A pochi giorni dalla sentenza del processo “Crimine”, che ha mandato alla sbarra 120 presunti affiliati alle cosche della ‘ndrangheta, l’archivio multimediale Stopndrangheta.it, assieme all’associazione antimafia LiberaReggioLab e al magazine online TerreArse.it, ha lanciato la campagna di comunicazione “UnaeNdrina”. Un’iniziativa per sottolineare l’importanza di un processo che, per la prima volta, ha messo in evidenza non soltanto la pericolosità della ‘ndrangheta, di fatto l’organizzazione criminale più potente d’Italia, ma soprattutto la sua struttura piramidale. Esattamente come Cosa Nostra, dove è una cupola a comandare.
La sentenza che sarà emessa nei prossimi giorni si preannuncia molto importante. Spesso, infatti, anche dalle aule dei tribunali il fenomeno della criminalità organizzata calabrese è stato sottovalutato e sminuito. La ‘ndrangheta veniva vista come un arcipelago di consorterie dove ogni cosca comandava sul proprio territorio, senza però dovere dar conto a una potente organizzazione centrale e verticistica. Forse anche per questo nei cittadini calabresi non è mai scattato quel sentimento di ribellione al sistema mafioso: perchè la ‘ndrangheta, anche per ragioni che affondano in vicende storiche, sociali e politiche, non è stata mai percepita come un cancro da estirpare, come il male assoluto che ammorba la vita civile di questo lembo d’Italia.
Le recenti inchieste coordinate sull’asse Reggio Calabria-Milano, culminate nell’operazione “Crimine”, hanno cambiato le carte in tavola. E rischiano di scrivere una nuova pagina, anche giudiziaria, nella lotta alla criminalità organizzata calabrese. Il procedimento penale di cui si attende la sentenza a giorni può diventare il corrispettivo calabrese del maxiprocesso a Cosa Nostra, dimostrando che la ‘ndrangheta ha prosperato nel silenzio, nell’infiltrazione quotidiana delle istituzioni, della politica e dell’economia potendo contare su una struttura piramidale che decide su ogni aspetto dell’organizzazione: dalle piccole estorsioni locali ai grandi appalti, dal traffico internazionale di stupefacenti ai rapporti con la politica locale e nazionale.
Per Stopndtrangheta.it il processo “Crimine” rappresenta non solo uno snodo cruciale nella lotta alla criminalità organizzata, ma anche un momento decisivo nella percezione generalizzata che si ha della ‘ndrangheta. Per questo motivo è stata presentata “UnaeNdrina”, una campagna di informazione fatta di documenti, manifesti, adesivi, magliette, che sta facendo rumore grazie al tam tam in Rete. In appena un weekend l’iniziativa lanciata attraverso Facebook ha raccolto 1.500 adesioni sull’omonimo gruppo. Inoltre sul sito dell’archivio multimediale è possibile scaricare un ricco dossier sulla ‘ndrangheta e sul processo “Crimine”, mentre diversi con il logo di “UnaeNdrina” saranno distribuiti a Reggio Calabria nei prossimi giorni.
«Abbiamo scelto l’arma dell’ironia e usiamo uno slogan evocativo: UnaeNdrina», spiega il coordinatore di Stopndrangheta.it, Alessio Magro. «Vogliamo arrivare ai cuori dei calabresi e non solo, demitizzare le cosche senza sottovalutarle, sfatare luoghi comuni e sottolineare le pesanti contraddizioni in cui vivono gli ‘ndranghetisti, ammantati di falsa religiosità e da una falsa aura di intoccabili. Così non è e lo dimostra proprio il processo “Crimine”. Soprattutto vogliamo costruire consapevolezza e coscienza civile, perché al di là del dato giudiziario quel che conta è cosa ne facciamo dei nostri ‘ndranghetisti, della nostra classe dirigente e dei nostri professionisti legati alle cosche. A partire dallo Stretto, dalla “città dolente” che è passata dal Modello Reggio al Caso Reggio senza soluzione di continuità».
L’obiettivo di Stopndragheta.it, di LiberaReggioLab e TerreArse.it, è quello di creare l’humus giusto per sensibilizzare la gente e creare una forte coscienza antindrangheta, per emulare la felice stagione antimafia vissuta in Sicilia in seguito agli omicidi di Falcone e Borsellino.
Francesca Chirico, altra responsabile dell’iniziativa, sottolinea che «con il dossier online su Stopndrangheta.it proviamo a fare la nostra parte: un altro tassello a quel mosaico della memoria che andiamo costruendo, facendo un altro passo in avanti nella creazione di un nuovo immaginario antindrangheta che è l’antidoto migliore per dare un futuro alla nostra terra». Proprio per questo motivo gli attivisti delle associazioni antimafia saranno presenti nell’aula del tribunale reggino in occasione della lettura della sentenza: la commenteranno in diretta su Facebook e Twitter.