«Verso le banche c’è un clima di diffidenza e forse anche di ostilità», ha detto ieri l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, a margine di un evento a Roma. A scaldare ulteriormente gli animi il via libera del Senato alla norma che cancella le commissioni bancarie nell’ambito del disegno di legge sulle liberalizzazioni. Una scelta che ha scatenato le ire dell’Abi, la lobby bancaria italiana, il cui direttivo ha rassegnato le dimissioni proprio sul punto che riguarda il loro annullamento in caso di sconfinamento, e una melina politica tra chi sta con loro, come Casini e Bersani, e chi di fatto se ne lava le mani, come Alfano. Se non ha senso sostenere la bontà dell’azzeramento di tutte le commissioni, in molti casi i nuovi balzelli, come ad esempio quelli che sostituiscono il defunto “massimo scoperto” sono pericolosamente vicine alla soglia di usura. Per questo, è altrettanto difficile concordare con la reintroduzione, così come sono, delle commissioni bancarie.
Quando era governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi aveva definito «istituto poco difendibile sul piano della trasparenza». Come si legge proprio sul sito di Bankitalia, il Decreto “anticrisi” n. 185/2008, convertito dalla Legge n. 2/2009, ha eliminato la commissione di massimo scoperto (CMS). Eppure, nonostante la sua scomparsa, non è cambiato nulla. Nel 2009 l’Antitrust pubblicò uno studio sui costi dei conti correnti in Italia, in cui, tra i vari rilievi, si puntava l’attenzione proprio sulle nuove commissioni di scoperto. Recentemente il garante della concorrenza ha rimesso le mani su quell’indagine per aggiornarla, anche se – fanno sapere – la tempistica della loro uscita non è ancora stata ufficializzata. Il problema, insomma, rimane. La Banca d’Italia, che ogni tre mesi individua i tassi d’interesse effettivi globali medi e i tassi massimi ai fini dell’usura (il prossimo aggiornamento sarà il 1 aprile), per lo scoperto senza affidamento fino a 1.500 euro individua un tasso medio del 14,56% e una soglia d’usura del 22,2%, mentre per importi oltre 1.500 euro un tasso del 13,97% e una soglia del 21,46 per cento.
Linkiesta ha dato uno sguardo ai foglietti informativi di quattro conti correnti in primo piano sui siti web di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi, Banco Popolare e Bper, per capire cosa succede quando, fosse anche per un giorno solo, il conto va in rosso. Essendo giornalisti e non consulenti, anche in questo caso le seguenti righe non vanno prese come un’indagine esaustiva né tantomeno come consigli. Nei costi non è compresa l’imposta di bollo, gli eventuali interessi attivi e/o passivi maturati sul conto, oltre alle spese per l’apertura del conto.
Unicredit Conto Super Genius. L’indice sintetico di costo (ISC), una misura del costo totale sopportato dal cliente per il servizio fornito dalla banca, per una famiglia con media operatività (228 operazioni l’anno) è di 108 euro per la formula online e 138 euro con operazioni allo sportello. Il tasso annuo effettivo globale (Taeg) orientativo per un fido di tre mesi pari a 1.500 euro concesso a un cliente con contratto a tempo indeterminato è del 17,78 per cento. Nel caso di uno sconfinamento extra fido la commissione è «applicata giornalmente ogni 1.000 euro – o frazione – di saldo oltre il limite del fido e solo per sconfinamenti superiori ai 50 euro giornalieri», anche in presenza di saldo debitore per valuta, ed è pari a «2,25 euro al giorno con un massimo di 150 euro trimestrali». Le cifre sono identiche anche nel caso di uno sconfinamento in assenza di fido. Lo scoperto per valuta, parafrasando la definizione che ne dà la Banca d’Italia, ricorre quando, ad esempio, un cliente fa un versamento inserendo la data della valuta di un giorno precedente all’operazione. In pratica, il saldo contabile è a credito, ma quello liquido a debito. Un errore piuttosto comune quando tocca pagare la rata del mutuo o dell’affitto, che Piazza Cordusio fa pagare appunto 2,25 euro al giorno.
