BERLINO – Un quinto dei tedeschi è antisemita «in modo latente». Atteggiamenti ostili contro gli ebrei e stereotipi negativi sono radicati «in misura considerevole» nell’intera società. A questo risultato è giunta una commissione straordinaria di esperti incaricati dal Bundestag di redigere uno studio annuale sulla situazione dell’antisemitismo nel paese. Un rapporto di 204 pagine, il primo da quando è stata adottata questa iniziativa, è stato presentato oggi a Berlino e si preannunciano polemiche.
L’espressione “Tu, ebreo!” usata come insulto è ancora molto diffusa in certe zone del paese. Così come tutta una serie di pregiudizi e ostilità sono ampiamente ancorati in modo trasversale in tutta la società tedesca, e non solo negli ambienti di estrema destra o tra l’Islam radicale. Non si tratta di violenza ma, «di una abitudine ad atteggiamenti di odio che si estende fino al centro della società», hanno scritto gli esperti tedeschi. Lo storico Peter Longerich, che ha partecipato allo studio precisa che, «l’antisemitismo nella nostra società si basa su pregiudizi ampiamente diffusi, cliché profondamente radicati e semplice ignoranza riguardo agli ebrei e all’ebraismo».
Non è un caso che l’ambiente delle tifoserie di calcio sia un calderone di queste manifestazioni. Frasi come “gli ebrei appartengono alle camere a gas”, o “Auschwitz è tornato” o ancora, “le sinagoghe devono bruciare” sono piuttosto frequenti in ambito calcistico soprattutto a livello regionale. Mentre la parola “ebreo” viene utilizzata in modo esclusivamente positivo nell’ambito dell’istruzione in Germania. Diversi studi realizzati dai dieci esperti convocati dal parlamento tedesco sono arrivati al verdetto praticamente unanime che il 20% della popolazione è «antisemita latente», cioè che, pur non riconoscendolo, cede facilmente ai pregiudizi.
Questa commissione straordinaria che indaga sulla situazione dell’antisemitismo è stata creata attraverso una legge del 2008 in occasione del settantesimo anniversario della “Notte dei Cristalli”, cioè l’inizio della persecuzione nazista contro gli ebrei. La commissione è stata incaricata di contrastare in modo deciso la diffusione dell’antisemitismo. Tra i suoi compiti figura quello di misurarne la diffusione nel paese. I lavori sono iniziati nel 2009: da allora indaga negli ambienti più disparati in Germania, dal lavoro al tempo libero fino ai media. Paragonata al resto d’Europa non è però la Germania il paese più antisemita, collocandosi piuttosto a metà classifica, preceduta da Polonia, Ungheria, Portogallo ma anche Spagna dove i livelli sono estremamente alti e superano il 50% della popolazione.
In particolare Internet, secondo i risultati di questo studio, funziona da cassa di risonanza per tutti coloro che vogliono disseminare odio contro gli ebrei. È soprattutto alla rete che si deve l’aumento significativo di posture antisemite tra i giovani. Solo «in alcuni casi» l’incitazione all’odio viene da ambienti dell’islam estremista, mobilitando in particolare giovani di origine turca o araba in generale. Allo stesso modo estremisti di destra, così come negazionisti dell’Olocausto usano internet senza alcuna paura para la diffusione della loro propaganda.
Al di là delle sfumature, come sempre è l’estrema destra che «risulta come la più significativa portatrice politica dell’odio contro gli ebrei», il 90% dei crimini che vengono compiuti contro ebrei in Germania sono da attribuire a individui che gravitano intorno a organizzazioni neonaziste o al partito Npd. Nonostante i neonazi si riconoscano tra loro anche su molti altri aspetti, l’antisemitismo appartiene al loro Dna, «è l’anello di congiunzione ideologico» che tiene insieme i suoi membri. Non con lo stesso significato, ma anche nella sinistra estrema si riscontrano manifestazioni antisemite, in particolare riguardo al diritto di esistenza dello stato di Israele. Per quanto riguarda invece l’antisemitismo di origine religiosa, questo è spesso un elemento che accomuna alcune correnti estremiste dell’Islam. Secondo gli esperti tedeschi ci sono attualmente in Germania 29 organizzazioni con un totale di 37mila 400 membri per cui l’odio contro gli ebrei è «una parte costruttiva della loro ideologia». In particolare difendono la negazione dell’Olocausto, e condannano l’esistenza di Israele.
C’è quindi ancora molto da fare, secondo quanto ha riconosciuto Wolfgang Thierse, vicepresidente socialdemocratico del Parlamento. Oggi in occasione della presentazione ha messo in guardia i presenti di fronte al rischio di affrontare il problema «solo di fronte a casi spettacolari». Sarebbe piuttosto necessario un lavoro continuativo, che non abbassa mai la guardia e che sopravvive alla disattenzione della stampa. «È un problema che dura nel tempo», ha insistito.
Juliane Wetzel, docente alla Technische Universität, che ha partecipato allo studio ha denunciato che, «non esiste una strategia precisa per lottare contro l’antisemitismo in Germania». Sradicare questo elemento significa adottare strategie a lungo temine e sostenibili. Fino ad ora i progetti sono stati scarsamente coordinati e hanno ottenuto solo per tempi brevi l’appoggio dello stato, secondo Wetzel.