«Almeno lei è alla fine del tunnel mentre noi non riusciamo ancora a vederla». Nigel Farage era in treno quando l’abbiamo raggiunto al telefono e abbiamo dovuto aspettare che attraversasse il tunnel sotto la Manica che collega Londra a Bruxelles per continuare la nostra chiaccherata. L’eurodeputato inglese che sotto il governo Major lasciò i conservatori in segno di protesta per aver firmato il trattato di Maastricht è diventato un’icona dell’euroscetticismo. Nell’Europarlamento Farage, assieme a Francesco Speroni della Lega Nord, sono i co-presidenti del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia. Come un orologio rotto i suoi discorsi anti euro adesso segnano l’ora giusta. E Farage ride se gli si chiede se ora si senta una Cassandra: «È stata un’esperienza molto divertente, mi prendevano per i fondelli, mi offendevano, sono stato trattato in vari modi. Ora quello che posso dire è che quando parlo al Parlamento europeo non vola più una mosca. Sono sicuro che in privato molti si dicano: “Dio mio, forse questo ha ragione”».
Lei alla Zanzara di Radio 24 disse che Mario Monti è un fantoccio e che Napolitano andrebbe licenziato. Oggi Monti incontra il primo ministro inglese David Cameron.
«Quello che è successo in Italia è assolutamente disgustoso. David Cameron adesso incontra Monti ma se Monti venisse da qualsiasi altro Paese al mondo dove il primo ministro è stato rimosso e rimpiazzato da qualcuno che non era membro del Parlamento e che ha nominato un governo di gente che non è mai stata eletta, se questo non riguardasse l’Italia, Cameron direbbe che bisognerebbe approvare delle sanzioni contro quel Paese per via della pura natura anti-democratica di quanto accaduto. Quanto successo da voi è abominevole».
Ma se fosse rimasto al suo posto Berlusconi sarebbe riuscito a tirare fuori l’Italia dai suoi guai?
No, il debito italiano è a un livello tale che difficilmente ce l’avrebbe fatta. Ma il punto è: questa decisione non doveva essere presa dal corpo elettorale?Anche perché Monti è uno degli architetti dell’euro e perciò di una costruzione che ha portato così tanta disoccupazione e miseria. Ma dovrebbe essere la gente attraverso le elezioni a decidere il da farsi e non Mr Monti.
Lei una volta ha detto che l’Italia non avrebbe mai dovuto fare parte dell’euro. Ma se ora la moneta unica dovesse collassare, crede che gli Stati nazionali vivrebbero meglio?
Credo che la Grecia quest’anno lascierà l’Eurozona, e credo anche che sia inevitabile anche per il Portogallo lasciare l’euro. Ma l’establishment dirà sempre che lo status quo è meglio e che senza l’euro il cielo cadrà sulla nostra testa e il sole non sorgerà più. C’è un’analogia che le racconto: nel 1992 il Regno Unito lasciò il Sistema monetario europeo (Sme). Avevamo tassi di interessi alti, un record di default, e una disoccupazione in crescita. Tutti ci dicevano che lasciando lo Sme saremmo andati incontro al disastro. E sa invece cosa è successo? Che il giorno dopo il sole è sorto lo stesso il giorno dopo e c’è stato un riaggiustamento. L’euro non è la soluzione. Quello che invece occorrerebbe è un dibattito maturo su quali possano essere le alternative.
Mario Monti teme che se fallisce ci saranno conseguenze gravi nell’elettorato. Lei ritiene invece che già la sua nomina, per il modo in cui è avvenuta, possa aprire la porta a pericolosi estremismi…
Se togli alla gente il diritto di esprimersi questo porta o verso un maggiore estremismo o verso manifestazioni di piazza. Questo è il pericolo. La democrazia è una valvola di sicurezza ma in Italia questa valvola è stata rimossa.
Va bene, passiamo allora all’Ungheria. Ora il premier Orbàn ha cambiato strada ma crede che i suoi tentatvi di smarcarsi dalla Ue lo facciano essere un modello per altri leader o che si tratti di un pericoloso tentativo autoritario?
«Orbàn ha un suo certo charme nel modo di apparire e di essere ma quello che sta facendo è un passo troppo in avanti. Per un Paese che ha goduto di un buon grado di libertà per soli 20 anni, avere un leader che prende tutto il controllo delle istituzioni statali credo sia abbastanza preoccupante».
Twitter: @jacopobarigazzi