No al Principato di Salerno, per la Cassazione è illegittimo

No al Principato di Salerno, per la Cassazione è illegittimo

Salerno dice addio alle sue ambizioni di “indipendenza”. La Corte di Cassazione ha infatti dichiarato «illegittima» la richiesta di referendum, avanzata dalla provincia di Salerno, per l’istituzione di una nuova regione, il Principato di Salerno. Secondo la Cassazione, la richieste avanzate da oltre 80 consigli comunali del salernitano (su 158) non sono sufficienti a chiedere il referendum. Nella sentenza, i giudici hanno puntato il dito anche contro la «singolarità della denominazione che si intende attribuire alla istituenda Regione». Salerno resterà così ancorata alla «presenza ingombrante di Napoli, una città che» secondo i sostenitori del progetto «assorbe tutti i vantaggi ed i finanziamenti e che lascia alle altre province solo le briciole».

La proposta di referendum era stata portata avanti dal presidente della Provincia di Salerno, l’onorevole Edmondo Cirielli (Pdl) insieme al consigliere regionale Federico Fortunato con l’appoggio dei vertici locali del partito. L’«autodeterminazione dei salernitani», così come l’aveva definita lo stesso Cirielli, prevedeva la creazione di una Regione Principato di Salerno, distaccata da Napoli e aperta ad altri comuni della Basilicata. «Per ragioni storiche, geografiche, culturali ed economiche la popolazione salernitana è diversa da quella napoletana e avversa al napolicentrismo», sosteneva Cirielli, che considerava questa la «battaglia più importante» della propria carriera politica. Cirielli, appresa la sentenza, ha espresso parole dure nei confronti della Consulta, definendola una “sentenza politica” che calpesta la Costituzione Italiana. Il Sindaco di Cava dei Tirreni, Marco Galdi, ha preannunziato la volontà di ricorrere alla Corte di Giustizia dei Diritti dell’Uomo, in quanto la sentenza violerebbe il diritto di autodeterminazione dei popoli.

Edmondo Cirielli, presidente della Provincia di Salerno
L’iniziativa era stata già bocciata dalla Corte Costituzionale «in parte perchè inammissibile, e in parte perchè infondata». I salernitani avevano quindi tentato la strada del ricorso alla Cassazione, appellandosi all’art. 132 della Costituzione secondo cui si può “disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d’abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse”.

«Il 2 dicembre decideremo se per supportare questa proposta sia sufficiente il parere favorevole di un terzo dei consigli comunali del salernitano, o se sia necessario il via libera di un terzo degli elettori dell’intera Campania», aveva chiarito a metà novembre Corrado Carnevale, presidente dell’Ufficio per il referendum della Cassazione. Oggi, la sentenza, che definendo la richiesta di referendum «illegittima» pone fine alle ambizioni dei Comuni del salernitano e di Edmondo Cirielli. La Cassazione ha infatti stabilito che non erano sufficienti le deliberazioni dei soli comuni della Provincia di Salerno, ma che occorreva avere il consenso di un terzo dei Comuni che rappresentassero la popolazione del’’intera Regione Campania. Una brutta botta anche per tutti gli altri movimenti regionali indipendentisti d’Italia, dal Movimento per l’autonomia della Romagna al Movimento regione Salento, dai sostenitori del Molisannio a quelli della Moldaunia, che in questi mesi avevano sicuramente sperato nella vittoria dei colleghi salernitani.

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