Povero Greg Smith. Non c’è pace per l’ex executive di Goldman Sachs che ha fatto sapere al mondo, dalle pagine del New York Times, la sua frustrazione per l’avidità e l’ingordigia imperante nella banca d’affari più importante del globo. Il signor Smith aveva scoperto che la banca non farebbe gli interessi dei clienti. Peggio: i clienti venivano definiti «muppets», «pupazzi». Questo passaggio ha suscitato l’ilarità del web, e nei giorni scorsi su Twitter numerosi giornalisti e commentatori hanno cambiato la propria immagine del profilo con quella della rana Kermit, della porcellina Miss Piggy, dell’orso Fozzie o ancora di Gonzo, il pollo blu. Un modo ironico per dire: caro Smith, ma dove credevi di aver lavorato negli ultimi 20 anni, in una Onlus?
Bene, pochi istanti fa l’agenzia Reuters, ha rilanciato la sensazionale scoperta di Mattew De Bord, giornalista finanziario per la Kpcc, la radio pubblica della California del Sud: i pupazzetti colorati più celebri del mondo sono stati effettivamente dei clienti della banca guidata da Lloyd Blankfein. Quando si dice il destino.
Pare infatti che nel 2003, dopo la morte del loro creatore Jim Henson, i figli Brian, Lisa, Cheryl, Heather e John abbiano deciso di riacquistare per 78 milioni di dollari dalla Em.Tv & Merchandising la Jim Henson Company, fondata appunto dal padre 45 anni prima. Indovina un po’ chi era il consulente dell’operazione? Esatto, proprio Goldman Sachs. All’epoca, Brian dichiarò: «Nei prossimi mesi e anni esploreremo attivamente e allargheremo le nostre relazioni strategiche per continuare a perseguire l’obiettivo della società: rendere il mondo un posto migliore ispirando le persone a celebrare la vita». Per la cronaca, la famiglia Henson è tornata in possesso di tutti i marchi della galassia creata dal padre, dai giocattoli ai canali televisivi tematici, che erano stati venduti soltanto tre anni prima.
Ora, la domanda sorge spontanea: non è che i«muppets» di cui ha sentito parlare il signor Smith erano veramente la rana Kermit e l’orso Fozzie?