“The great ticket scandal”, in Uk scoprono il bagarinaggio

"The great ticket scandal", in Uk scoprono il bagarinaggio

Non è bastato trovare per anni biglietti in vendita ad un prezzo dieci volte superiore a quello originale. C’è voluta un’inchiesta televisiva per alzare il velo sul mondo del secondary ticketing, l’espressione british che indica un fenomeno conosciuto anche in Italia: il bagarinaggio. In Inghilterra il secondary ticketing è un costume diffusissimo, che negli ultimi cinque anni ha proliferato soprattutto su internet. Il 23 febbraio Dispatches, programma di approfondimento giornalistico in onda su Channel 4, ha trasmesso una puntata speciale dall’eloquente titolo “The great ticket scandal”, dedicata proprio alla compravendita a prezzi gonfiati dei biglietti dei concerti musicali. Da allora, il mondo della musica britannica è in subbuglio.

Il giornalista Morland Sandlers, infiltrato negli uffici di Seatwave e Viagogo, due colossi del secondary ticketing, ha scoperto – documentando il tutto con telecamere nascoste – un traffico pilotato di biglietti di enormi dimensioni. «Perché i fan devono fare ore di coda ai botteghini e tornarsene a casa a mani vuote», si è chiesto Sandlers, «e poco dopo vedere i biglietti che cercavano, teoricamente già esauriti, in vendita su internet a prezzi astronomici?». Le due piattaforme, almeno in teoria, dovrebbero limitarsi ad agevolare lo scambio di biglietti tra i fan. La realtà però è diversa: la vendita dei ticket viene effettuata o direttamente dai due siti, che acquistano pacchetti da migliaia di biglietti, oppure dai promoter degli artisti stessi.

Secondo quanto rivelato da Sandlers su Channel 4, meccanismi di questo tipo sono stati adottati per i concerti di Rihanna, dei Coldplay, dei Westlife, dei Take That e del V festival, storico evento musicale che si tiene vicino a Londra a fine estate (e che, ironia della sorte, è trasmesso proprio dall’emittente pubblica inglese). I siti acquistano centinaia di ticket dai circuiti ufficiali utilizzando nominativi, indirizzi e carte di credito fasulli, per poi rivenderli a prezzi che gli stessi dipendenti aziendali hanno definito «da estorsione». Viagogo ha cercato di bloccare la messa in onda dell’inchiesta, ma una sentenza della High Court del 22 febbraio ha dato ragione alla redazione di Channel 4, che il giorno successivo ha trasmesso il lavoro di Sandlers.

Sulla vicenda Viagogo ha cercato di difendersi, spiegando che sul sito il 50 per cento dei biglietti viene venduto alla pari o al di sotto del prezzo nominale, mentre il resto viene ceduto applicando un margine compreso tra il 15 e il 20 per cento. «Anche se la maggioranza dei nostri rivenditori sono singoli individui», si legge in un comunicato, «non impediamo a operatori di maggiori dimensioni, e agli stessi organizzatori, di utilizzare la nostra piattaforma. Garantiamo agli acquirenti la disponibilità dei biglietti che hanno pagato, e così facendo abbiamo ridotto drasticamente frodi e  bagarinaggio nel Regno Unito». Anche Seatwave ha negato di aver comprato in prima persona biglietti destinati ad essere rivenduti. La società ha invece ammesso di aver venduto biglietti per conto dei promoter, anche se «si tratta di una percentuale minuscola del business, che lo scorso anno ha rappresentato il 2% delle vendite totali».

Il dibattito sul secondary ticketing è aperto da tempo in Inghilterra, con artisti e società di rivendita intenti ad addossarsi vicendevolmente le colpe del caro-biglietti avvenuto oltremanica negli ultimi anni. L’inchiesta di Sandlers ha più che mai riaperto il dibattito. E i primi effetti hanno cominciato a vedersi fin da subito: pochi giorni fa i Radiohead hanno annunciato che affideranno la vendita dei biglietti del prossimo tour a Ticket Trust, una compagnia che dichiara di basarsi su regole etiche ferree e dove, per acquistare i biglietti – non più di due per persona – i fan dovranno registrarsi e inviare la fotocopia di un documento d’identità.«La band ha saputo che molti fan» ha detto il manager, «hanno dovuto sborsare prezzi esorbitanti per i concerti, comprando biglietti a cifre ben superiori a quelle originali. Non deve più accadere: vogliamo essere sicuri che i nostri sostenitori siano trattati onestamente».

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