti vogliono rispettare la privacy di Perry e non parlare di politica. Si schermiscono dietro a un «Perry è una brava persona», «a noi non dispiace», «ha coraggio a presentarsi».
Ma il volontario incaricato di sovrintendere alla distribuzione del caffé, Shaun, un signore dalla vaga rassomiglianza con Al Pacino, non ha peli sulla lingua: «Perry è un sinistrorso, è un conservatore solo a parole», confessa a Linkiesta, sostenendo di interpretare il pensiero di molti nella comunità. Quando gli si chiede di elaborare – non essendo Perry generalmente considerato esattamente un socialista – Shaun lascia intendere che preferirebbe un candidato del Tea Party, il movimento ultraconservatore e libertario emerso nel 2009. E un candidato che fa della religione una sua bandiera. «A Perry piacerebbe rastrellare i voti del Tea Party, ma è solo una mossa», dice.
Tre momenti della celebrazione evangelica (d.b.)
A Perry qui non viene rimproverato di essere favorevole alla pena di morte (oltre 230 esecuzioni da quando è governatore, un record nazionale) o il suo essere favorevole alla libertà di porto d’armi (da queste parti ritenuta diritto sacrosanto), ma piuttosto gli viene rinfacciato di dichiarare la sua cristianità in pubblico solo in sordina, senza proclami, per non indispettire i repubblicani laici. Il 6 agosto scorso, per esempio, ha partecipato a un incontro di preghiera a Houston, e non ha rivelato molto sulle sue convinzioni religiose. Si è limitato a leggere con tono compito e compreso una serie di passaggi biblici.
Niente di rock, insomma. Un atteggiamento che lascia freddini questi ferventi evangelici, la cui celebrazione si apre con un gruppo rock sul palco. Con chitarristi e bassisti che saltellano, schitarrano e intonano a squarciagola gli inni. Con un pubblico super partecipe che scandisce i canti a modi karaoke, seguendo le parole su uno schermo a cristalli liquidi.
Subito dopo arrivano gli avvisi parrocchiali – la prossima data utile per battezzarsi e la lezione del predicatore in tour – somministrati attraverso video di qualità, sparati veloci come mini-spot durante una partita di Champions League. Poi ancora il complesso rock scalda i fedeli, i più zelanti dei quali, però, iPad e Kindle sulle ginocchia, sono già immersi nella lettura dei passaggi biblici oggetto del sermone. Perry e la famiglia sono attesi, ma questa domenica non si presenteranno. «Il governatore ha diradato le sue visite da quando è impegnato nella campagna elettorale», precisa la signora Janet della security.
Janet e altri fedeli apprezzano le dichiarazioni pubbliche di Perry in cui menziona il Signore. Non tutti i problemi possono essere risolti dagli uomini, spiegano. A loro il governatore è piaciuto molto, per esempio, quando nel giugno scorso ha dichiarato la crisi economica una lezione divina, o più recetemente quando ha invitato a pregare per la pioggia in Texas dove gli undici mesi dall’ottobre 2010 all’agosto 2011 sono stati i più aridi sperimentati dal 1895, da quando il National Weather Service ha tenuto il conto. Si tratta adesso di moltiplicare quelle professioni di fede e aggiungere un pizzico di pepe, auspica Janet.
I concerti che precedono la funzione (d.b.)
Il momento saliente della messa evagelica nel santuario di Lake Hills è certamente l’entrata in scena del pastore Mac Richard. Jeans e camicia a quadri fuori dai pantaloni, lo ieratico Richard concentra il sermone sul coraggio di Mosè nel dire “eccomi” a Dio appena chiamato in causa. Nonostante Mosè, sottolinea Richard, non avesse un curriculum vitae d’eccezione prima di quella chiamata celeste: «Era un ebreo orfano, cresciuto come egiziano, e per giunta un probabile omicida latitante», spiega Richard.
Anche il curriculum religioso di Perry, non è dei più entusiasmanti, stando agli evangelici duri e puri. E molti dubitano pure sia un nuovo Mosè texano in grado di portare gli americani fuori dalla crisi economica. Ma tra i candidati repubblicani in lizza fino a questo momento è il più solido sotto il profilo religioso. Mitt Romney, mormone, pratica un culto da molti ritenuto ai limiti dell’eresia. Michele Bachmann, sempre sia ancora in gara, ha posizioni estreme, perfino la destra religiosa la ritiene un’invasata.
Fotografie Damiano Beltrami
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