Sorpresa: per ripartire in Francia studiano le nostre Pmi

Sorpresa: per ripartire in Francia studiano le nostre Pmi

PARIGI – «Un Paese privo di un grande sistema industriale non può considerarsi un Paese forte». Nasce da questa premessa il progetto Fabrique de l’Industrie presentato qualche giorno fa a Parigi. Tra i suoi componenti, oltre Louis Gallois di Eads, che ne ha assunto la Presidenza, Frédèric Saint-Geours, Presidente dell’Unione delle Industrie Metallurgiche (membro di Medef, la Confindustria francese), ma anche Pierre Gattaz, Presidente del gruppo delle federazioni industriali (Gfi) e Denis Ranque, Presidente del Circolo dell’industria.
La Fabrique presenta un folto consiglio scientifico- tecnologico, che si compone di una cinquantina di membri, tra i quali economisti, docenti universitari e sindacalisti.

In un momento molto difficile per l’economia francese, ed europea in generale, l’obiettivo che si pone la Fabrique è ambizioso. Il think tank aspira, infatti, a creare un luogo neutrale di riflessione e dialogo all’interno del quale avviare la discussione finalizzata a delineare una nuova politica industriale, in grado di rilanciare produzione e occupazione. Per fare questo la Fabrique provvederà a organizzare conferenze, tavoli di confronto e studi di settore. Per quanto riguarda questi ultimi, secondo il quotidiano Les Echos, sarebbero al vaglio del think tank francese il funzionamento dei modelli industriali italiano e svedese. Il nostro Paese sarebbe stato considerato per l’importantissimo ruolo ricoperto nella nostra economia dalle Pmi. In Francia le Eti, ovvero le aziende di medie dimensioni, hanno meno pese e il loro modello di sviluppo non è ancora molto chiaro, nonostante le politiche governative a favore.

Fabrique de l’Industrie, il cui bilancio annuale è stato stimato in 1,1 milioni di euro, ha individuato per il momento cinque aree di lavoro da affrontare nel corso del 2012. Tra cui: la realizzazione di una diagnosi del sistema industriale francese, la redazione di un patto sociale e per la competitività sociale nuovo, il coinvolgimento dello Stato nella creazione di una nuova politica industriale nazionale, lo sviluppo dei talenti e l’investimento nell’innovazione.

Una nuova politica industriale è anche al centro dei dibattiti politici di questi ultimi giorni, soprattutto quelli che hanno visto come protagonisti i due sfidanti alle primarie del Ps: François Hollande e Martine Aubry. I due aspiranti candidati all’Eliseo non hanno mostrato grandi differenze su questo punto. Entrambi, infatti, hanno detto di puntare riportare lo Stato al centro della vita industriale del Paese e lottano contro delocalizzazione e licenziamenti facili.

Hollande, che ha vinto le primarie e sarà il futuro candidato socialista all’Eliseo, vede lo Stato nel ruolo di stratega della politica industriale e del finanziamento ad aziende e imprese. La sua rivale Aubry aveva presentato un progetto per la creazione di una Banca pubblica per gli investimenti all’industria e una bozza di riforma per gli aiuti alle imprese. Secondo il Sindaco di Lille, infatti, i licenziamenti effettuati da parte di aziende che possiedono liquidità devono avere per l’impresa costi molto più alti di quelli attuali.

Chiunque sarà il futuro Presidente della Repubblica francese, è certo che il tema della crescita (o ripresa) industriale rappresenterà un nodo centrale dei prossimi mesi e anni.

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