Portineria MilanoIn corteo con Fiom e No Tav anche i fascisti. Prove di convergenza?

In corteo con Fiom e No Tav anche i fascisti. Prove di convergenza?

Questa volta non si tratta di una provocazione politica. Di quando la sinistra va in piazza e viene etichettata da commentatori o da rivali come «fascista», per scontri o intolleranze contro le forze dell’ordine. Questa volta, in corteo con la Fiom e i No Tav a Milano contro il governo di Mario Monti, i fascisti ci saranno davvero. Quelli veri. Duri e puri. Nostalgici del Duce Benito Mussolini. Che tra loro si chiamano «camerati» e che non si stringono la mano quando si salutano: l’ultima volta manifestarono contro banche e professori con celtiche, bandiere e saluti romani.

Un gruppo di circa 300 persone è stato invitato infatti dai sindacati a portare un contributo a Occupyamopiazzaffari, quella che Giorgio Cremaschi ha definito «la prima vera manifestazione contro Monti e il suo governo». I partecipanti assicurano che ci andranno in forma privata, quasi camuffati, per evitare «provocazioni inutili». Ma il rischio che fette della sinistra extraparlametare milanese possano entrare in contatto con frange di destra è comunque alto. «Tra rivali ci si riconosce facilmente», spiega uno di loro.  Il corteo è stato indetto dal comitato No Debito e hanno aderito tutte le forze di centrosinistra e sinistra, tranne il Partito Democratico, Sel e Italia dei Valori.

L’invito ai manifestanti di destra nasce da un’idea di uno dei capi metalmeccanici dell’Ugl, sindacato che nell’ambiente viene anche definito «la Fiom fascista». Così come annunciano con un comunicato, oggi al fianco di Oliviero Diliberto (Pdci) ci saranno «il comitato Destra per Milano, Destra Sociale, Progetto Nazionale e Unione Patriottica  in maniera ufficiale ma anche dirigenti sindacali della Ugl(Unione Generale del Lavoro) e tanti simpatizzanti di altre sigle (come La Destra di Storace e la Fiamma Tricolore ) ed anche semplici elettori (od ex elettori) del Pdl, rigorosamente senza bandiere e simboli di partito (per non urtare la sensibilità degli organizzatori e non creare inutili e controproducenti tensioni)».

Del resto, la destra in milanese in piazza c’è già stata il 4 marzo scorso. Per quella che gli organizzatori hanno definito «una splendida mattinata missinna» in piazza San Babila. «Oltre mille Camerati» si legge in una nota, risposero al «richiamo della foresta». Tra loro tutta la «destra milanese», nelle «sue diverse sfaccettature», tra cui Armando Santoro presidente della Unione Nazionale Combattenti della Rsi,  l’avvocato Vincenzo Forte (segretario della Unione Patriottica) o il «Conte Grappa» Alessandro Romei Longhena (già sindaco di Noviglio) ed il «Barone Nero» Roberto Jonghi Lavarini (animatore di destrapermilano.blogpost.com ), il «vecchio parà» Dario Casorati, il professore Antonio La Bollita (già dirigente missino e sindacalista CISNAL ed UGL) ed il «Boia di Quarto Oggiaro» Remo Casagrande.

La partenza è alle 14 da piazza Medaglie d’Oro e arrivo in piazza Affari. «Monti non è la soluzione del problema – ha spiegato ieri Cremaschi nel corso di una conferenza stampa di presentazione davanti all’ingresso dell’Università Bocconi – ma è una parte del problema stesso, non per lui, ma per il programma che rappresenta, lo stesso che sta provocando una catastrofe economica e sociale in tutta Europa, che ha affondato la Grecia e sta affondando il Portogallo, e contro il quale ieri in Spagna è stata fatta una grande manifestazione». Da domani, ha aggiunto, «parte l’opposizione sociale e politica contro il programma di aggiustamento strutturale dell’economia voluto da Fmi e Bce»

Roberto Jonghi Lavarini, orgoglioso fascista, detto anche il Barone Nero, la spiega così: «Scendiamo in piazza perchè condividiamo pienamente il grido di dolore, la forte rabbia e la giusta protesta dei lavoratori e produttori di tutte le categorie, per colpa di una crisi finanziaria sistemica mondiale causata dai parassiti-usurai-speculatori delle banche d’affari e del capitalismo internazionale, ovvero dagli stessi che oggi vorrebbero, attraverso il loro rappresentante Mario Monti, espropriare il nostro popolo e la nostra nazione della nostra sovranità e della nostra libertà, per instaurare una vera e propria dittatura tecnocratica e plutocratica».

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