Renzi prepara la rivincita sul Pd, in arrivo il “Big Bang”

Renzi prepara la rivincita sul Pd, in arrivo il "Big Bang"

FIRENZE – Una manifestazione come quella di venerdì a Firenze incorona Pierluigi Bersani leader del Pd, e quindi del centrosinistra? E’ questa la domanda che aleggia nel popolo renziano all’indomani della serata fiorentina. È vero che, per tutta la durata dell’incontro di ieri, il sindaco fiorentino è stato nominato pochissime volte, ma è pur vero che il succo di tutti gli interventi, da quello del segretario metropolitano Patrizio Mecacci a quello del segretario regionale dem Andrea Manciulli, per finire con quello di Bersani, ricalcavano lo stesso obiettivo: delegittimare la leadership del “fiorentino”, così come lo chiamano negli ambienti democrat.

Oggi Renzi accusa il colpo, non scrive nulla su facebook, su twitter racconta che ha presentato il libro curato da Tommaso Nannicini “Non ci resta che crescere” “. Anche se avrebbe detto ad alcuni fedelissimi: ”Se mi candido io non ho bisogno di Casini, prendo da solo molti più voti di quelli che Casini potrebbe trascinare a sinistra”. Sarà. “Matteo” riserva la rivincita sulla leadership alla fine del mese (28, 29 e 30 ottobre), quando aprirà il “Big Bang” (del centrosinistra?). Sì, “Big Bang” è il titolo che è stato dato alla cosiddetta “Leopolda II”, quella che dovrebbe designare la sua leadership, anche se lui smentisce “no, nessuna candidatura”. “Big Bang” rievoca una delle ultime canzoni di Jovanotti, e non «l’ha proposto un esperto di marketing, ma viene da Davide Faraone», un palermitano che vuole sparigliare le carte nel pd siciliano, già candidato alle primarie (si faranno?) per le amministrative di Palermo. «Uno tosto, uno dei nostri», dice Renzi su Faraone. Uno che il 28 di ottobre avrà il compito di spiegare perché un’altra Leopolda e “di parlare di legalità in politica”.

Insomma, questa volta Renzi vuole stupire. D’altronde, scrive il Corriere Fiorentino, «la carta di Firenze dell’anno scorso era un po’ debole e proponeva questioni e temi, come lo jus soli e le unioni civili, già presenti nei programmi elettorali di centrosinistra del 2006 e del 2008. […] Renzi insomma vuole evitare la deriva del Mulino Bianco». E per farlo, segnalava su La Stampa Fabio Martini, «è andato a pescare nientemeno che un big della produzione televisione: Giorgio Gori», ma lui, Gori, precisa «non sono io il regista della Leopolda» d’altronde «lo sanno tutti che Matteo fa sempre di testa sua. In realtà per l’amicizia e la stima che ci lega provo a dargli una mano per fare della Leopolda un evento di qualità, aperto alla società più che alla politica in senso stretto. Questo è il mio contributo». Saranno del match anche Antonio Campo Dall’Orto, il presidente di Mtv Italia, classe 1964, Edoardo Nesi, fresco premio Strega, e Alessandro Baricco.

Ma la Leopolda-II non sarà soltanto incentrata sulla comunicazione. Renzi proverà a mettere a tacere i critici come Matteo Orfini, giovane T-Q dalemian-bersianiano, che definisce «il big-bang del Sindaco di Firenze carico di fuffa», o chi, come il responsabile economico del Pd Stefano Fassina, vicino a Bersani e con posizioni anti-Marchionne e più vicine alle Cgil ironizza sulla Leopolda II:«Più che un big bang si preannuncia un big bluff l’incontro alla stazione Leopolda. Che noia ragazzi. Matteo Renzi riscalda la solita minestra: ripropone come innovative ricette ideologiche vecchie di 20 anni fa e clamorosamente fallite». E Renzi risponderà alle provocazioni invitando economisti Luigi Zingales, o il toscano Tommaso Nannicini, docente di economia del lavoro alla Bocconi, liberal e veltroniano. Sembra, ma non è ancora certa la loro partecipazione, che «potrebbero fare un salto» Pietro Ichino, Francesco Giavazzi, Alberto Alesina, Lorenzo Bini Smaghi e Corrado Passera.

Insomma, per dirla alla toscana, quest’anno ci sarà anche la “ciccia”. Roberto D’Alimonte, docente alla Luiss di Roma, collaboratore de ilSole24ore, osserva con interesse «le dinamiche aperte da Renzi dentro al Pd» ma lo mette in guardia:«Perché due giorni fa ho ascoltato in tv il segretario del Pd intervistato da Lilli Gruber. Ha detto che il Pd “avrà un solo candidato alle primarie di coalizione” che non farà appello allo statuto ma che saranno “gli organi del partito in solidarietà” a decidere chi sarà il candidato del Pd. Mi sento di escludere che “gli organi di partito” sceglieranno Renzi». Quindi, continua D’Alimonte, «visto che Renzi non potrà partecipare come membro del Pd potrebbe annunciare una sua formazione politica, magari lo farà proprio alla Leopolda e questo speigherebbe anche il titolo dell’iniziativa, Big Bang».