L’agente MormoraIl nuovo Facebook di un ventenne per studenti che cercano lavoro

Il nuovo Facebook di un ventenne per studenti che cercano lavoro

Se lo chiamate il Mark Zuckerberg dell’EUR, si schermisce e nicchia in tutta fretta. Eppure Matteo Achilli è un innovatore a soli vent’anni, degno del suo predecessore a stelle e strisce: ha messo in piedi dal nulla una start up ed, a breve, lancerà online la sua verdeggiante creatura. Un gioiellino del web 2.0, a misura di studente e impresa. Tantissime le analogie col fondatore del “libro delle facce” che, dal 2004 ad oggi, ha raccolto centinaia di milioni di iscritti, ma non è il caso di favoleggiare oltre o di lanciarsi in arditi parallelismi: non fosse altro che la scaramanzia imporrebbe molta più cautela. Il giovane Matteo ha insomma messo a punto una rete social e professional che fonde le funzionalità oggi offerte da Facebook e da LinkedIn, ne ha corretto i difetti ed implementato i vantaggi. Si possono iscrivere universitari e laureati, ma soprattutto aziende: tutto a costo zero, almeno per ora, giacché non si esclude di offrire dei servizi premium a pagamento per la parte datoriale. Classico servizio di mail privata, impostazioni privacy personalizzabili sulla base dei propri gusti e pagina corredata di foto profilo in alto a sinistra: Egomnia ha un design familiare.

È nato Egomnia.com, una piattaforma virtuale in grado di collegare il mondo dell’università con quello del lavoro, fungendo “da ponte di interazione” tra aziende, laureandi e laureati. L’idea è nuova, non originalissima, ma ha in sé qualche dettaglio davvero invidiabile. Per favorire l’incontro di domanda ed offerta di placement pre e post universitario, per esempio, Egomnia sviluppa un algoritmo in grado di “assegnare un rating” a ciascun iscritto sulla base di un criterio completamente meritocratico di cui il sito stesso fornisce le regole. Linkiesta ha avuto accesso, in anteprima, ai parametri e prova ad illustrarli, esemplificando. Prendiamo un laureato alla Triennale: questi si vedrà ricamato addosso un voto frutto di questa, all’apparenza complicatissima, equazione. [(Voto di Laurea x 0,6 x Bonus) : numero di anni] + (Voto di Laurea x 0,6 x Bonus). Per Bonus, Egomnia intende un quid pluris attribuito agli “Atenei più prestigiosi, che va dall’1,01 per il decimo all’ 1,1 per il primo in Classifica”. Ancora: per valutare invece un laureando di una Magistrale a ciclo unico occorre aumentare del 60% il punteggio della media ponderata trai voti riportati agli esami nel corso degli anni. In più, ogni tre esami il punteggio aumenta di un punto e sono anche previste penalizzazioni di cinque punti per ogni anno fuori corso.

Il sistema pare coerente, lasciamo a voi la possibilità di scorrere e giudicare le regole del ranking di Egomnia.In soldoni, il sito offre ai suoi iscritti la possibilità di creare il proprio curriculum vitae online, compilando le stringhe di domanda apparate dagli ideatori e – solo in seguito e solo se interessati – di sottoporlo alle aziende che si dicano alla ricerca di stagisti o che comunichino l’esistenza di posizioni aperte. Sono previsti punti in più per chi abbia avuto esperienze di studio all’estero: 30 per un Double Degree, 25 per un Themis (programma internazionale per giuristi eccellenti), 18 per uno Scambio, 16 per un semplice Erasmus e 15 per un semestre da Free – Mover. Non solo: per ciò che pertiene stage, internship, e tirocini, l’algoritmo è presto detto; basta moltiplicare il numero di mesi per 1,5 e – se si dà il caso – aggiungere i punti bonus relativi alla grandezza della compagnia presso cui si è lavorato (per valutare le dimensioni dell’azienda ospitante si tiene conto del fatturato totale così come degli occupati). Inoltre Egomnia valuta le varie certificazioni, tanto linguistiche quanto informatiche cui attribuisce, a seconda del livello, un voto che va da un massimo di 26, per una CCIE (sulle competenze degli ingegneri per pianificare, gestire e risolvere problemi complessi; rilasciata da Cisco) ad un minimo di 5 (per un A1 di lingua).

Matteo Achilli, creatore di Egomnia

A raccontare la storia di questo sito verde tutto made in Italy è lo stesso Matteo, studente dell’università Bocconi appena ventenne, da ormai più di un anno al lavoro per sviluppare l’idea. La genesi di Egomnia.com è contenuta in un aneddoto, ordinaria amministrazione per ogni liceale alle prese col “cosa fare da grande”. In classe Matteo – che è appassionato di informatica e codici di linguaggio html e si diletta a scoprire qualche segreto in più sulla formula del Page Rank di Google – riceve la classifica delle migliori università del mondo. «Era il tempo dell’orientamento e ogni compagno era in ansia per via della scelta dell’ateneo da frequentare, una mia amica fidata mi passò una lista di università, cui si attribuiva un punteggio sulla base di diverse caratteristiche come numero di corsi, qualità dei docenti, livello di internazionalizzazione, offerta di programmi di scambio, facilità di trovare lavoro, qualità dei laureati. Mi chiesi perché non esistesse anche il reciproco, vale a dire una classifica degli studenti migliori. Pensai che sarebbe stata perfetta per un’azienda privata in cerca di un nuovo stagista o di un dipendente da assumere». Matteo, la lista degli studenti migliori, si mette a costruirla in proprio. E ci riesce pure, a giudicare dal risultato.

