I berluscones sfiduciati: «Stiamo contando le ultime pecore»

I berluscones sfiduciati: «Stiamo contando le ultime pecore»

«È finito. È tutto finito». Dalle parti della maggioranza c’è chi fotografa così la situazione politica. Senza troppi giri di parole. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è pronto a dimettersi? Tra i berlusconiani l’ipotesi prende piede, per usare un eufemismo. Di tanti fedelissimi del Cavaliere – ce ne sono ancora – solo in pochi rispondono al telefono. Ma chi ha voglia di parlare si sfoga. «Le dimissioni in serata. Al più domani, subito dopo il voto sul Rendiconto generale dello Stato» spiegano da un ufficio di governo. «Quel che è certo e che ormai Berlusconi è pronto al passo indietro». Il morale è a terra. L’atmosfera «è tetra», ammettono. Ma la situazione resta poco chiara. Le indiscrezioni che si diffondono parlano di un governo di transizione a guida Gianni Letta. Qualcuno smentisce. «Che io sappia – racconta un berlusconiano – Letta si è chiamato fuori». Qualcun altro conferma. «Sì, il progetto è questo».

Qualche irriducibile non abbandona la speranza. «Stiamo contando le ultime pecore» rivela un senatore di lungo corso. «Attenzione perché il Cavaliere potrebbe anche spuntarla. Il Rendiconto potrebbe passare per qualche voto. E se abbiamo anche un solo voto in più Berlusconi ha il dovere di provarci». Poi l’interlocutore corregge il tiro: «Certo che la figura di Prodi il premier non deve assolutamente farla. Se si accorge che non ha i voti deve farsi da parte». 

Nel frattempo la notizia delle probabili dimissioni del presidente del Consiglio raggiunge Milano, l’indice della Borsa sale del 2 per cento. Lo spread inizia a scendere. I telefoni di molti berlusconiani squillano a vuoto. In tanti preferiscono prendere tempo. «Sentiamoci più tardi, mi richiami nel pomeriggio». Si millantano fantomatici vertici che difficilmente il Cavaliere potrà presiedere. Stamattina Berlusconi è volato a Milano per incontrare i figli, tornerà nella Capitale solo in serata. 

Tra i parlamentari hanno fatto molta impressione le due “soffiate” di questa mattina, entrambe provenienti dall’ala amica del giornalismo italiano. Prima il vicedirettore di Libero Franco Bechis, poi il direttore del Foglio Giuliano Ferrara hanno rivelato che il Cavaliere è pronto a dimettersi. «È questione di minuti» ha affondato l’elefantino. «Leggendo i giornali e le indiscrezioni delle ultime ore – spiegano da un ministero – siamo convinti che effettivamente sia così». «Personalmente sono molto preoccupato dalla china che sta prendendo la situazione» ammette con timore un parlamentare del Pdl. 

Nella Lega non tutti sembrano disperarsi davanti all’ipotesi un passo indietro del premier. Si ragiona sulla possibilità di un governo tecnico con l’appoggio dell’Udc. «In quel caso noi andremmo all’opposizione. Un anno e mezzo così e forse potremmo anche recuperare un po’ di consenso tra i nostri ex elettori» spiega un esponente del Carroccio. Incertezza. Ma anche rabbia. «Non sopporto di vedere tutti ’sti falsi in giro» ammette un berlusconiano al telefono. Qualcuno raccoglie lo sfogo del sottosegretario agli esteri Stafania Craxi, che pochi mesi fa era finita al centro delle polemiche per aver rilasciato un’intervista in cui criticava il premier. «Ma all’epoca andava tutto bene, e tanti mi hanno dato della traditrice. Sono gli stessi che scappano adesso che la nave affonda».  

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