Deiulemar, scoppia la protesta, obbligazionisti in piazza

Deiulemar, scoppia la protesta, obbligazionisti in piazza

NAPOLI – Deiulemar, dopo attese, riunioni, convocazioni e piani la protesta esplode in piazza. I sottoscrittori di obbligazioni della compagnia di navigazione Deiulemar, titoli che giorno dopo giorno assomigliano sempre più a carta straccia, causa un buco finanziario da 550 milioni di euro, oggi hanno sfilato per le strade di Torre del Greco, il comune alle falde del Vesuvio in cui ha sede l’azienda.

L’apice della tensione quando il corteo è passato sotto la sede dell’azienda e sotto le abitazioni dei fondatori della società. In piazza circa 600 degli oltre 13mila investitori: hanno dapprima chiesto un incontro che i vertici aziendali hanno tentato di rinviare, quando poi sono iniziate le proteste più accese, l’ok al faccia a faccia con una delegazione è arrivato. Due ore e mezza per «ribadire la volontà di mettere a disposizione degli investitori tutti i beni personali delle famiglie che hanno fondato la Deiulemar – spiega la delegazione al termine dell’incontro – e di riportare all’interno della compagnia di navigazione, dopo le opportune verifiche tecniche, il patrimonio della Deiulemar». Sancito anche un criterio ritenuto molto importante per gli investitori: non ci saranno più distinzioni, anche solo formali, tra obbligazioni regolari e obbligazioni cosiddette “parallele”.

Entro la fine del mese – sempre secondo quanto riportato al termine della riunione – verrà elaborata una nuova proposta per gli investitori, specificando nel dettaglio le varie voci, sulla scorta di quella annunciata dall’amministratore unico, Roberto Maviglia, nel corso del consiglio comunale monotematico tenutosi la scorsa settimana a Torre del Greco. Già, perché la vicenda ora sta diventando sempre più politica: nei giorni scorsi è approdata sul tavolo dell’assessore al Lavoro della Regione Campania, Severino Nappi che ha convocato i rappresentanti della Deiulemar per capire, «quali sono le energie e le risorse che si possono mettere in campo per scongiurare qualsiasi ipotesi di fallimento per un colosso di tale portata per l’economia regionale».

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