Maledetta crisi economica. Disoccupazione, povertà, imprese che chiudono. Mancava poco e la speculazione finanziaria rischiava di rovinare anche la settimana corta dei parlamentari italiani. Per fortuna così non è stato. I deputati della XVI legislatura possono ringraziare il governo che ha definitivamente esautorato le Camere di ogni responsabilità politica. Le decisioni «improrogabili» di cui parla il capo dello Stato le prendono altri. A Palazzo Grazioli, al Quirinale. Al massimo a Palazzo Chigi.
Nel pieno della bufera, mentre si susseguono frenetici gli incontri dei leader di partito, a Montecitorio si respira un’aria rilassata. Alle 16.50, mentre in Aula è in corso la discussione generale sulle norme per la tutela della libertà d’impresa, partecipano ai lavori ben dodici deputati. Una pattuglia bipartisan: isolati sugli scranni si notano tre esponenti del Pdl, tre del Pd, un leghista, uno dell’Udc. Qualcun altro chiacchiera al centro dell’emiciclo. Sono più numerosi i ragazzi di una scuola che assistono alla scena seduti in tribuna.
D’altronde questa settimana c’era il ponte. E meno male che la scorsa estate il ministro dell’Economia Giulio Tremonti è tornato sui suoi passi e ha evitato di cancellare le festività infrasettimanali (come pure aveva proposto). Perché l’Italia sarà pure sotto attacco della speculazione, ma almeno i deputati hanno potuto celebrare con la giusta dedizione il giorno dei Santi. E già che c’erano anche la più pagana ricorrenza di Halloween. Che sarà pure una festa americana, ma in tempo di globalizzazione non si sa mai.
«È desolante». Così racconta al telefono una deputata della maggioranza, mentre seduta su un divanetto di Montecitorio osserva il Transatlantico deserto. Intanto le decisioni le prendono altri. Per mettere al riparo l’Italia dalla crisi sono in corso le riunioni del governo. Vertici ristrettissimi. Partecipano al massimo una decina di persone, i ministri del Cavaliere. Nessuna ipocrisia: è giusto che mentre il Paese affronta una delle peggiori crisi del dopoguerra l’Esecutivo faccia quadrato e provi a rispondere senza lungaggini e tentennamenti. Ma allora – realismo per realismo – perché non sospendere direttamente le sedute della Camera? Si eviterebbero scene imbarazzanti come quella di oggi.
Ma siccome lo stipendio è quello che è, alla fine succede che a Montecitorio i deputati sono costretti ad andare lo stesso. Persino durante la settimana dei morti. Almeno ritmi e calendario sono blandi. Simil vacanzieri. Questa settimana i giorni di lavoro (si fa per dire) sono due. Anzi, uno e mezzo. Per evitare le defezioni di tanti ritardatari la presidenza della Camera ha convocato la seduta odierna alle 16. Si discute il disegno di legge di ratifica dello Statuto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili. La proposta di legge per la tutela della libertà d’impresa. In programma è stata inserita anche la discussione di una mozione sul piano industriale di Alenia Aeronautica. I “lavori” proseguono anche domani. Poi tutti a casa, sciogliete le righe. Che tanto a Cannes è iniziato il G20. L’attenzione dei media è tutta sull’evento francese. Le decisioni «improrogabili» si prendono lì.