NAPOLI – Prima il politico Pd Nicola Oddati. Poi il cantautore Roberto Vecchioni. Poi ancora i tecnici Sergio Marotta e Francesco Caruso. E ora al Forum delle Culture resta una stanza con una poltrona vuota: nessuno al comando della Fondazione che avrebbe dovuto gestire l’evento del 2013 e che invece è di fatto svuotata di economie, significato e funzioni. Sarà il sindaco di Napoli Luigi de Magistris a prendere in mano le redini del Forum Universale delle Culture 2013 e tentare di domare questo cavallo pazzo, imbizzarrito perché senza biada (la pioggia di soldi non ci sarà) e forse nemmeno purosangue capace di correre lontano.
L’ennesimo colpo di scena intorno al Forum si è consumato in poche ore. In primis, le dimissioni di Peppe Barra: l’attore e cantante napoletano era nel comitato scientifico e ha mollato la presa non senza polemica. In mattinata, durante una seduta del Consiglio comunale convocata proprio sul grande evento del 2013, Luigi de Magistris ha confermato un suo progetto da tempo nell’aria, cioè quello di occuparsi in prima persona del Forum. Lo ha fatto dopo aver avuto l’ok dal governatore Stefano Caldoro: la Regione è partner fondamentale dell’evento. «Ci assumeremo direttamente la responsabilità del Forum – dice de Magistris -. La Fondazione è diventata in parte una sovrastruttura che appesantisce, mentre il Comune e la Regione, con le loro società in house potranno gestire il tutto con un risparmio di mezzi e di soldi».
Dunque un evento “fatto in casa”. Del resto i soldi sono quelli che sono: da 150 si è passati 15 milioni d’euro per 101 giorni di eventi. E proprio per superare questo insormontabile ostacolo, la decisione di scardinare tutto quanto fatto finora. Riaprire i bandi per i progetti ed estenderli non solo al centro storico ma all’intero territorio cittadino. Ciò, affinché una serie di fondi europei destinati alle riqualificazioni urbane possano finire nel programma del Forum 2013.
Insomma, una rivoluzione. Ma, si affretta a precisare il primo cittadino: «Non c’è nessuna volontà egemonica». Tuttavia nell’Asilo Filangieri, deserto cuore operativo dell’evento, a due passi da San Gregorio Armeno, regno dei presepi e dei pastori, qualcosa si muove. L’ambasciatore Francesco Caruso, attuale direttore generale della Fondazione, voluto da Caldoro, fa fagotto. Lasciando un lettera che è un j’accuse durissimo: «Mi sono trovato ad operare in una Fondazione di cui tutti, da tempo, conoscevano difficoltà, convulsioni e complessità nella governace. Fondazione che si è voluto diventasse un “cortile” completamente sprovvisto dei mezzi e strumenti necessari – scrive l’ambasciatore – mezzi e strumenti pur esistenti, ma ostinatamente mantenuti fuori dalla fondazione. Presidenti rimossi, nominati, ancora rimossi o semplicemente designati e per tanto mai garanti dell’effettivo suo funzionamento. Fondi anche strumentalmente mai pervenuti da parte delle istituzioni fondatrici. Di più: un cortile oggetto di continue incursioni avventuristiche e provinciali, mediaticamente strumentalizzata, intese a ritardare o addirittura vanificare il lavoro che, nonostante tutto, la fondazione andava elaborando». Il commiato di classe «a vous de jouer!» (a voi ora giocare! ndr) è accompagnato da una chiusura da melodramma: «Che dolore per me, che pena per Napoli, che vergogna per tutti».
Caldoro si allarma: «Ora la situazione è di difficoltà oggettiva, speriamo di recuperare»; de Magistris rilancia con asprezza: «Mi dispiace e però esprimo perplessità sulla tempistica delle dimissioni di Caruso. Ma la sua decisione ci farà anche risparmiare, perché aveva un contratto e ora utilizzeremo il personale interno della Regione e del Comune, che è molto qualificato». Ora, dunque, la Fondazione nata nel 2009 va verso la liquidazione. E il primo cittadino ha sul groppone un altro carico da cento. Oltre al Forum ha infatti le deleghe sindacali a: Fondi europei; Grandi eventi; Comunicazione e promozione dell’immagine di Napoli; Protezione Civile e gestione delle emergenze; Promozione della pace; Difesa e attuazione della Costituzione; Informatizzazione; Cooperazione e relazioni internazionali, Riforma della macchina comunale e Attuazione del programma.