La distribuzione dell’acqua potabile si presenta molto eterogenea sul territorio italiano. L’analisi per ripartizione geografica individua nel Nord-ovest l’area geografica in cui si rileva una maggiore erogazione di acqua potabile alla popolazione residente da parte della rete comunale di distribuzione, con 107,1 metri cubi per abitante, circa 15 metri cubi in più rispetto al dato nazionale. I valori regionali più alti dell’indicatore sono stati rilevati nella provincia autonoma di Trento (127,4 metri cubi per abitante) e in Valle d’Aosta (121,9 metri cubi). Le regioni del Centro presentano un valore di 96 metri cubi per abitante, lievemente più alto del valore nazionale, e si caratterizzano per una forte variabilità regionale dell’indicatore che passa dai 68,5 metri cubi per abitante dell’Umbria ai 111,3 del Lazio. Il Mezzogiorno si contrassegna come l’area geografica con una minore erogazione di acqua potabile: il volume annuo di acqua erogata per abitante è pari a 80,6 metri cubi e risente, anche in questo caso, di una forte variabilità regionale, con un valore massimo di 99,2 metri cubi in Calabria a un minimo in Puglia, che con 63,5 metri cubi di acqua erogata per abitante si contraddistingue per essere la regione con il valore più basso dell’indicatore.
L’indicatore utilizzato per la statistica
L’acqua erogata dalle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile rappresenta la quantità di acqua a uso potabile effettivamente consumata dai diversi utenti. Tale valore, proveniente dalla Rilevazione sui servizi idrici dell’Istat, è costituito dall’acqua consumata, misurata ai contatori dei singoli utenti, e dalla stima dell’acqua non misurata, ma consumata per diversi usi, come ad esempio: luoghi pubblici (scuole, ospedali, caserme, mercati), fontane pubbliche, acque di lavaggio delle strade, innaffiamento di verde pubblico, idranti antincendio. L’indicatore proposto è calcolato rapportando il volume annuo di acqua erogata dalle reti comunali di distribuzione alla popolazione residente sul territorio nell’anno di riferimento dei dati. L’indicatore non tiene, quindi, conto della popolazione presente che, soprattutto nei comuni a maggiore vocazione attrattiva (per motivi di studio, lavoro, turismo), in determinati periodi dell’anno può variare molto rispetto alla popolazione residente, generando pertanto valori pro capite più alti rispetto alla media. Di contro, valori bassi dell’indicatore possono essere rilevati sui comuni dove la gran parte della popolazione sceglie di risiedere, ma dai quali si allontana quotidianamente, o per periodi più o meno lunghi, per motivi di studio o lavoro. Valori bassi dell’indicatore possono, inoltre, originarsi in quei comuni in cui sono presenti forme autonome ed individuali di approvvigionamento e distribuzione dell’acqua potabile.
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