Portineria MilanoFormigoni spinge la Cittadella della Salute verso l’area Falck

Formigoni spinge la Cittadella della Salute verso l’area Falck

C’è il parere favorevole di Davide Bizzi, l’immobiliarista milanese di Sesto Immobiliare che ha rilevato l’area Falck di Sesto San Giovanni dopo il crack Zunino, sull’accordo tra il sindaco sestese Giorgio Oldrini e il presidente di regione Lombardia Roberto Formigoni per costruire in questa zona «La cittadella della Salute». È un’operazione che potrebbe finalmente sbloccare l’annosa vicenda che riguarda l’ex aree dove sorgevano le acciaierie del grande boom industriale italiano, su cui sta lavorando da diversi anni, dal punto di vista architettonico e urbanistico, un architetto di fama internazionale come Renzo Piano.

L’intesa tra Oldrini-Formigoni e Bizzi, quindi, potrebbe soprattutto velocizzare i lavori di bonifica, secondo degli elementi essenziali insieme all’approvazione del programma integrato, per chiudere una partita che si pone come data di scadenza il 31 dicembre del 2012 come previsto dalla Consob sull’operazione di cessione di Risanamento. Del resto, si tratta di una proprietà di oltre 1 milione e 300 mila quadrati, già falcidiata dalle inchieste sul sistema Penati, che grazie a un intervento pubblico potrebbe ridare anche ossigeno ai grandi gruppi bancari, da Unicredit a Intesa San Paolo, che hanno affidato a Bizzi uno dei progetti di riqualificazione più complessi in Italia.  Come d’altra parte potrebbe allo stesso tempo vedere la luce l’idea di unire l’Istituto Nazionale dei Tumori e l’Istituto nazionale neurologico Besta, già oggetto di polemiche sia politiche e finanziarie, quando doveva essere affiancato al Sacco oppure insediarsi al Parco Sud o a Porto di Mare. Tutte soluzioni che avevano fatto lievitare i costim tanto che il 23 dicembre scorso regione Lombardia ha destinato alla Città della Salute 300 milioni, presi dal fondo di rotazione istituito con l’assestamento di bilancio del mese di luglio.

Come si legge in una nota del comune di Sesto, «il Pii (Programma integrato d’intervento) è stato adottato lo scorso 9 settembre dal consiglio sestere ed è attualmente in Regione per la fase di approvazione della Via e dell’esame della struttura del grande commercio. Dovrebbe terminare tutto l’iter nelle prossime settimane, dopo di che potrebbero iniziare i lavori di bonifica». L’idea potrebbe essere realizzata anche in vista dell’Expo 2015 di Milano. Ma c’è già chi inizia a storcere il naso. Come l’assessore alla Salute Luciano Bresciani, medico personale del leader della Lega Nord Umberto Bossi, che contattato da Adnkronos salute, spiega « È mia competenza -spiega- assicurare ai cittadini, ‘cuorè del sistema sanitario regionale, servizi solidi, accessibili e adeguati E quindi »accertarmi che la Città della Salute sorga in un’area stabile, ben collegata e senza problemi di natura ambientale».

Della vicenda dell’ex area Falck si è parlato a lungo in questi anni. Di mezzo ci sono stati i grandi interessi degli immobiliaristi, per primo Zunino, ma poi si sono aggiunti quelli delle banche da Intesa San Paolo a Unicredit fino a Bpm che hanno deciso di affiancare Bizzi nel 2010 nell’impresa di riqualificare questa maxi area alle porte di Milano. Come spiegava nel dettaglio il quotidiano Altraeconomia nei mesi scorsi, la zona dovrebbe essere così suddivisa. 607 mila metri quadrati (il 60 per cento del totale) di edilizia residenziale, mentre il resto dovrebbe essere spartito tra settore produttivo, commerciale, grande distribuzione e terziario. L’area ospedaliera dovrebbe occupare sì e no circa 100mila metri quadrati, anche se non è ancora possibile sapere i dati nel dettaglio perchè il progetto deve essere ancora approvato.

Solo a quel punto potrà essere valutata anche la copertura dei costi, per un’operazione che costò alle banche circa 575 milioni di euro, esponendo Bizzi per 274 milioni. In sostanza, però, i vantaggi maggiori dell’operazione li avranno comunque banche che secondo la relazione di Sesto Immobiliare, dovrebbero sborsare circa 2,7 miliardi di euro.
Nella Relazione, il gruppo di Bizzi spiega che «il Proponente ha sottoscritto contratti di finanziamento con il sistema bancario per un commitment complessivo di 500 milioni di euro circa per firma e per cassa, unita a una manifestazione di disponibilità a supportare la parte residua». Ora la regione potrebbe mettere circa 300 milioni di euro, che di questi tempi non farebbero di sicuro male. 

Caso vuole che nel giorno dell’accordo sulle aree Falck, il consiglio di Sesto abbia approvato anche la variante sulle aree ex Marelli, queste ancora di proprietà dei due grandi accusatori di Filippo Penati, Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini. Con 17 voti a favore (parte della maggioranza di centrosinistra, più il consigliere del Gruppo Misto), nove astensioni (Pdl, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani) e due contrari (Lega Nord e Verdi) il consiglio ha così approvato la ratifica della variante al ‘Piano Integrato di Intervento ex Marelli’, intervento urbanistico. Pasini, non era in aula. 

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