Portineria MilanoFormigoni si fa tranquillizzare da Silvio: «Bossi non ti farà cadere»

Formigoni si fa tranquillizzare da Silvio: «Bossi non ti farà cadere»

«Roberto stai tranquillo, Bossi abbaia ma non morde». Silvio Berlusconi tranquillizza Roberto Formigoni sul futuro della giunta regionale lombarda dopo le minacce del Senatùr di staccare la spina. Incassa la promessa che il capogruppo del Pdl in consiglio regionale Paolo Valentini, ciellino doc, venga sostituito nei prossimi mesi e ottiene garanzie sul suo geometra di fiducia Francesco Magnano come sottosegretario.
È una vittoria a tutto tondo quella del Cavaliere sul Celeste, dopo il vertice di martedì 31 gennaio a villa San Martino, Arcore, per fare il punto sull’amministrazione regionale all’indomani delle intemperanze leghiste e degli arresti delle scorse settimane di Massimo Ponzoni e Franco Nicoli Cristiani. Sul tavolo, oltre al rimpasto di giunta, (dato per sicuro l’addio di Massimo Buscemi per l’entrata di Margherita Peroni ndr) anche il rilancio della politica lombarda in vista delle prossime elezioni amministrative.

Formigoni e Berlusconi non si vedevano da mesi. E tra i due non è corso buon sangue in questi due anni di mandato. Da un lato c’è stata la candidatura di Nicole Minetti nel listino bloccato nel 2010, che il governatore ha dovuto incassare, salvo poi prenderne le distanze come non fosse cosa sua. Dall’altro ci sono le aspirazioni del governatore a un ruolo politico nazionale. Vicenda, quest’ultima, che non ha mai attecchito nelle stanze di Arcore, tanto che il Cavaliere ha preferito nominare come suo delfino Angelino Alfano. In questi mesi Formigoni ha cercato così di ritagliarsi un ruolo all’interno del Popolo della Libertà. Ha chiesto con forza i congressi e ha rilanciato l’ipotesi delle primarie per la leadership del centrodestra.

Le inchieste che circolano da mesi intorno alla regione, però, non hanno aiutato l’ascesa formigoniana. E adesso il Celeste sembra aver perso il profilo battagliero di fine agosto, quando durante una cena durante il meeting di Rimini disse chiaro e tondo che «Berlusconi si deve ritirare perchè solo così il Pdl si sarebbe salvato», salvo poi smussare il giorno dopo. Il Cavaliere avrà pure abbandonato l’incarico di premier per fare posto a Monti, ma a livello di partito sembra vantare molto consenso, tanto che in molti, in primis il falco Daniela Santanchè ormai portavoce unica del (sedicente) “cerchio magico” berlusconiano, hanno chiesto che risalga «a bordo». A distanza di cinque mesi, quindi, Formigoni sembra sempre più stritolato nella morsa Bossi-Berlusconi. Con tutta probabilità dovrà rinunciare al suo capogruppo in consiglio e il resto del rimpasto di giunta dovrebbe esaurirsi con alcuni nuovi sottosegretari. La giunta sembra blindata. L’unico certo di andarsene è Buscemi, mentre Stefano Maullu e Francesco Colucci, in forse fino all’ultimo, al momento resistono.  

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