Non c’è solo la Grecia a impensierire il Fondo monetario internazionale. Ora è l’Ucraina a essere al centro dell’attenzione del direttore generale del Fmi, Christine Lagarde. Kiev infatti vuole rivedere i termini dell’ultimo prestito, 3 miliardi di dollari, diluendoli in dieci anni. La questione non è nuova. Nel 2008 è stato avviato un programma d’assistenza, che ha visto un esborso di 15 miliardi di dollari nel 2010. Ma ora, il primo ministro Mykola Azarov vuole un accordo diverso. Anche per colpa degli Europei di calcio che si giocheranno quest’anno.
La situazione in cui versa l’Ucraina non è positiva. Il presidente Viktor Yanukovych ha comunicato, pochi giorni fa, che il Pil dovrebbe crescere del 6% nel 2012. Cifre che però sono in contrasto con quelle fornite in autunno dal premier Azarov. Quest’ultimo aveva rivisto al ribasso le stime, tagliando il Pil 2012 dal 5,5% al 4 per cento. «Dovremmo essere intorno al 4%, anche se non possiamo avere alcuna certezza, quello che è certo è che ci stiamo impegnando per fare tutto il possibile», aveva detto Azarov. Il Fmi si è detto più volte «preoccupato» da questo balletto di cifre, inviando i propri tecnici a Kiev per verificare in che modo il governo intendeva risolvere la questione. Non preoccupa, invece, il rapporto fra debito pubblico e Pil, intorno al 40 per cento. Poco in confronto di Atene.
Ora l’intenzione dell’esecutivo è quella di dilazionare i debiti con l’istituzione di Washington. Il pacchetto di aiuti infatti doveva essere rimborsato entro metà 2012. Azarov ha chiesto «più tempo». Il dossier-Kiev è già sul tavolo del Fmi, ma la Lagarde aveva già escluso un allentamento dei termini. Anzi. A inizio anno è arrivato il congelamento dei fondi. Colpa delle mancate riforme promesse da Kiev al Fmi, ma non solo. Le prospettive di crescita economica e il piano di consolidamento fiscale sono peggiorate a cominciare dal terzo trimestre 2011. Anche per questo motivo il presidente Yanukovych ha deciso un cambio al vertice del ministero delle Finanze. Il ministro Fedir Yaroshenko è stato sostituito con l’ex ministro dell’Economia e capo dei servizi di sicurezza Valery Khoroshkovsky. L’obiettivo doveva essere quello di portare di fronte al Fmi un più concreto programma di austerity, ma questo non è ancora arrivato.
In virtù di ciò, è giunta oggi la decisione di Standard & Poor’s di tagliare l’outlook sul rating sovrano ucraino. Secondo S&P i problemi maggiori sono il rifinanziamento esterno e il piano di riforma fiscale per il rientro dei conti pubblici. Da questo punto di vista, la mancanza di credibilità politica dell’esecutivo è potenzialmente un elemento capace di deteriorare le prospettive di medio-lungo termine. «Occorre chiarezza sulle recenti direzioni prese dal governo su Fmi e Gazprom», spiega S&P nella nota. Chiaro il riferimento alle negoziazioni fra Mosca e Kiev per le varie forniture di gas da parte del colosso energetico, ancora a tinte fosche.
A peggiorare le prospettive sull’Ucraina ci sta pensando il calcio. Quest’anno infatti si terranno i campionati europei di calcio, divisi fra Polonia e Ucraina. Secondo la banca russa Sberbank i debiti alla fine della manifestazione saranno di circa 12 miliardi di dollari. «L’indebitamento che ha contratto e sta contraendo Kiev richiederà probabilmente un altro piano di aiuti da parte del Fmi», scriveva Sberbank a dicembre. Della stessa idea anche il colosso bancario tedesco Deutsche Bank, anche se non si arriva ai livelli di Sberbank, dato che le previsioni sono di debiti per 8 miliardi di dollari. Il presidente Yanukovych, tuttavia, continua a dirsi tranquillo e punta a concludere tutti i progetti infrastrutturali aperti per Euro 2012. «Siamo sulla strada della ripresa», ha ripetuto anche la scorsa settimana.
Nonostante ciò, gli investitori non si fidano. Oggi il costo dei Credit default swap (Cds), i derivati finanziari che assicurano contro l’insolvenza, relativi all’Ucraina hanno subìto un’impennata. Il Cds ora vede quota 800 punti base, dato che è intorno ai 780. Vale a dire che per assicurare un bond ucraino da 10 milioni di dollari, occorre spendere 800mila dollari l’anno. Troppo. A tal punto che un sondaggio effettuato da Bloomberg fra gli investitori istituzionali europei ha evidenziato che il 60% pensa che nel 2012 sarà l’Ucraina a seguire la via della Grecia nei confronti con il Fmi. Le scelte di Yanukovych e lo stallo delle trattative con la Lagarde non lasciano presagire nulla di buono.