Grazie ad alcune indiscrezioni provenienti da fonti affidabili, Linkiesta è in grado di presentare in esclusiva il piano di dismissioni della Marina Militare per ciascun anno da oggi al 2016, che prevede la radiazione di un significativo numero di navi. La flotta ne uscirà pesantemente ridimensionata senza che il piano delle nuove acquisizioni sia in grado di ricostituire la linea operativa. Tutte le navi citate di seguito verranno o sono già state poste, in “RTD” (Ridotta Tabella di Disponibiltà), ossia, secondo la terminologia in uso nella Marina, nella condizione in cui un equipaggio numericamente decurtato provvede al presidio in porto e alle operazioni di disattivazione che precedono il disarmo e la successiva radiazione della nave dai quadri del naviglio militare dello Stato.
Il piano di dismissioni, così com’è congegnato, prevede la disattivazioni di sette unità maggiori: quattro Maestrale e tre dei quattro pattugliatori della classe Soldati, con l’ultimo che seguirà quasi certamente l’anno successivo. A fronte di questo snellimento, entrerranno in servizio solo quattro nuove fregate della classe Bergamini, con altre due da impostare, mentre delle ultime quattro, ancora da finanziare, la costruzione non è ancora certa. Entro il 2016 non è prevista la radiazione di alcun sommergibile, tranne il vecchio Da Vinci che si trova già in condizione “RTD” a La Spezia.
Per la Marina si tratta, in sostanza, di una drastica cura dimagrante che non potrà non prevedere un parallelo ridimensionamento dei compiti assegnati alla squadra navale. È da rilevare che le nuove navi che entreranno in servizio, grazie all’automazione spinta di tutti gli apparati, avranno equipaggi pressoché dimezzati rispetto a quelle che andranno a sostituire. Ciascuna delle Bergamini da 6mila tonnellate, per esempio, avrà un equipaggio tabellare di 145 uomini contro i 225 delle Maestrale da 3mila 040 tonnellate e i 185 dei Soldati da 2.525 tonnellate. Il che rende di stringente attualità, per i vertici della Marina, la soluzione ai problemi di eccedenza del personale.
2012
Quest’anno verranno ritirate dal servizio sei unità. La più grande è il pattugliatore di squadra Artigliere (distintivo ottico F 582), ossia la prima delle quattro fregate ex-irachene da 2mila 500 tonnellate della classe Soldati, incorporata nella nostra Marina nel 1994. Il realtà l’Artigliere è in condizione “RTD” già dal 31 gennaio scorso e lo stesso vale, dal 31 marzo, per il cacciamine Lerici (M 5550), entrato in squadra nel 1985, prima unità della classe omonima di quattro. Il gemello Sapri (M5551) seguirà il 30 giugno. Il 30 settembre, invece, verranno poste in “RTD” due corvette della classe Minerva, la Minerva stessa (F551, entrata in servizio nel 1987 come prima della serie) e la Sibilla (F558), l’ultima e più recente, che risale al 1991. La Sibilla ha dunque solo 21 anni e la sua eliminazione sembra prematura rispetto agli standard della Marina Militare. Di solito le navi vengono tenute in linea per trent’anni e talvolta anche oltre. Un provvedimento del genere può spiegarsi solo con il fatto che la nave non sia in buone condizioni già dal 28 marzo 1997, quando la Sibilla speronò l’ex-motovedetta albanese Kater i Rades, stracarica di albanesi, che si dirigeva verso l’Italia e che affondò portando con sé 81 persone. Il 30 settembre verrà fermato anche uno dei due rimorchiatori d’altura della classe Atlante, l’A5318 Prometeo, in servizio nella base di Augusta.
2013
La nave più significativa che abbandonerà i ranghi l’anno prossimo sarà, il 31 dicembre, la fregata Maestrale (F570), del 1982, prima di una serie di otto che costituiscono in pratica il nerbo della flotta di unità d’altura. La Maestrale fa parte delle quattro unità della classe non rimodernate. Sarà però preceduta, il 30 giugno, da una raffica di unità: l’F585 Granatiere, uguale all’Artigliere del quale abbiamo già parlato, dalla corvetta Danaide (F553), a sua volta gemella della Sibilla, e dai rimorchiatori Ciclope (A 5319) e Tenace (A 5365), entrambi assegnati alla base di Taranto, e Gigante (A 5328), in servizio invece a La Spezia.
2014
Nello stesso giorno, il 30 giugno verranno poste in “RTD” la fregata F 576 Espero, un’altra Maestrale non aggiornata, e la corvetta Urania (F552), seconda delle quattro Minerva dalle quali in passato erano stati sbarcati i missili antiearei in virtù del loro declassamento a pattugliatori in servizio di vigilanza pesca e anti-immigrazione nel canale di Siclia.
2015
Stando alle informazioni, il 30 giugno entreranno nella condizione con equipaggio ridotto ben otto unità: la fregata F 574 Aliseo, il pattugliatore F583 Aviere, la corvetta F554 Sfinge, il cacciamine M5552 Milazzo e quattro vecchissimi ex-dragamine con scafo in legno costruiti in Italia negli anni ‘50 su piani dei britannici della classe Ham: l’A5305 Murena, l’A5379 Astice, l’A5380 Mitilo e l’A5382 Porpora. Si tratta, per le ultime quattro, di unità al servizio degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno, per i quali svolgono attività di Tirocinio Navigazione e Tirocinio Manovra. Sempre nel 2015, ma in data imprecisato, dovrebbe entrare in “RTD” anche la nave salvataggio sommergibili Anteo (A5309), ma non prima dell’entrata in servizio della sostituta, che la Marina identifica con la sigla USSP. L’indicazione del 2015 per la dismissione dell’Anteo indica che è questo l’anno in cui la Marina vorrebbe immettere in servizio la nuova unità, della quale si sa che è stato completao il progetto di massima da parte di Fincantieri, mentre nulla è noto riguardo agli stanziamenti per la sua realizzazione.
2016
Il 30 giugno verrà posta in “RTD” l’ultima delle quattro fregate della classe Maestrale non rimodernate, l’F575 Euro. Lo stesso giorno toccherà alla corvetta F555 Driade, appartenente al gruppo di quattro corvette della classe Minerva declassate a pattugliatori. Sempre il 2015, ma con data imprecisata, decreterà la fine dell’A5327 Stromboli, uno dei due rifornitori di squadra entrate in servizio negli anni ‘70 (l’altra è l’A5329 Vesuvio) e ormai vetuste. Anche in questo caso, pare che lo Stromboli verrà fermato in concomitanza con l’arrivo della sostituta, identificata dalla sigla di progetto “LSS”, per la quale vale lo stesso discorso fatto in precedenza per l’USSP da salvataggio.