Corruzione, si dimette il presidente Wulff. Il conto lo pagherà la Merkel?

Corruzione, si dimette il presidente Wulff. Il conto lo pagherà la Merkel?

BERLINO – “Il paese ha bisogno di un presidente che può reggere le sfide nazionali e internazionali e che gode non solo della fiducia della maggioranza ma di un’ampia maggioranza della popolazione. Io non ho più questa fiducia”, con queste parole, la voce rotta e un messagggio letto a testa bassa in pochi minuti tra la pioggia dei flash, si è dimesso questa mattina il presidente tedesco Christian Wulff, la cui posizione è stata lentamente corrosa da uno scandalo di corruzione. Le dimissioni sono un colpo durissimo, ma non mortale, per il Governo di Angela Merkel.

La notizia era nell’aria da questa mattina presto: quando la cancelliera Angela Merkel ha annullato il suo viaggio in Italia si è capito che la situazione era seria. La notizia di una conferenza stampa alle undici nel castello di Bellvue è stata la conferma di quello che da tempo era nell’aria. È stata una lunga agonia, era solo questione di tempo e oggi il tempo è scaduto. Wulff, esponente della CDU, ha ricordato nel messaggio i temi che ha difeso durante il suo breve mandato: l’integrazione (fu sua la famosa frase: “l’islam appartiene alla Germania”) e la lotta contro l’estremismo di destra. Ha attaccato la stampa, dicendo che “le informazioni pubblicate negli ultimi mesi ci hanno ferito”. Ha riconosciuto “errori” ma si è detto “sincero”. Ha poi ringraziato sua moglie.

In un messaggio ancora piú breve, Merkel ha ricordato i meriti di Wulff che si é battuto per le diversitá nel paese, un tema che “rimarrá legato al suo nome”. Ha sottolineato che le sue dimissioni rafforzano l’idea di Stato in Germania, nella misura in cui tutti sono uguali davanti alla legge. E infine ha aggiunto che per la scelta del nuovo presidente condurrá consultazioni anche con le principali forze dell’opposizione, SPD e Verdi. È il secondo presidente che presenta le dimissioni nel corso dell’attuale mandato di Angela Merkel. Horst Köhler, anche lui cristianodemócratico della CDU, si era visto obbligato a rinunciare all’incarico dopo aver concesso un’intervista alla radio in cui metteva in relazione gli interessi economici della Germania con la missione in Afghanistan: un ovvietà, ma anche un tema tabú per la carica più alta dello stato.

Per la successione, governo e opposizione avevano presentato i rispettivi candidati, da una parte Christian Wulff e dall’altra Joachim Gauck, un ex dissidente del regime comunista nella Germania est, che gode di enorme popolaritá tra i cittadini tedeschi. A tutti apparve allora più appropriato il candidato dell’opposizione per i suoi meriti nella lotta per i diritti civili. Ma Merkel aveva un problema da risolvere in casa: ed era quello di sistemare una volta per tutte l’astro nascente di Wulff, suo rivale interno. I numeri erano dalla parte della cancelliera e Wulff fu eletto senza problemi.

Le sue dimissioni oggi danneggiano la Merkel nella misura in cui la cancelliera non è stata in grado di proporre ed appoggiare un candidato adeguato alla presidenza. Che la scelta di Wulff non fosse adeguata era stato sottolineato da analisti politici di tutti i colori. Gli eventi, che si sono susseguiti in un lento ma inesorabile climax, sono precipitati ieri quando la procura di Hannover ha chiesto di rimuovere l’immunità al presidente per permettere un’indagine che lo vede protagonista in un caso di corruzione. A un italiano potrebbe far sorridere ma i fatti in questione sono questi: quando era governatore del Land della Bassa Sassonia Wulff avrebbe trascorso una vacanza insieme al suo amico produttore cinematografico David Groenewold, anche lui indagato, sull’isola di Sylt. La vacanza fu interamente pagata da Groenvold, nonostante Wulff abbia detto che pagó la sua parte in contanti direttamente all’amico. Un anno prima il governo della Bassa Sassonia presieduto da Wulff aveva concesso fondi per un millione di euro al gruppo di Groenewold.

A queste accuse si sommanno altre vicende analoghe: dallo scorso dicembre, poi, Wulff è accusato di aver ricevuto un prestito “privato” di 500mila euro a tasso agevolato dall’amico e imprenditore tedesco Egon Geerkens. La situazione del presidente ha iniziato a farsi inspopportabile quando i giornalisti della Bild rivelarono di essere stati minacciati personalmente dal presidente qualora fosse uscito un articolo sul suo conto che riportava precisamente questa storia. Ma anche dopo la pubblicazione di estratti del suo messaggio minatorio, Wulff si è afferrato fino ad oggi al potere. La stampa non gli ha peró perdonato la “leggerezza” indegna di un presidente de lla Repubblica Federale, che gode di autoritá morale in Germania. Nell’ultimo mese ogni giorno è apparsa una nuova accusa: avrebbe affittato nel 2010 un SUV della Skoda a prezzo scontato e avrebbe goduto di “upgrade” di favore sui voli Lufthansa.

La carriera politica di Wulff finisce qui, esiste ampio consenso su questo punto. Meno ovvie sono le conseguenze per il Governo di Merkel. A caldo, gli esperti intervenuti prima e dopo della conferenza stampa nel castello di Bellevue. I punti di vista si articolano sostanzialmente su due posizioni: c’è chi prevede una crisi di stato e chi si limita a constatare che si tratta di un duro colpo per la coalizione di Governo gié precaria.

L’Unione (CDU e CSU) di Merkel governa in coalizione con i soci liberali dell’FDP, un partito che attraversa una grave crisi esistenziale e che è passato dall’11% al 3% delle preferenze nei sondaggi. La crisi dei liberali e le continue differenze tra i soci di governo hanno gia pesantemente indebolito la coalizione. Però in questa situazione la cancelliera rimane il personaggio politico piú popolare ed è considerata dalla popolazione la persona più adeguata per guidare il paese di fronte alle sfide attuali (in particolare sul piano europeo). Tra i possibili successori di Wulff la stampa cita i seguenti nomi: Wolfgang Schäuble, ministro di Finanza, Ursula Von der Leyen, ministra del lavoro, Norbert Lammert, presidente del parlamento e Klaus Töpfer, ex ministro dell’ambiente, tutti della CDU. Ma la volontá della cancelliera di trovare un candidato che vada bene anche per l’opposizione porta a pensar un’altra volta a Joachim Gauck, o Andreas Voßkuhle presidente della Corte Costituzionale.  

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