Napoli. Pasqua bagnata, Pasquetta affollata. Il meteo ieri ha in parte rovinato l’inaugurazione pasquale stile olimpico dell’America’s Cup World Series di vela in piazza Plebiscito a Napoli. Ma oggi, complice un timido sole, il lungomare partenopeo, per l’occasione liberato dalle auto e arricchito dal villaggio sportivo che ospita i big della vela mondiale, era “sold out”. Un’isola pedonale inizialmente ferocemente contestata dai napoletani. Poi, però, evidentemente si sono abituati all’idea e il colpo d’occhio di una via Caracciolo invasa dai pedoni anziché dalle auto ha lasciato il segno.
Qualcuno sostiene si tratti di un’unica isola felice, visto il solito traffico infernale intorno al centro dell’evento sportivo e la pochezza dei trasporti pubblici napoletani. Qualcun altro, invece, sostiene si tratti dell’ulteriore tassello della rivoluzione arancione targata Luigi de Magistris: il sindaco da giorni è iperattivo su tutti i canali social che frequenta, Facebook, Twitter, Youtube, per spiegare che si tratta d’una cosa mai vista a Napoli ma che – assicura – si ripeterà.
«Abbiamo voluto questo evento con grande determinazione e volontà, ma siamo solo all’inizio: sono infatti tantissime le altre iniziative e opportunità che realizzeremo» afferma oggi il sindaco di Napoli. E la memoria torna al giugno 1994: 18 anni fa qualcun altro dichiarava altrettanto pomposo: «Il segreto di questo successo risiede nel grande spirito di collaborazione che si è instaurato fra le istituzioni e i diversi organi dello Stato. Napoli sta dando prova delle sue capacità e della sua voglia di riconquistare il posto che le spetta in Europa e nel mondo». Quel qualcuno era Antonio Bassolino e l’evento in questione era quel G7 napoletano che portò Bill Clinton a fare jogging e a mangiare la pizza fra i vicoli del centro storico. Un evento che portò fortuna all’ex ingraiano e rappresentò una svolta per il rinascimento di Napoli, successivamente – ma molti anni dopo – sommerso dall’immondizia.
Oggi come allora, una parte del copione è simile: un grande evento dopo una crisi nera (anche allora si trattava dei rifiuti) stupore per una parte di città chiusa al traffico (all’epoca era piazza Plebiscito, oggi è il lungomare Caracciolo). Mancava, in quegli anni, una componente che nel successo di Luigi de Magistris è fondamentale, ovvero la condivisione sociale dell’evento sulla Rete. Migliaia, le fotografie caricate tra Facebook, Twitter e centinaia i video su Youtube che fanno il giro del mondo. All’epoca del G7 di Ciampi, Bassolino e Berlusconi, bisognava sperare nell’inviato della grande testata internazionale per ottenere che ci si occupasse di Napoli. Oggi nell’era di de Magistris tutto questo non serve più.