Le operazioni con gli amici pesano sui conti di DeA Capital

Le operazioni con gli amici pesano sui conti di DeA Capital

Le operazioni con gli amici colpiscono anche DeA Capital. Il veicolo d’investimento controllato dalla De Agostini Spa e partecipato da Mediobanca, con una quota del 4,8%, chiude il 2011 con una perdita netta che sale a 43,6 milioni di euro rispetto ai 26,3 milioni di fine 2010. Il motivo, come si legge nella nota diramata ieri, è ascrivibile principalmente all’impairment «di alcuni attivi di Générale de Santé (Gds) che ha avuto impatto sul valore della partecipazione».

Générale de Santé è una società attiva nella sanità privata francese presieduta da Antonino Ligresti, fratello del più famoso Salvatore. Gds raggruppa 110 cliniche per oltre 15mila posti letto, e fa capo a Santè Holding (47%) la società di Antonino Ligresti, a DeA Capital Investments (43%), e a Mediobanca (9,99%). Nel 2010 il suo fatturato ha raggiunto quasi 2 miliardi di euro con un debito di 871,4 milioni, un margine operativo lordo di 229 milioni e un utile netto di 35. L’anno scorso è stato invece avaro di soddisfazioni: a fronte di un incremento del fatturato dell’1,5% (1,95 miliardi), di margini a 248,9 milioni di euro (+8,8% sul 2010), e di un debito sceso a 854,4 milioni, il 2011 è stato archiviato con una perdita netta di 28,5 milioni principalmente a causa di svalutazioni sull’avviamento per 50,2 milioni di euro.

La sua capitalizzazione è di 558,3 milioni di euro, e il valore in mano a DeA Capital, al 31 dicembre scorso, era di 235,2 milioni di euro. Sulla piazza francese il titolo quota a 9,9 euro, ben distante dai 23 euro per azione pagati dal numero uno della galassia De Agostini, Lorenzo Pellicioli (che siede nel board di Generali, di cui Mediobanca detiene il 13,5%), nel lontano 2007. Le questioni problematiche, tuttavia, non riguardano soltanto la sfortunata avventura d’Oltralpe. Nel corso del 2011 il board della società ha dovuto affrontare la magra performance della catena dei supermercati turchi Migros, controllati dalla Kenan Investments – il 17% di Kenan in mano a DeA Capital vale 127 milioni di euro – che a settembre 2011 hanno chiuso con una perdita di 236 milioni rispetto all’utile di 103 milioni registrato allo stesso periodo del 2010. 

Se le partecipate estere non sembrano portare troppo bene a DeA Capital, anche l’immobiliare non ha dato grandi soddisfazioni: il risultato netto di Idea Capital Funds Sgr è sceso del 4,1% da 5,1 milioni di fine 2010 agli attuali 4,9 milioni di euro, mentre IdeA Fimit Sgr, «la prima SGR immobiliare italiana, con circa 9,5 miliardi di Euro di masse in gestione» presieduta da poco dal numero uno dell’Inps – con l’Inpdap 18,33%, e Enpals 11,34% è primo azionista – Antonio Mastrapasqua evidenzia per il 2011 un risultato netto pro forma di 14,8 milioni, «significativamente penalizzato dai costi relativi alla fusione (studio ed esecuzione) sostenuti da FARE SGR e FIMIT SGR, pari a circa 3,5 milioni».

Al 31 dicembre 2011 il net asset value di gruppo, cioè il valore delle sue quote al netto delle spese di gestione, è sceso a 2,38 euro rispetto ai 2,60 di fine 2010 per via, come detto, della svalutazione in Generale de Santé e in Kenan Investments (-36,7 milioni). Il patrimonio netto è sceso a 669 milioni di euro (764,5 nel 2010) così come gli investimenti, da 800,3 milioni del 2010 ai 775,9 milioni di fine 2011, mentre per effetto del riacquisto delle azioni proprie De Agostini è passata dal 4,11 all’8,45% del capitale sociale. In crescita anche l’avviamento, da 71 a 210 milioni di euro.

Per premiare i propri manager, il cda ha infine deliberato un piano di stock option esercitabili al 2014 soltanto se il patrimonio netto complessivo raggiungerà i 785 milioni di euro. Il piano prevede l’assegnazione gratuita «ai beneficiari, che saranno individuati dal Consiglio di Amministrazione entro e non oltre il 31 dicembre 2012» «massime 400.000 azioni di DeA Capital» e «massime n. 1.350.000 opzioni» che danno il diritto di sottoscrivere nuove azioni di DeA Capital dal valore nominale di 1 euro «in ragione di n. 1 azione per ogni opzione». 

Twitter: @antoniovanuzzo 

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