Una tassa? Macché. La congestion charge sarà per Milano un’opportunità indispensabile per risolvere i problemi di mobilità del centro della città e per migliorare la qualità della vita dei cittadini. È questo il pensiero di Maria Berrini, direttrice dell’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio del comune di Milano (Amat) ed ex responsabile regionale per l’ambiente del Partito Democratico, in ballottaggio fino all’ultimo con Pierfrancesco Maran per il posto di assessore all’Ambiente nella giunta guidata da Pisapia.
Da gennaio 2012 Ecopass cambierà volto, trasformandosi da pollution charge a congestion charge. Come valuta quest’evoluzione del progetto?
Dopo quattro anni la riforma dell’Ecopass è un passo necessario. Il problema di fondo è che il sistema attuale prevede troppe esenzioni. Secondo stime dell’Amat, negli ultimi mesi soltanto il 15-20% delle vetture in transito per il centro della città paga la tassa. Norme così leggere non disincentivano davvero all’utilizzo dell’auto: per il bene di Milano servono riforme più rigide. Certo, non si può negare che qualche risultato ci sia stato, in particolare per quanto riguarda le macchine più vecchie, sostituite da vetture meno inquinanti, magari alimentate a metano e gpl. La situazione è migliorata ma, proprio a causa di troppe deroghe e agevolazioni, i risultati sono stati abbastanza limitati. Il centro è ancora troppo congestionato, l’inquinamento preoccupa. C’è bisogno dunque di una misura forte, in grado di dissuadere davvero gli automobilisti dall’utilizzare la macchina. In questo senso, la tassazione estesa a tutte le vetture mi sembra un segnale importante.
I nodi più spinosi, come prevedibile, riguardano le situazioni di esercenti e residenti, che chiedono delle agevolazioni. Ritiene giusto che queste categorie paghino come gli altri?
Credo sia nell’interesse dei lavoratori la costruzione di un centro città più sostenibile. La congestion charge sarà accompagnata da un piano che porterà alla risoluzione di problemi importanti: aumenteremo i parcheggi, ripenseremo le zone di carico-scarico e riqualificheremo alcune aree. Per quanto riguarda i residenti, il Comune ha proposto loro un pacchetto di quaranta ingressi gratuiti all’anno. La proposta mi sembra ragionevole, speriamo venga accettata.
Si stima che il nuovo Ecopass possa portare nelle casse del Comune circa trenta milioni di euro. Come verranno reinvestiti questi soldi?
Saranno spesi dal primo all’ultimo per finanziare progetti di mobilità sostenibile in tutta la città, non solo in centro. La costruzione di parcheggi di interscambio e di nuove corsie preferenziali, il miglioramento delle zone di carico-scarico, l’allungamento delle piste ciclabili sono priorità che, grazie a questi nuovi introiti, avranno uno slancio importante. Certo, il Comune dovrà probabilmente metterci del suo, ma questi milioni sono un’ottima base di partenza.
Crede sia necessario attuare un potenziamento dei mezzi di superficie per offrire ai cittadini più opportunità di trasporto?
Quando avremo liberato il centro dalle macchine i trasporti pubblici si potenzieranno da soli. Gli autobus impiegheranno la metà del tempo a percorrere gli stessi tragitti, aumenterà la frequenza dei mezzi e diventerà più gradevole il servizio. In questo senso la congestion charge avrà un effetto diretto sui trasporti, e si otterà senza spendere un euro.
Come ritiene che i cittadini accoglieranno le nuove tariffe? Non c’è il rischio di far passare il provvedimento come un tentativo di pesare sulle finanze dei cittadini?
Il tempo lo dirà. Di certo non bisogna fermarsi alle apparenze, ma giudicare la riforma nel suo complesso. Nel referendum di giugno i cittadini hanno espresso un parere forte riguardo l’estensione dell’Ecopass, noi oggi stiamo agendo seguendo quell’indicazione democratica. Io ritengo la tariffa di cinque euro assolutamente equa e in linea con le media europea. Inoltre va sottolineato come i mezzi pubblici siano utilizzati soprattutto dai cittadini col reddito più basso: la decongestione del traffico, che porterà ad una maggiore efficienza dei trasporti, avvantaggerà proprio loro. Considero il centro di Milano un bene comune, un elemento da salvaguardare. In questo senso, l’Ecopass a cinque euro non va letto come un divieto ad entrare nel cuore della città, ma come un invito a scegliere forme alternative per farlo.
Leggi anche: