NAPOLI – Sono le 15.30. Al secondo piano del Municipio di Napoli è convocato un incontro fra il sindaco Luigi de Magistris e i giornalisti. «Fare il punto su alcuni argomenti relativi alla città» recita la nota. C’è però qualcosa che non quadra. In sala ci sono più politici che giornalisti. C’è tutta la maggioranza che sostiene il primo cittadino, tutti in prima fila. C’è mezza giunta, ci sono i capigruppo di maggioranza (Italia dei Valori, lista civica Napoli è tua, Federazione delle sinistre), un folto gruppo di consiglieri comunali arancioni. Il sindaco si fa attendere. Si saprà poi che è sorpreso delle presenze. Qualcuno dice che è furente. Che sia sorpreso lo fa capire lui stesso quando entra in sala, si siede e dice ai suoi, stupito: «Ma non era una conferenza stampa? Che ci fate tutti qui?».
Perché dunque tutta quest’attenzione ad una semplice conferenza stampa pomeridiana? Cosa succede a 300 giorni dall’inizio dell’Amministrazione de Magistris? Succede che c’è una guerra in corso. Non è la prima e non sarà l’ultima.
Ma occorre fare un passo indietro per spiegarla.
Un sito internet, un manifesto politico: www.soggettopoliticonuovo.it. Politica come bene comune, uno schieramento immaginato al di là dei partiti, perché «oggi in Italia meno del 4 per cento degli elettori si dichiarano soddisfatti dei partiti politici come si sono configurati nel loro paese». In calce, le firme. Ci sono intellettuali e politici di estrazione politica varia, dagli ex girotondini morettiani agli ex Pd, dagli “incasellabili” agli arancioni del sindaco di Napoli. Già, perché tra i primi firmatari ci sono Alberto Lucarelli, docente universitario e assessore comunale ai Beni Comuni; Sergio D’Angelo, ex capo delle coop sociali napoletane e oggi assessore alle Politiche Sociali; Vittorio Vasquez, capogruppo della lista civica “Napoli è tua”. Tant’è bastato per scatenare un temporale già annunciato da tuoni e lampi.
Sul documento la firma di Luigi de Magistris non c’è, ma il fatto che si fossero esposti alcuni dei suoi assessori più politici, quelli col rapporto diretto con la piazza che un anno fa ha sostenuto e poi votato l’ex europarlamentare Idv (centri sociali, operatori sociali, disoccupati organizzati eccetera) ha fatto pensare ad un coinvolgimento diretto del sindaco di Napoli.
«Ci sono due anime in giunta»: è una frase che molti, assessori e consiglieri di maggioranza, sottoscrivono. Semplificando: in maggioranza c’è “l’ala della solidarietà” (agli immigrati, ai disoccupati, agli operatori sociali che manifestano) ovvero sono D’Angelo, Lucarelli, Vasquez, il consigliere di “Napoli è tua” ed ex leader del centro sociale Officina 99, Pietro Rinaldi e così via. C’è poi “l’ala dalla sicurezza”: l’ex pubblico ministero anticamorra Giuseppe Narducci, oggi assessore alla Sicurezza; il Capo di gabinetto, già comandante dei carabinieri Attilio Auricchio; il capo della Polizia Municipale ed ex generale dei carabinieri Luigi Sementa. Insomma: bianco e nero. Con al centro tantissimi toni di grigio. Due visioni del mondo agli antipodi che ciclicamente si scontrano. Uno scontro così duro che si estende anche ad altre realtà politiche: Tommaso Sodano, vicesindaco con delega ai rifiuti, durante l’ultimo vertice della Federazione delle Sinistre, suo partito di riferimento, ha subito una durissima contestazione. E gli altri assessori? Aspettano alla finestra, confidano che il sindaco non faccia “scassare” il giocattolo messo in piedi meno d’un anno fa.
Tornando al movimento civico: cosa c’entra con tutto questo nervosismo? Perché una conferenza stampa? C’entra perché quelle firme in calce al documento sono la prima messa in mora di questa giunta: l’ala “solidarietà” chiede a De Magistris di fare una scelta, sopratutto in termini di destinazione della risorse di bilancio (la manovra previsionale non è stata ancora approvata) e di indirizzo politico. L’ala “sicurezza” è ferma sulle sue posizioni.
Come risponde de Magistris? Come concilia il tutto? Per la prima volta da solo (di solito alle conferenze stampa è sempre accompagnato da qualcuno al tavolo) cerca di assestare un colpo al cerchio ed uno alla botte: «Mai pensato di fare una lista De Magistris» afferma, smentendo dunque un suo coinvolgimento diretto. Però poi aggiusta il tiro: «Non deve essere vista come una fuga in avanti né come un elemento di rottura, un distinguo o un anticipo di una lista. Sono contento se i miei assessori lavorano su questioni nazionali. Certo dovranno farlo di domenica o di notte, perché per Napoli devono lavorare 15 ore al giorno».