NPAOLI – Erano annunciati cinque sindaci, un governatore regionale e un presidente di Provincia, alla fine si sono presentati (per disparati motivi) in tre: Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e soprattutto leader di Sinistra e Libertà; Michele Emiliano, vulcanico sindaco di Bari in perenne bilico fra Pd e Sel e Massimo Zedda, giovanissimo sindaco di Cagliari, sempre di Sel. Niente Giuliano Pisapia da Milano; Giorgio Orsoni da Venezia; Virginio Merola da Bologna nè Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma.
Ma non è stato un flop: Luigi de Magistris, gran cerimoniere dei Forum sui Beni comuni ha portato a casa un supplemento di luna di miele col suo popolo arancione, in questi ultimi mesi disorientato dalla rivoluzione d’estate diventata improvvisamente prassi (un poco grigia) di governo. Una passata di lucido et voilà: i toni tornano quelli della campagna elettorale e de Magistris sul palco si trova benissimo, meglio ancora se insieme al sindaco e come lui ex magistrato Emiliano. L’asse politico è ormai consolidato e se il primo cittadino partenopeo è più cauto, Emiliano lo va dicendo ormai da giorni, usando tutti i media a sua disposizione (è grande appassionato di twitter): «In questo momento De Magistris e Vendola sembrano più omogenei e coerenti con la mia visione. Bersani è lontanissimo, quasi irraggiungibile – afferma il sindaco barese -. Sostengo la necessita’ che la “transizione lunga” sia aiutata da una Lista civica nazionale che, alleata di Idv, Sel e forse anche Udc, Api e Fli, completi l’evoluzione della politica italiana verso la modernità». E non può non essere d’accordo un de Magistris che con questo schema ha “scassato” alle elezioni Comunali di otto mesi fa?
Dunque Napoli ha messo ufficialmente l’etichetta vintage alla foto di Vasto? “Giggino” scassatutto attacca a testa bassa il governo Monti: «Si arrocca intorno ai poteri perché teme queste nuove spinte che arrivano dalla società, come questo forum, pensato mettendo insieme i contenuti che arrivavano dal basso». Sul palco del teatro Politeama, gloriosa struttura solo da qualche anno recuperata al degrado, insieme a Vendola, Zedda, de Magistris ed Emilano c’è Antonio De Luca, operaio delegato Fiom. Ed è suo il momento più toccante: quando parla delle condizioni di lavoro nella Fabbrica Italia produttrice della nuova Fiat Panda a Pomigliano d’Arco, si commuove e fa scattare la platea in una standing ovation.
Già, la platea, il vero successo di de Magistris: tutto esaurito ai forum tematici della mattina, idem per la kermesse in teatro. Il primo cittadino napoletano, ex parlamentare Idv, sfodera i suoi assessori più “politici”: Rifiuti, Tommaso Sodano (no all’inceneritore); Welfare, Sergio D’Angelo (no ai tagli alle Politiche sociali); Beni Comuni, Alberto Lucarelli (no allo stravolgimento del referendum sull’acqua pubblica); Bilancio, Riccardo Realfonzo (no al cappio del patto di stabilità per favorire la crescita).
Poi la parola è agli ospiti: Nichi Vendola non parla di liste né di partiti, ma di una «rete di solidarietà per non lasciare che amministratori come de Magistris restino eroi soli». Il sindaco di Cagliari, Zedda, è sulla stessa linea: «nessuno si salva da solo, mentre insieme si può salvare il Paese». Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti non c’è, ma in un messaggio chiede che venga rimessa al centro della discussione «una nuova visione dell’etica politica per restituire centralità all’interesse generale». È Emiliano quello coi toni più forti: «Parte la nuova sfida per ricucire il Paese».
Poi è la volta di Luigi de Magistris che sfodera il piglio da campagna elettorale. Il suo staff delle Comunali è tutto lì, come quasi un anno fa (marzo) quando in un cinema cittadino l’ex pm annunciò la sua candidatura contro tutti e contro ogni previsione. Polemizza e ironizza col Partito democratico: «Molti del Pd mi amano – dice -. Molti tra la gente, del Pd, i dirigenti un poco meno». Strappa applausi, riproduce con abilità da consumato oratore tutti i temi che l’hanno reso forte in campagna elettorale. «Questo è un modello di democrazia dal basso non si può fermare con le carte da bollo come si è cercato di fare per il referendum sull’acqua pubblica». E ancora: «La mia esperienza personale insegna che non si vince concentrandosi sulle alleanza tra partiti, decidendo se mettere insieme Pd, Idv, Sel o altre forze, ma leggendo nel cuore e nella testa degli italiani, che sono già oltre i partiti».
Ultima stoccata, velata, al presidente del Calcio Napoli Aurelio de Laurentiis (che nei giorni scorsi aveva detto «A Napoli non funziona un cazzo»): «I privati ci possono aiutare a fare uno stadio, non il patrimonio pubblico». Ancora applausi. E il dado è tratto, c’è un’altra foto da mettere in cornice dopo Vasto. Si chiude con gli altoparlanti che pompano a tutto volume Patti Smith, “People have the Power” e un annuncio: la festa dei Beni comuni alla Mostra d’Oltremare di Napoli. L’ultima, grande, festa politica lì la fece un uomo che si chiamava Enrico Berlinguer.