Matteo sorride e smanetta sulla tastiera mentre scorre tra le pagine in costruzione del sito e ne presenta orgogliosissimo la versione beta. Tutta verde e graficamente molto simile a facebook – abbastanza intuitiva, insomma. Funzionante e rodata già prima del lancio grazie a qualche amico o collega che si è prestato al primissimo e intimo test. Mancano le aziende, ovviamente, che si iscriveranno il prossimo lunedì. Alcune ne hanno già “compreso il potenziale”, anche multinazionali. Fervono dunque i preparativi ed il varo è previsto per mercoledì 7 marzo: l’invidiabile serenità di chi ci lavora risponde alle perplessità di chi si domanda se sia tutto vero. Da adolescente, Matteo ha quattro o cinque professionisti trenta-quarantenni alle sue dipendenze: programmatori, ingegneri e grafici che si danno da fare affinché tutto fili per il vero giusto. Egomnia, ci spiega in maniche di camicia, si chiama così per caso. «Ero alla ricerca di un brand che non fosse ricollegabile con l’attività svolta dal sito, giochicchiavo col Traduttore di Google utilizzando la funzione “dall’italiano al latino” e variando con le parole “io contro tutti” o qualcosa del genere. Venne fuori una parola nuova, non suonava granché bene. Ma piacque a mio padre e decisi anch’io che andava più che bene».

Matteo trascorre l’ultimo anno di liceo in compagnia di Giuseppe Iacobucci, programmatore neolaureato all’Università degli studi di Pisa. Devono concretizzare il progetto ed hanno bisogno del sostegno di diversi esperti: comincia allora una processione timida ed ambiziosa tra studi, aziende ed istituzioni. Suscita entusiasmo e circospezione l’impresa di questo giovanotto, che pare aver reinventato il concetto di e-recruitment. Un affermato avvocato del foro milanese scommette nel programma e si offre di fornire gratuitamente la sua consulenza in tema di diritto alla riservatezza e trattamento dei dati personali. Matteo si trasferisce al Nord, sceglie l’università Bocconi perché «avevo in mente che lì potessero insegnarmi come fare impresa, per ora sono soddisfatto di come sia andato il primissimo semestre. Ho dato tutti gli esami, non ho certo voti altissimi ma è un compromesso che accetto volentieri: lavorare ad Egomnia è quasi un impegno a tempo pieno. Passo gran parte della giornata su Skype in contatto con chi sta lavorando concretamente per correggere tutti gli errori prima del lancio e mi capita di dover volare spessissimo da Milano a Roma per seguire da vicino gli sviluppi». Vive in una delle residenze dell’università ed ha provato ad illustrare il progetto a qualche docente di via Sarfatti: è stato addirittura invitato alle lezioni delle classi della specialistica a presentare Egomnia.

Matteo Achilli sorprende per ingenuità e lungimiranza. A chi gli chieda come intenda ora pubblicizzare la sua creatura, risponde in modo spiazzante: volantinaggio in tutte le università italiane, per cominciare. Ma come –direte – un “capitano” d’impresa dell’era digitale si mette a stampare depliant manco fosse un Pr qualsiasi? «Certo – ammette – si parte così. Faremo anche una fan page su facebook e la promuoveremo con degli annunci rivolti al nostro target di riferimento, ma è importante raggiungere tutti i centri di formazione del Paese, perché Egomnia sogna di semplificare la vita di migliaia di studenti». Il dominio ha rinunciato all’italianità del “punto it” perché le ambizioni sono altre: poter varcare i confini dello Stivale per fornire lo stesso servizio in altri Paesi del mondo. Ecco la conferma: «Abbiamo già un cospicuo patrimonio di dati che ci permette di poterlo lanciare in tempi strettissimi anche in Francia e Germania, stiamo ultimando lo sviluppo della tecnologia». Hanno scommesso nella globalizzazione del mercato del lavoro e, per questa ragione, promettono di aver quasi pronta una versione anglosassone del portale. Alla base del progetto sta una società a responsabilità limitata di cui il ventenne è amministratore unico, realizzata grazie al contributo dei genitori verso cui Matteo è pieno di gratitudine. Il padre, che lavora nel settore delle telecomunicazioni, pare avergli trasmesso la passione per le reti. Ma è chiaro che l’allievo, nel nostro caso, ha superato – almeno quanto a precocità – il maestro.

Ecco come funziona il servizio di ranking di Egomnia
 

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