Mediobanca, Della Valle si libera le mani

Mediobanca, Della Valle si libera le mani

Diego Della Valle si libera le mani e svincola il suo 0,48% del capitale sociale di Piazzetta Cuccia. L’uscita dal patto di sindacato di Mediobanca arriva a due giorni dall’appello pubblicato su alcuni quotidiani italiani, in cui Della Valle si scaglia contro la classe politica chiamando a raccolta «le componenti della società civile più serie e responsabili, che hanno a cuore le sorti del Paese». Difficile non pensare a un nesso.

I mal di pancia dell’imprenditore marchigiano nei confronti di Piazzetta Cuccia sono noti.  E la decisione di oggi spiega che è stata presa perché Mediobanca  «è un’ottima azienda e quindi si preferisce poter valutare senza restrizioni possibili futuri investimenti nella medesima». Mister Tod’s era già stato autorizzato a salire al 2% e negli ultimi mesi aveva comprato delle opzioni call su un ulteriore 1,42%. 

L’attivismo finanziario di Della Valle, è pari solo suo attivismo politico e negli ultimi imesi è stato tutto un crescendo. Basta ricordare la lotta  per mettere in disparte l’ex dominus di Mediobanca e Generali, Cesare Geronzi, con una lettera in cui si chiedeva al gruppo triestino di indire un cda straordinario dopo le dichiarazioni rilasciate da Geronzi al Financial Times. Il 22 gennaio scorso, in merito alla difficile transizione attorno al patto di sindacato di Rcs, Della Valle aveva dichiarato: «Non mi piace questa continua aria di assedio che c’è intorno al Corriere e soprattutto non mi piace vedere che a metterla in piedi è qualcuno che non ha investito nulla e tenta di farlo vedere come se fosse cosa propria, magari per tenere la sedia in altri posti». Scagliandosi poi con «qualche arzillo vecchietto unto dal signore che bazzica nei nostri consigli e che pensa che la Rizzoli non sia un’azienda che vada gestita come tutte le altre, un’azienda che ha bisogno di stimolare i propri uomini e non preoccuparli o impensierirli».

Della Valle, che rimane consigliere di Generali, è entrato nella merchant bank italiana per eccellenza nel lontano 2004, assieme ad altri nomi noti dell’imprenditoria “made in Italy” come Vittorio Merloni, Isabella Seragnoli e la famiglia vicentina degli Amenduni. 

E oggi, in tanto attivismo, la notizia è stata un’altra sorpresa arrivata proprio mentre Sergio Marchionne liberava invece le mani di Fiat dal legame con Confindustria. Una voglia di liberi tutti che si sta diffondendo. 

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