CANNES – Juha Kähkönen. È un nome a cui dovremo abituarci nelle prossimi mesi. È il funzionario finladese del Fondo monetario internazionale a capo dell’«Italian desk», l’ufficio che segue appunto lo stato di saluto dell’economia italiana. Già da domenica, dicono alcune fonti a Linkiesta, sarà a Roma, alla testa di una delegazione del Fondo, per iniziare il monitoraggio dei conti italiani e non a fine mese come invece indicato da Christine Lagarde, direttore generale del Fmi.
Il capo dell’Italian desk al Fondo Monetario, il finlandese Juha Kähkönen
Nella versione ufficiale, è stato il governo italiano a invitare il Fondo a certicare periodicamente l’applicazione delle misure di risanamento annunciate nella lettera alla Bce del 26 ottobre. In realtà, il “monitoring” è stato praticamente imposto da Francia e Germanica dopo che si era capito che nessuno fra i paesi emergenti, Cina e Brasile in testa, era disposto a mettere denaro sonante dentro il fondo salvastati (Efsf). L’alta sorveglianza internazionale è stata indicata dal presidente Usa Barack Obama come «un esempio delle misure di fiducia necessarie» per riportare calma sui mercati. In realtà, l’unica misura possibile, visto che di soldi per sostenere le quotazioni dei titoli di Stato (italiani e non solo) non ce ne sono. Berlusconi ha detto di avere «concordato con il Quirinale la nostra richiesta di certificazione all’Fmi».
Il monitoraggio del Fondo monetario internazionale riguarderà l’attuazione degli impegni elencati nella lettera del governo inviata il 26 ottobre a Bruxelles. La prima scadenza degli impegni è il 15 novembre, data entro cui andrà definito il piano strategico di revisione dei programmi cofinanziati dei fondi strutturali 2007-2013. Entro l’ultima settimana di novembre andranno poi approvati i provvedimenti sviluppo, oltre alla legge di stabilità.
La data del 30 novembre, inoltre, è il termine ultimo per la predisposizione di una garanzia «reale» dello Stato per i mutui prima casa di giovani coppie; l’approvazione della legge di riordino generale degli incentivi contenuto nello statuto delle imprese; definizione del piano di dismissioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico. Per fine anno, sono invece attesi diversi provvedimenti: interventi a favore dell’occupazione giovanile e femminile; misure di sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione; rimozione vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica; la definizione del programma per la riorganizzazione della spesa pubblica; approvazione di tutti i provvedimenti attuativi della riforma universitaria; misure di impulso al sistema infrastrutturale del Paese e definizione di standard contrattuali tipo che facilitino il ricorso al project financing.