L’Istat lo aveva annunciato il 16 novembre che l’Italia non avrebbe pubblicato la stima preliminare sul Pil del terzo trimestre. Si deve a questo la riga vuota nei dati Eurostat (vuota come quelle di Irlanda, Grecia, Malta e Lussemburgo). L’andamento dell’economia tra luglio e settembre si conoscerà solo in occasione della stima definitiva in calendario per il 21 dicembre. L’istituto di statistica ha spiegato che sono state compiute delle revisioni sui dati precedenti e che questa procedura ha impedito il calcolo della stima preliminare del terzo trimestre. L’opinione generale degli economisti è che tra luglio e settembre l’economia italiana si sia contratta e che un ulteriore declino si verifichi nel quarto trimestre. I segnali infatti non sono buoni, come confermano i dati diffusi dall’Istat il 7 dicembre, che accentuano i timori: cala infatti in misura superiore alle attese la produzione industriale. A ottobre: -4,2% su base annua e -0,9% rispetto a settembre. La rilevazione mette ulteriormente in evidenza il rallentamento dell’economia italiana che – in base alle stime dell’Ocse – scivolerà in recessione il prossimo anno, con un calo del Pil pari allo 0,5%. Un quadro preoccupante se si aggiunge ai numeri diffusi dall’Eurostat il 6 dicembre (riportati nella nostra infografica): la crescita del Pil Ue è ridotta al lumicino. Un misero +0,3% rispetto al trimestre precedente. E ancora meno – lo 0,2% – nei 17 Paesi dell’Eurozona.
8 Dicembre 2011