Costo: uno sconfinamento di 500 euro per 15 giorni (unità di misura presa a riferimento anche negli esempi successivi, ndr) costa 33,75 euro (2,25 euro al giorno), più un tasso nominale annuo del 16,6% che va rapportato ai 15 giorni in questione. Quindi: 37,1 euro.
Intesa Sanpaolo Conto Facile. Il costo annuo per una famiglia con operatività media è di 104 euro pagando bonifici e bollette online e 108,8 euro allo sportello, imposta di bollo e carta di credito esclusa. Il tasso annuo effettivo globale per un fido non compare nel prospetto, che recita: «Per sapere quanto può costare il fido è necessario leggere il documento Informazioni europee di base sul credito ai consumatori». Per uno sconfinamento in assenza di fido, invece, viene indicato un tasso debitore annuo nominale massimo del 17%, oltre a 2 euro al giorno di “commissione per scoperto di conto”, un nome piuttosto simile alla più nota “commissione di massimo scoperto”, «per ogni € 1.000 di saldo debitore o frazione, fino ad un massimo di € 100 per trimestre». Le commissioni, si legge sul foglietto, non si applicano se il saldo è uguale o inferiore a 100 euro.
Costo: 33,4 euro.
Monte dei Paschi Conto Italiano Zip. Il conto, sempre escludendo le spese di bollo e di gestione, ha il medesimo costo annuo sia allo sportello sia online: 108 euro per una famiglia con operatività media. Nel foglietto informativo si ipotizza un Taeg orientativo del 18,37% per un fido di 1.500 euro. Per quanto concerne lo scoperto in assenza di fido, per utilizzi da 100 a 3mila euro la “commissione d’istruttoria veloce per rapporti non affidati” è di 50 euro – massimi 100 euro a trimestre – mentre fino a 1.500 euro il tasso debitore annuo nominale è del 16,5 per cento.
Costo: 53,39 euro.
Banco Popolare Premiaconto. Anche in questo caso, per una famiglia con operatività media il costo annuo è di 103,26 euro, sia in filiale sia davanti allo schermo del computer. Nella consueta ipotesi di un fido trimestrale di 1.500 euro utilizzato pienamente e concesso a un cliente con un contratto a tempo indeterminato, il Taeg è del 17,55 per cento. In caso di scoperto senza fido, il tasso annuo sale a quota 19,5%, oltre a un’indennità di sconfinamento di 5 euro al giorno, 40 euro massimi a trimestre.
Costo: 79 euro.
Conto Prova 12 Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Il conto è a canone gratuito per 12 mesi, e presenta un costo annuo molto variegato a seconda delle caratteristiche delle varie linee offerte: si va da un minimo di 44,17 euro circa per Linea prova 12 online a un massimo addirittura di 693 euro per la Linea scadenza conti prova 6 e prova 12 allo sportello addirittura di 693,42 euro. Il Taeg per un fido di 1.500 euro è del 10,38 per cento. Come nel caso del Banco Popolare, lo sconfinamento in assenza di fido è davvero salato: il tasso debitore nominale è del 15,5%, mentre la “commissione mancanza fondi” per gli importi da 100 a 2.500 euro è di 5 euro al giorno (150 euro massimi a trimestre).
Costo: 78,2 euro
Come si evince dagli esempi riportati la forchetta va dai 33 euro di Intesa Sanpaolo ai quasi 80 di Banco Popolare e Bper. In questi ultimi due casi 15 giorni di sconfinamento per un importo di 500 euro costano addirittura il 16% della somma complessiva, mentre negli altri casi non scende mai sotto il 6,5 per cento. Con queste cifre difendere le ragioni delle banche è un compito piuttosto arduo. Oltretutto, al netto dell’inflazione, i conti correnti ormai non rendono granchè.
Twitter: @antoniovanuzzo