«Pisapia deve dare a Milano un piano di mobilità sostenibile»

«Pisapia deve dare a Milano un piano di mobilità sostenibile»

La prima fase del progetto Ecopass sta per chiudersi e presto arriverà la congestion charge. Cosa non ha funzionato nella prima formulazione?
Non è vero che Ecopass fino ad oggi non ha funzionato. La sua introduzione ha portato a una riduzione del traffico del 10% circa. Nel 2008 era partito come una sperimentazione e, come tale, sarebbe dovuta durare un anno, per poi essere modificata introducendo misure più rigide. Questo però non si è verificato, il progetto è stato portato avanti senza essere rafforzato e così in quattro anni ha perso efficacia.

Quali modifiche erano previste e non sono state realizzate?
Dopo il primo anno avrebbero dovuto continuare a essere esenti dal ticket d’ingresso soltanto le auto appartenenti alla prima delle cinque categorie esistenti (le vetture a gpl, metano, ibride ed elettriche, ndr) che allora comprendevano poco meno dell’1% del parco macchine dei milanesi. Il progetto però non è mai stato cambiato e così quasi la metà dei veicoli circolanti ha continuato a non pagare. L’unica modifica apportata è stata l’eliminazione dell’esenzione per i veicoli euro 4 diesel senza filtro.

Cosa pensa della congestion charge?
Sono favorevole, è la giusta prosecuzione della pollution charge. Con la congestion charge i veicoli esenti dal pagamento dovrebbero essere solamente le auto elettriche e ibride, ancora meno di quelli che appartenevano alla prima classe Ecopass. Questo irrigidimento è stato reso possibile grazie al cambiamento del parco macchine che l’iniziativa del Comune ha favorito: oggi i mezzi veramente inquinanti sono stati espulsi ed è giusto che ci sia un’unica tariffa di 5 euro per tutti.

Pare non saranno previsti abbonamenti ma solo un numero di ingressi omaggio per i residenti. È d’accordo?
Sì, è sicuramente positivo, perché se anche i residenti dovranno pagare saranno dissuasi dall’utilizzare l’automobile e il traffico calerà notevolmente.

Evidenzia delle criticità nel progetto?
Credo che l’amministrazione si stia muovendo troppo lentamente per quello che riguarda la definizione di un piano di mobilità sostenibile a 360 gradi. Al momento l’attenzione si sta concentrando solamente sulla congestion charge, ma è necessario potenziare il trasporto pubblico, il bike sharing, il car sharing, le piste ciclabili, altrimenti potrebbero esserci dei problemi.

In che senso?
Che cosa accadrà il 1 gennaio 2012? Che misure saranno prese per affrontare il passaggio alla congestion charge? Non lo sappiamo, perché nulla è stato detto a riguardo. Molte persone sceglieranno di lasciare a casa la propria auto e dovranno trovare più mezzi di trasporto pubblico. Se così non sarà la città potrebbe bloccarsi e ci potrebbe essere un rigetto del sistema. Per Ecopass iniziammo a potenziare i mezzi già un mese prima, con l’introduzione di 1000 corse in più, in modo da non essere colti impreparati. Non mi sembra che l’attuale amministrazione stia facendo altrettanto.

Cosa pensa della scelta di investire i soldi ottenuti da Ecopass nello sviluppo di un piano di trasporto sostenibile?
Questo non è in discussione, sarà così, come del resto è sempre stato. Il problema riguarda la comunicazione fatta al cittadino, che deve essere chiara. Bisognerebbe che nel bilancio si evidenziasse in un’unica voce non solo l’ammontare delle entrate ottenute, ma anche quali sono le uscite legate ai ricavi prodotti dal sistema, in modo che sia evidente l’uso che ne viene fatto.

A Londra e Stoccolma venne lanciata da subito una congestion charge e non una pollution charge come quella di Milano, ora anche da noi si passerà a una tassa sul traffico. Siamo in ritardo?
No, non siamo in ritardo, anzi, credo che il nostro sistema si sia rivelato addirittura migliore. Il passaggio da una pollution charge ad una congestion charge ci ha permesso di ripulire il parco macchine dei milanesi. Basti pensare che circa il 70% dei veicoli sottoposti a tariffa Ecopass sono stati sostituiti e che auto elettriche, ibride, a metano e gpl, che nel 2008 erano meno dell’1% del totale, oggi rappresentano il 9% del trasporto privato e il 18% dei veicoli per il trasporto merci. Del resto è normale che un sistema si evolva per continuare a essere incisivo, anche all’estero è così: a Stoccolma, ad esempio, i veicoli elettrici si sono diffusi così tanto, che hanno iniziato a tassarli, mentre a Londra hanno rincarato le tariffe per continuare a disincentivare l’uso dell’auto.

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