Alla fine degli anni Ottanta e per diversi anni Milano pensò a candidarsi per le Olimpiadi estive. Non c’era (e non c’è) il mare per le prove di Vela e di wind-surf, ma entrarono da subito in possibile joint-venture Venezia e il Lago di Garda. Per mesi si aprì il dibattito nelle classi dirigenti della città, vennero coinvolte le migliori intelligenze professionali e accademiche (a cominciare dalla Bocconi del rettore Mario Monti) si formò un comitato promotore sotto la guida di Massimo Moratti, non ancora alla guida dell’Inter.
Nel progetto giunto alla soglia della fattibilità si ragionava sull’ipotesi di recupero di impianti sportivi caduti in disuso come il velodromo Vigorelli, per il ciclismo su pista, o per il Palasport inagibile, con il tetto a nave crollato sotto il peso di 93 centimetri di neve dell’eccezionale tempesta del gennaio 1985 che aveva quasi sepolto la città. Non solo: la sfida olimpica poteva far superare le infinite pastoie burocratiche frapposte dallo Stato centrale per le infrastrutture considerate già allora più che necessarie come la Pedemontana o il Malpensa Express.
Il progetto (che raccoglieva più della metà delle spese previste con finanziamenti privati) marciò speditamente fino alla completa realizzazione e arrivò fino al passaggio delle mozioni parlamentari tra il 1991 e il 1992 . Li si arenò. Con il parere neutro del governo e una furiosa battaglia contraria di buona parte delle forze politiche.
A guidare la campagna per il “No” fu l’allora deputato radicale Francesco Rutelli, che si scagliò contro lo «spreco vergognoso» di pubbliche risorse per un evento sportivo per nulla sentito, come le Olimpiadi, dicendo altresì che le gravi condizioni economiche del Paese non potevano consentire un lusso faraonico e una cementificazione selvaggia che certamente avrebbe rovinato l’ambiente già compromesso di una città come Milano, che delle Olimpiadi non aveva proprio nessun bisogno…
Anno 2000, Olimpiadi di Sydney. Lo sport italiano conosce risultati lusinghieri e a volte inaspettati: ogni giorno arriva una medaglia nelle discipline più diverse e spesso non pronosticabili. Si resta a secco (tra la delusione di molti tifosi) solo quando sbarca in Australia l’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli, venuto agli antipodi a perorare presso il Comitato Olimpico Internazionale la causa di Roma come possibile candidata per le Olimpiadi 2008 o eventualmente 2012… Fin qui la cronaca , incontestabile e inequivocabile, con gli sviluppi recenti fino ad ieri. E se Monti interpretasse la Nemesi Storica ?